So let me care for you

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La vita è piuttosto semplice, siamo noi stessi a renderla un tale casino. Recitava così, un foglio di carta igienica. Un luogo apparentemente strano dove mettere una frase del genere, dall'enorme significato, ma ci diede poco peso. Cambiò il rotolo e prese il cartoncino vecchio, buttandolo all'interno di un cestino poco lì distante.

Si sentiva esausto. Chi diceva che fare il weeding planer fosse un lavoro così semplice da poter ricavare del tempo per se stessi? Be', chiunque lo diceva era da prendere a schiaffi. Quel giorno, in cui New York era coperta da un distesa di nuvole grigiastre, che incupivano il pomeriggio invernale di un sabato qualunque di febbraio, sul calendario appeso in cucina c'era esplicitamente scritto: "Ripulisci casa" con una simpatica emote affianco, annotato qualche settimana prima. Nessuno sarebbe stato in grado di spronarlo se non era lui stesso motivato a farlo, e soprattutto dell'umore adatto per farlo. Magari, pensò, quegli scarabocchi mi faranno pensare quanto sono negato nel disegno e tornerò di buon umore. E sembrò davvero funzionare.

Una cosa stupida ma efficace.

Finito di ripulire il bagno della casa, uscì dalla stanza chiudendosi la porta alle spalle. I suoi capelli erano un disastro, sentiva la pelle pizzicare ovunque per colpa della polvere e lo sporco sui suoi abiti. Forse dopo aver passato l'aspirapolvere nel salotto-cucina si sarebbe potuto concedere un bel bagno restauratore. L'atmosfera di relax creata con qualche candela sempre pronta ad essere usata, un po' di buona musica e perché no? Un calice di vino rosso. Sembrava l'idea perfetta per finire in bellezza quella giornata di pulizie.

Andò a raccattare l'aspirapolvere dallo sgabuzzino vicino alla cucina, lo attaccò ad una presa lì vicino e iniziò a passare l'attrezzo per tutto l'open space. Anche se mancava solo quello, Harry si sentiva così in pace con se stesso per aver sistemato finalmente la sua amata casa una volta per tutte. Un ottimo profumo di detersivo alla lavanda per i pavimenti si espandeva per tutta l'abitazione, i mobili in legno sembravano risplendere la sua figura ogni volta che vi ci passava affianco e non c'era la ben che minima traccia di polvere nemmeno sull'ultimo ripiano della cucina, dove era sempre difficile arrivarci senza la scaletta. Aveva trovato, tra l'altro, dei coriandoli lanciati da qualche suo amico per la sua recente festa di compleanno ed era anche per questo motivo che la sua casa in disordine.

Pulì perfettamente – con la carta da giornale come gli aveva insegnato mamma – anche i vetri, ed erano così lucidi da poterci specchiare. Ne andava estremamente fiero, nemmeno un alone, e non smetteva di alzare lo sguardo verso le finestre.

E fu all'ennesimo sguardo rivolto in quella direzione che lo vide.

Vide l'attico dell'altro palazzo, perfettamente parallelo al suo, decorato con uno stile moderno, colori senza sfumatura, o bianchi o neri. Harry però, non si soffermò troppo sullo sfondo, preferiva di gran lunga lo spettacolo in primo piano. Un ragazzo, con indosso solamente dei pantaloni da tuta grigi, stava passeggiando nervosamente avanti e indietro davanti alla finestra. Parlava animatamente al telefono, lo notava dalla sua camminata isterica, come se stesse scavando un buco su quella parte di pavimento. Reggeva il cellulare con la mano sinistra, nella destra stringeva invece una sigaretta appena iniziata, tra l'indice e il medio.

Sembrava nervoso, di sicuro il suo interlocutore non stava rendendo le cose semplici dato che ogni volta che le sue labbra si chiudevano, facevano una smorfia infastidita. Poi i suoi occhi curiosi seguirono il pomo d'Adamo salire e scendere sotto la pelle, osservavano la linea dura della mascella e scesero soffermandosi per un attimo su una macchia nera poco sotto le sue clavicole e - era una scritta? Anche socchiudendo gli occhi e aguzzando la vista, Harry non riuscì a distinguere i contorni dei suoi tatuaggi, che oltre ad averne in quel punto, sembrava averne anche sul braccio destro. Tanti e piccoli, così piccoli che sembravano un enorme chiazza nera unita. Con ciò, prima di sforzare troppo la vista, si fece bastare il poter osservare il suo petto. Saliva quando ispirava il fumo della nicotina, scendeva quando la lasciava uscire dalle sue labbra e doveva ammettere, quella scena era dannatamente erotica.

Electricity [l.s.] (Harry Version)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora