Sei il mio punto - NOTHING ELSE MATTER

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Nelson's POV

"Vez, che ore sono?" Mi alzo dalla panchina alla ricerca del cellulare. Guardo, sono quasi le 15:00, sei chiamate perse.
"Cesi è tardissimo! I regaz ci inculano!" Si alza e con il suo ghigno malizioso: "No solo io posso..." Gli tiro una manata e inizio a impanicarmi: "Dobbiamo volare, chiama subito Tonno!" Rotea la mano in aria per indicarmi che non è poi così grave. Pazzo furioso.
In pochi minuti siamo in studio, Dario salta sulla sedia e inizia un'infinita paternale: "Vecchi ma tutto apposto? È da mezz'ora che vi stiamo chiamando, stavamo per uscire a cercarvi! Non ci si comporta così!"
Frank si spinge verso di noi: "Siete degli scostumati. Abbiamo pensato che foste morti in un angolo della strada!"
Nic, che vive sempre nel suo mondo, si sfila le cuffie, si gratta la testa: "Chi è morto in un angolo della strada?"
Cesi gli accarezza i capelli: "Sei proprio un bimbo mela!" Tutti scoppiamo a ridere. Shbic ci fissa perplesso e si allontana.
"Mistero risolto ragazzi, sono tornati e sono vivi. Adesso scopriamo dal Cesu cosa stavano facendo..." Tonno gli punta la telecamera in faccia. Sta girando un video per il nostro secondo canale "Around the Valley". Inizio a tremare perché quando viene stuzzicato, Cesare perde ogni freno inibitorio: "Ci stavamo facendo!" Risponde nel modo più naturale che esista, chiudendo la sua performance con un occhiolino fronte camera.
"Vaaabbè ragazzi, andiamo a vedere che fine ha fatto il signor Bic. Biiic. Biiiic!" Se ne va, stonando il nome di Nicolas.
"Cesi..." Bisbiglio sentendomi sbiancare.
"Tranquillo, è quello che dico sempre, se iniziassi a essere meno spontaneo, darei nell'occhio. Profilo basso. Carini e coccolosi!"

Che bravo! Che autocontrollo! Che voglia di baciarlo!

Mi mordo le labbra per arrestare i pensieri mentre inizio a montare un paio di video. Cesi, invece si mette a editare l'ultimo salotto appena girato; di tanto in tanto, senza farlo apposta, ci lanciamo sguardi complici che puntualmente diventano malcelati sorrisi che si divertono a giocare a nascondino tra le labbra.
C'è un insolito silenzio in studio. La norma prevede caos, urla, discussioni accese tra Frank e Dario, bisticci tra Tone e Nic. Oggi sembra quasi di lavorare in un ufficio professionale.
Decidiamo di comune accordo di concludere la giornata e rivederci l'indomani.
"Old Bridge stasera regaz?" Chiede Tonno stringendosi la pancia. Cesare anticipa la mia risposta: "Noi abbiamo già un impegno."
Tonno non molla: "Aaah e che dovete fare?"
"Sesso sfrenato tutta la notte, vuoi unirti?" Tiro un occhiataccia a Cesare.
"Vabbè dai, bastava dirlo che non mi volevate. Che modi Cesu!" E tutti scoppiano a ridere, mi limito ad alzare gli occhi al cielo. Ci salutiamo lungamente, poi ognuno si ritira nelle proprie vetture.
Salgo in auto, Cesi mette in moto e parte: "Bell'uomo, ti porto a casa e vengo a riprenderti intorno alle 19:30."
"Dove si va?" Chiedo incuriosito. Con la mano mima la bocca serrata con tanto di lucchetto e chiave buttata fuori dal finestrino. Non faccio altre domande e prendo possesso della sua radio. Mumford & Sons, un vero toccasana.
Abbassa il volume: "Stai meglio Nelsino?" Annuisco copiando il suo gesto. Scuote il capo, divertito.
Arriviamo sotto casa, lo saluto imbarazzato e in poco sono spaparanzato sul letto, ancora sfatto; fino a qualche ora fa c'era lui qui, il suo profumo aleggia ancora nella stanza.
Mi trascino in cucina alla ricerca di un po' di cibo, non ho pranzato e ho una gran fame. Ripiego su una carota e una camomilla davanti agli ultimi otto minuti dell'anime che mi trascino da giorni. Come sempre mi riprometto che farò la spesa.
Finita puntata carota e camomilla mi butto in doccia, sono di buon umore e il mio "Parararumpidee" non è mai stato così potente sotto al getto del phon.

Per una volta non sono in ritardo, anzi sono così in anticipo che non so cosa fare. Sono docciato, mangiato e ciondolare per casa, mi sembra l'unica soluzione per ingannare il tempo.
Dlin dlon dlon dlin. Il citofono.
Eccolo. Infilo la giacca, prendo le chiavi e mi precipito giù dalle scale, pronto ad abbracciarlo.
Apro il portone e mi trovo di fronte una figura piccola, girata di spalle.
Si volta e toglie il cappuccio. Il mio cuore smette di battere per un decimo di secondo, sento che l'aria non sta più arrivando ai polmoni...

E io sento teDove le storie prendono vita. Scoprilo ora