Chapter 43 - The End

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Svegliarsi la mattina dopo fu più traumatico del solito. Sentivo dolore ovunque e appena alzai la testa dal cuscino notai che una macchia di sangue aveva macchiato la federa.

Sospirai e feci per alzarmi ma notai che al mio fianco, impegnato in un sonno profondo, c'era Draco che oltre le scarpe non si era tolto nessun indumento. I capelli platino gli ricadevano disordinati sul viso e le gote erano leggermente arrossate che sotto quella pelle pallida spiccavano ancora di più.

Mi stesi di nuovo e poggiai una mano sulla sua testa dove presi a giocare con i suoi capelli. Era cambiato tutto così tanto e non mi sembrava vero che in così poco tempo eravamo riusciti a costruire così tanto.
Non eravamo mai stati niente, non c'era mai stato nient'altro se non sesso fra di noi ma ogni volta che lo facevamo, ci sentivamo bene e sapevamo che una volta aver provato il sesso con uno, sarebbe stato difficile trovare un altro alla sua altezza.

Io non lo avevo ancora trovato nonostante la miriade di uomini che mi ero fatto ma nessuno sembrava reincarnare le sue caratteristiche. Lui era troppo bello, troppo bravo e troppo provocatore per riuscire a ritrovare le stesse cose anche in un'altra persona. Lui era troppo tutto e niente sembrava essere alla sua altezza.

Tutto quello che aveva fatto con me in quei mesi mi aveva fatto inevitabilmente affezionare a lui ma eravamo troppo diversi e non potevamo funzionare. Eravamo la combo perfetta al letto, lo eravamo sempre stati, ma fuori dalle lenzuola eravamo un vero e proprio disastro. Litigavamo per ogni singola cosa e non riuscivamo mai a trovare un punto di incontro a causa delle nostre idee e opinioni troppo diverse fra loro.

Fra quei pensieri fin troppo contrastanti fra loro, non mi accorsi minimamente di lui che si era finalmente degnato di aprire gli occhi. Mi stava guardando e un piccolo sorriso si dipinse sul suo volto appena sveglio.

«Sei delicato» sussurrò avvicinandosi di più a me, io feci un mezzo sorrisi e lo lasciai avvicinarsi mentre toglievo la mano fra i suoi capelli.

«Non volevo svegliarti» risposi.

«Non l'hai fatto» scosse la testa leggermente «Come stai?» mi chiese poi.

«Peggio di ieri» sospirai e lui mi passò la mano sulla parte di viso non colpita.

«Mi dispiace per ciò che ti hanno fatto» sussurrò «Non avrei dovuto cacciarti»

«Non potevi saperlo» lo guardai «Forse avrei potuto evitare di uscire, dovevo immaginare sarebbe successo»

«Dove sei stato ieri?» svagò.

«Non mi sono allontanato molto, ero qui intorno»

Lui sospirò di nuovo e mi passò una mano fra i capelli neri per giocarci. Chiusi gli occhi e mi beai delle sensazioni che mi stava regalando solo giocando con i miei ciuffi neri. Era rilassante e decisi di godermi ogni attimo prima di lasciare definitivamente quella stanza, probabilmente quella era una delle ultime volte che lo avrei sentito vicino a me e mi sarebbe mancato così tanto.

*

Era passata una settimana e i lividi se n'erano quasi del tutto andati, avevo ripreso a muovermi normalmente tanto da riuscire a lasciare l'ufficio di Draco solo un paio di giorni dopo l'accaduto.

La stanza tornò ad essere quella con Hermione che appena mi aveva vista tornare, mi aveva accolto fra le sue braccia affrettandosi a chiedermi cosa fosse successo e io, fra una lacrima e un'altra glielo spiegai sentendomi di nuovo vuoto e perso.

Non vedevo Draco da una settimana ormai e non avevo la più pallida idea di dove si trovasse e cosa stesse facendo.

