da piccola quando dovevo andare con i miei genitori, in un negozio di arredamento per la casa, partivo come un treno verso il mio reparto preferito nonché il reparto delle luci.
le prime volte i miei genitori mi sgridarono perché prendevano paura non vedendomi più vicino a loro ma piano piano che crescevo sapevano di trovarmi lì.
forme strane, fonti di luce diverse, colori diversi e sensazioni diverse, dico sensazioni perché ogni volta che guardavo una qualsiasi fonte di luce sentivo un calore diverso quasi accogliente oserei dire.
la bocca leggermente socchiusa, i ricciolini che mi accarezzavano il volto e quelle guance leggermente rosse, gli occhioni marroni che cercavano un qualsiasi dettaglio di qualche design delle luci per dare il via ad un flusso di creatività.
dico questo perché esattamente ora in una giornata abbastanza freddina di settembre mi trovo in uno di questi negozi, stavo cercando una qualsiasi luce con un design carino da poter montare per il mio appartamento a Roma che si trova giusto giusto nel centro vicino all'accademia e la biblioteca di mia zia Isabella dove di tanto in tanto passo per aiutarla e leggere qualche libro.
ed ecco la lampada che cercavo è a sospensione, moderna, elegante e particolare con le sue curve; la luce illumina veramente molto ed è bianca, mi ricorda la.."neve"
mi giro disorientata non sapendo da dove venga quella voce abbastanza rocca e intensa che mi ha appena rubato la parola quasi mi abbia letto nella mente ed eccole lì le due luci più forti che io abbia visto in tutta la mia vita, due occhi con un colore quasi surreale che potrebbero benissimo essere uno di quei occhi nel gioco dei the sims dove devi modificare il tuo giocatore e trovi così tanti colori sfumati nella categoria degli occhi come un rosso acceso o addirittura un giallo che evidenziano ancora di più che quello è solo un gioco ma i suoi invece tendono ad un azzurro celeste con delle sfumature di un blu scuro.
dopo qualche secondo mi accorgo che quegli occhi appartengono ad un ragazzo abbastanza alto, vestito con una giacca vintage e una tuta fucsia con dei piccoli dettagli bianchi, dei ricciolini che gli cadono sul volto, le unghie curate e lunghe ma non esageratamente ricoperte da uno stratto di smalto bianco fresco, le labbra ricoperte da qualche burro cacao e qualche neo particolare sulla parte destra del viso pulito sicuramente trattato da sola una skin care." è per questo che l'hai scelta no? ti da una sensazione piacevole e ti ricorda la neve"
" mi ricorda la casa che mia nonno aveva a Bolzano, ci andavamo in ottobre ed era piena di neve, sai mi buttavo sempre sopra e mi dimenavo convinta di riuscire a fare quegli angioletti che fanno i cartoni animati nei film hahahah, uno dei miei primi ricordi è la neve. "
raccontò lei mentre continua a guardare quella luce come se fosse incantata.
" mi piace. " disse lui mentre continuava aa ammirarla.
" cosa? "
" questo rapporto che hai con la neve è... "
" carino? "
" si non avrei usato quella parola ma anche carino va bene hahaha "Appena Giulia sentì la risata, si girò e incastro i suoi occhi con quelli del ragazzo come se ne fosse attratta e gli sorrise amorevolmente grata per questa conversazione inaspettata ma gradevole.
" gio! gio! dove sei gio? eccoti! "
i due ragazzi si girarono contemporaneamente verso l'altro reparto ma non videro nessuno poco dopo Giulia sentì due piccole manine che le tastarono la gamba così abbassò lo sguardo e vide una bambina con una coda, qualche ciocca bionda scura quasi tendente ad un marrone chiaro che le cadevano vicino alle guance, due occhioni grandi blu celeste, una maglietta barrow, dei pantaloncini bianchi e delle mini jordan.
" gio lei chi è? "
la bambina disse quelle parole girandosi verso il ragazzo e la ragazza. Giulia si abbassò all'altezza della piccola appoggiando il borsone nero vicino a lei e spostandole una ciocca dietro l'orecchio.
" io sono Giulia e tu sei? "
" io sono Virginia "Giulia nel mentre strinse la sua manina in segno di educazione, nonostante fosse una bambina lei potrebbe rispettare anche una formica. La piccola intimidita corse verso il ragazzo e alzo le braccia, il ricciolino con poca fatica la alzò e se la portò sul busto lasciandosi abbracciare dal mini koala.
" scusami lei è mia nipote e certe volte è troppo curiosa " disse le ultime parole prendendole il naso tra le dite strapazzando glielo quel poco che basta per scatenare un urlo divertito da parte della bambina
" tranquillo è adorabile "
" sei una ballerina?"chiese la bambina, dimenandosi fino a che riuscì a scendere e correndo velocemente prese quella scarpetta da punta consumata che era caduta dal borsone precedentemente. Giulia diventò rossa e sorrise timidamente, alzò lo sguardo verso il ragazzo incuriosita dalla sua reazione ma non riuscì a capire se quella fosse curiosità nei suoi occhi.
" si sono una ballerina e tu sei proprio una furbacchiona eh "
la bambina girò in svariate direzioni la scarpetta tra le sue dita quasi cercando di analizzarla poi tutto ad un tratto si fermò e corrucciando la fronte.
" queste non è tua. "
" si che sono mie monella "
la bambina si avvicinò alla scarpe di Giulia e analizzandole come se fosse un problema di Einstein.
"ma il tuo piede è grandeeee"
disse l'ultima parola aprendo le braccia cercando di farle capire di che grandezza fossero ma fini solo per sembrare un attrice melodrammatica.
" sono quelle che portavo quando ero ancora piccola piccola come te "
" e perché le porti con te? "
" sono il mio portafortuna e ad ottobre farò l'insegnante di un corso di danza per le bambine fino ai 6 anni e aspetto di regalarla ad una bambina...come posso dire...mh la prescelta "
" la prescelta? " chiese il ragazzo dopo aver ascoltato la conversazione delle due in un silenzio religioso come per non scoppiare la loro bolla.
" sceglierò prima o poi la bambina che mi starà talmente a cuore e che lavorerà così tanto e le darò queste scarpette come un buon fortuna per la sua carriera " spiegò la ballerina.
" Juan Juan posso entrare anch'io nel corso? devo prendere quelle scarpette a tutti i costi! "
" Juan? " chiese divertita Giulia.
" mi chiamo Giovanni ma lei storpia il mio nome nelle maniere più strane e insensate possibili hahahahha "Giulia stava per controbattere ma sentì il suo telefono vibrare e la suoneria riecheggiare così capì che era il momento di andare in sala.
" guarda io ora devo veramente scappare, l'indirizzo della sala è via san marino 13, se vuoi fare una prova puoi venire questo venerdì alle 14 e balliamo un po' insieme ora però devo veramente scappare ci vediamo"
non diede neanche il tempo al ragazzo o alla bambina di controbattere che corse fuori dal negozio quasi inciampando.
"Giulia"
" ah zio sei proprio cotto "
" ma cosa stai dicendo Vi' ? "
" lì conosco bene quegli occhi, si guardavano così mamma e papà "
" ma- "
" facciamo così andiamo venerdì e tu vieni con me e le chiedi di uscire "
" a pensare che hai solo 6 anni e parli così mi spaventi "
" allora non pensare Juan "
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Eudaimonia
De Todoquesta è una storia ambientata fuori da amici mi scuso in anticipo per gli errori grammaticali buona lettura ❤️