Sono passate diverse settimane, anche mesi si può dire e non mi sento tanto bene.
Oggi è domenica e ho deciso di dedicare questa giornata alla mia persona, di mattina presto mi sono fatta una doccia lavando i capelli, poi mi sono "curata" la pelle con diversi prodotti e sono riuscita a trovare tempo persino per mettere lo smalto. Ho studiato poco, ciò che era necessario, mi basta superare l'anno e i gli Stano hanno smesso di pretendere troppo da me: hanno perso le speranze. Sto leggendo "Resta Sempre Qui" che è il seguito di "Resta Anche Domani" e mi sento fottutamente come Adam. La vita è più dura per persone strane come noi, mi ripeto sempre.
Ho spento la connessione dati, sono uscita poche volte dalla camera, non ho sentito nessuno né Riccardo né tanto meno Yuri. Ora penso siano fuori a divertirsi come è loro fare, mentre io sto nella mia camera a pensare. Oggi sembro depressa, troppo depressa e ho paura che gli altri si stanno preoccupando per me inutilmente, sto provando a stare bene da sola.
Sono le sette di sera e decido di smettere di fare l'asociale, attivo Internet e cerco di dare segni di vita alle persone che mi hanno scritto.
Nessun messaggio, mi sto sentendo male. Non piango, è inutile.
Ho voglia di fare una passeggiata, mi vesto ed esco anche se sta per mettersi a piovere. Inizio a camminare per i vicoli del centro di Roma mentre fumo un vecchio pacchetto di sigarette che ancora non avevo terminato, mi ero ripromessa di smettere ma a quanto pare è più forte di me. Ad un certo punto mi squilla il telefono e frettolosamente accetto la chiamata anche se non ho visto chi fosse.
<< Amore>> sentii una voce, l'ho riconosciuta troppo facilmente.
<< Oi Rick>>
<< Stai bene?>>
<< Sì, perché?>>
<< Perché Yuri mi ha detto che stamattina non ti sentivi bene e ho deciso di non disturbarti, anche perché hai spento il telefono.>>
<< Ah okay, non preoccuparti ora sto bene>>
<< Dove stai?>>
<< A Villa Borghese>>
<< Ma sta diluviando!>>
<< Sì lo vedo, ma mi sono riparata sotto ad un tettuccio>>
<< Prendi il 61 e vieni a casa mia, ti aspetto >> disse prima di chiudere la telefonata
Iniziai a correre non perché avevo paura di bagnarmi come si pensa, ma perché ci tenevo a vederlo il prima possibile. Aspettai in fermata sotto la pioggia per cinque minuti abbondanti e finalmente arrivò il pullman. Dopo circa venti minuti mi ritrovai sotto casa di Riccardo e citofonai, mi aprì senza rispondere al microfono.
Appena lo vidi gli saltai addosso riempiendolo di baci e poco dopo mi accorsi dei diversi gatti che si erano impossessati del divano, alcuni erano appena nati.
<< Oddio ma questi gatti sono un'amore>> dissi prima di iniziarli ad accarezzare
<< Ieri ne sono nati tre tutti neri, sono stupendi>>
<< Come si chiamano?>> dissi per poi sedermi a terra
<< Non ho ancora deciso, ero troppo preso a fissarli. Che nomi ti piacciono?>>
<< Uhm, draken!>> dissi prima di prendere tra le mani il gattino che già da subito aveva attirato la mia attenzione
<< Bene, allora lui si chiamerà così>> disse prima di indicare il gatto che stavo coccolando << poi la femmina è Cassie e l'ultimo sarà Boromir>> disse per poi accasciarsi vicino a me
<< Chiameresti un gatto come me?>>
<< Sì, almeno quando non ci sei potrò accarezzarlo pensando a te.>> oddio è l'amore, lo baciai.
Passammo il resto della serata a parlare e a parlare, fermandoci solamente per farci qualche coccola. Alla fine decisi di restare a dormire con lui e continuammo i nostri discorsi anche nel pieno della notte, alle quattro di mattina ci addormentammo.
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ECCOMI DI NUOVO
SIAMO QUASI ALLA FINE
DOVREBBERO MANCARE DUE/TRE CAPITOLI
ANDATE A LEGGERE LA MIA NUOVA STORIA CHE AGGIORNERO' TRA POCO
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BUONA SERATAA
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Insegnami a respirare. || MyDreams & Crookids.||
FanfictionE' una giornata come tante, una vita come tante, una ragazza come tante. Eppure, Cassandra si sente sottosopra. Con amici fuori dal comune, con i genitori assenti, con lo studio sempre in calo. Cassandra spera in una vita migliore.