Ma quella mattina; mentre dal cielo scendevano leggeri fiocchi di neve che segnavano l'inizio della stagione natalizia, mi venne a chiamare. Solo quando fummo nel suo ufficio notai le sue condizioni: i capelli non erano sistemati con lacca e gel come suo solito ma erano scompigliati, addosso non aveva il suo solito completo ma un semplice jeans nero e una felpa - quasi feci fatica a riconoscerlo - e gli occhi erano contornati di rosso segno che o aveva pianto o aveva fumato chissà quanti grammi di erba. Mi indirizzai più verso la seconda perché per quanto potesse essere umano, Draco Malfoy non piangeva mai.

Mi sedetti di fronte a lui e incrociai i miei occhi nei suoi completamente vuoti, erano grigi e avevano perso tutto l'argento che li aveva sempre contraddistinti.

Con una mossa mi poggiò sulla scrivania una mazzetta di soldi e le chiavi di una macchina che però non era la sua.

«Vattene da qui, Harry» mi disse «E fallo prima che ci ripensi»

«Cosa?» chiesi con un filo di voce «Non può essere, tu-..»

«È la cosa migliore per te» mi interruppe «Non puoi stare qui dentro sapendo che lì fuori hai un figlio da crescere e uno che deve nascere»

«Ho scelto io di rimanere qui» gli ricordai.

«Hai scelto di rimanere qui perché io non ti avevo dato altre scelte ma ora che l'ho fatto, cogli l'occasione e vattene»

«Io non capisco..perché questa decisione all'improvviso?» continuai a chiedere e lui sospirò.

«Ci ho pensato Harry, più di quanto tu possa immaginare e mi sono reso conto che questo non è il posto per te. Non lo è da un pezzo ormai»

«E cosa ne sarà di te?» soffiai.

«Io starò bene, come sempre» mi fece un mezzo sorriso triste «Questa è la mia vita da parecchio tempo e mi sono abituato ma tu..tu non ti abituerai mai» mi disse «Prendi le tue cose e vai da tuo figlio, ti sta aspettando»

«Non puoi lasciarmi andare così. Ti conosco e so che non lo faresti mai» mi opposi.

«Ho passato troppo tempo a pensare a cosa fosse meglio per me escludendo ciò che invece fosse meglio per te quindi Harry, ti prego, vai via e sii felice per una buona volta»

«Non riesco a capire il perché..» sussurrai e lui scosse la testa piano.

«Non c'è bisogno tu lo capisca» soffiò «Vai» mi incitò di nuovo e io mi alzai, presi le chiavi e i soldi prima di sospirare pesantemente.

Mi diressi verso la porta del suo ufficio ma quando mi trovai sulla soglia, mi fermai e mi girai. Gli occhi erano lucidi segno che avevo appena capito il motivo del suo gesto.

«Ti sei innamorato di me?» soffiai e lui fece un piccolo sorriso triste e sconsolato.

«L'hai capito, finalmente» mi disse e io sentii improvvisamente l'aria mancarmi nei polmoni.

Si era innamorato di me. Lo aveva fatto anche quando gli avevo detto che non gli sarebbe convenuto.

«Mi dispiace così tanto, Draco» dissi con voce tremante «Non avrei mai voluto che accadesse»

«Nemmeno io avrei voluto ma lo sai, certe cose non le controlli» si alzò per venire verso di me.

Mi avvicinai e lo circondai in un abbraccio nel quale delle lacrime mi rigarono il viso. Gli passai una mano sulla testa e sospirai debolmente prima di staccarmi per guardarlo negli occhi. Piano si avvicinò con il viso e mi lasciò un bacio all'angolo della bocca facendo ben attenzione a non far sfiorare le nostre labbra.

«Vai» soffiò di nuovo prima che mi staccassi definitivamente e lui mi sfiorasse una mano un'ultima volta.

Varcai la soglia del suo ufficio non distogliendo nemmeno per un attimo i miei occhi nei suoi e poi girai l'angolo lasciandomi alle spalle i suoi occhi che giurai di aver visto leggermente lucidi.

Era finito tutto ed era finito per davvero.

Sex Brothel - DrarryDove le storie prendono vita. Scoprilo ora