CAPITOLO 10- RESTERAI SEMPRE NEL PROFONDO DELLA MIA ANIMA

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Blaise Pov.:
La vedevo combattere come una leonessa, fiera e coraggiosa.

Ero ammaliato dal suo coraggio, nonostante la situazione poteva volgere contro di lei, non mollava e lottava con ogni briciola delle sue forze.

Ero impegnato in uno scontro molto duro con uno dei peggiori mercenari che il mondo magico potesse avere:  era forte, ma cercavo di resistere.

Lo dovevo ai miei amici che si stavano battendo con le unghie e con i denti, lo dovevo a Ria, per la quale avrei dato la mia vita pur di proteggerla, lo dovevo a me stesso e all'uomo che volevo essere.

L'uomo davanti a me, incassava i miei incantesimi, come una spugna, rimandandoli al mittente con una potenza inaudita.
Volevo farla finita e correre ad aiutare gli altri, così azzardai, sbagliando
-Sectumsempra!!- assorbì anche questo e lo rimandò indietro, con un'onda d'urto che mi sbalzò indietro di metri.

Ero ferito e perdevo sangue.
Cercai di curarmi, ma all'improvviso la sua voce sovrastò il caos
-Expelliarmus!! Reducto!! Bombarda Maxima!!- colpì senza sosta la schiena dell'uomo davanti a me, portando la sua attenzione a lei
-Sgualdrina!!! Ti farò molto male.. e poi mi divertirò con il tuo fragile corpicino fino a farti urlare..- cercai di alzarmi ma non ci riuscii.
Stava per attaccarlo, quando fu afferrata per il collo e l'uomo portò nuovamente la sua attenzione a me
-..prima sistemerò te signorino...e poi..mi farò la tua amichetta...- guardai Ria, incrociando i suoi bellissimi occhi, rassegnato alla mia fine, ma all'improvviso la vidi liberarsi dalla presa, correre verso di me urlando il mio nome e facendomi scudo con il suo corpo.

La vidi crollare su di me, con una ferita profonda all'addome e lì il mio cuore smise di battere.
Le afferrai il viso, scuotendola e accarezzandola, ma i suoi occhi rimasero chiusi
-No..no no no..amore..amore guardami ti prego...non..non puoi lasciarmi così...RIA!!!!!!-.

Ria Pov.:
Lenzuola fresche. Profumo di lavanda. Aria pulita.

Mi sentivo bene, leggera e non sentivo nemmeno più dolore.
Una presa delicata e leggera, racchiudeva la mia mano, accarezzandola e una voce famigliare, rotta dall'emozione, risuonava melodiosa, ma non vedevo nulla.

Intorno a me un campo pieno di fiori colorati: il sole splendeva e rendeva l'aria tiepida.
Una casa di campagna tipica inglese, sorgeva in prossimità di un ruscello d'acqua limpida e i panni stesi ondeggiavano leggiadri nella brezza.

Un profumo di biscotti e torta alle nocciole, aleggiava e una canzone, che conoscevo bene, fece riempire i miei occhi di lacrime
-Nonna...nonno...- iniziai a correre verso la casa e quando arrivai alla porta, essa si aprì e mi bloccai
-Ria..tesoro...cosa ci fai qui?!- guardai la donna davanti a me e ne rimasi abbagliata.

Indossava un abito anni sessanta, blu, in cotone, lungo sotto il ginocchio, con le maniche arrotolate, un grembiule bianco con dei fiori stampati legato alla vita, mentre ai piedi, portava un paio di mocassini neri con un tacco discretamente basso.

Indossava un abito anni sessanta, blu, in cotone, lungo sotto il ginocchio, con le maniche arrotolate, un grembiule bianco con dei fiori stampati legato alla vita, mentre ai piedi, portava un paio di mocassini neri con un tacco discretamente basso

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Nel Profondo dell'Anima [Blaise Zabini]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora