Nel bel mezzo di un incendio, due voci discutono sul da farsi...
"Dove mi trovo...?"
Mi sentivo angosciato, a tal punto da pensare ad alta voce. Di solito lo facevo solo in situazioni in cui ero sicuro di essere da solo. Dovevo pur in qualche modo provare a sfogare quell'inquietudine... ma da dove proveniva? Era come se ci fossi nato, era come se ce l'avessi avuta da sempre... eppure non ne ricordo né l'origine, né lo scopo. Mi sentivo agitato. Tutto qui. Il luogo attorno a me, però, non era di certo d'aiuto: l'ambientazione attorno a me era completamente distrutta. Una casa stava andando terribilmente a fuoco, e non si riusciva a vedere nulla oltre il metro di distanza, a causa delle lingue di fuoco che divoravano qualunque cosa. Mi guardai attorno alla ricerca di una via di fuga, ma non riuscivo a vedere null'altro che fiamme. Ero disarmato... diamine, non riuscivo nemmeno a vedere il mio stesso corpo, come se fossi un punto cosciente dello spazio. A un certo punto, sentii qualcosa di strano: un pianto. Il pianto di un neonato in lontananza, spezzato dai crepitii delle fiamme. Non riuscii nemmeno a localizzarlo in tempo, che qualcos'altro arrivò all'improvviso. Una folata di vento fortissima investì tutta l'area, spazzando via l'incendio in un solo istante, spezzando le assi di legno e compromettendo la struttura già decadente dell'edificio. Parte del soffitto cadde e alcuni muri crollarono, ma la struttura portante non cedette lasciando intatta la zona più interna dell'edificio. Il pianto del neonato era stato completamente sovrastato dal frastuono, ma anche dopo che tutti i rumori cessarono, il pianto era assente. Dov'era? Che fine aveva fatto? Avrei dovuto cercarlo, ma per qualche strano motivo non riuscivo a muovermi. Ero immobile, non avevo nemmeno un corpo da muovere. Di fronte a me c'era solo devastazione, eppure, dal nulla, mi apparve una scena. Era piuttosto sfocata, non vedevo bene, ma sapevo che c'era e la scrutavo al meglio che potevo. C'erano due figure indistinguibili, di fronte a qualcosa di simile a una scatola con le sbarre... no: una culla. Ecco dove si trovava il neonato. Le due voci stavano discutendo.
"Dimmi un po', Lionheart."
"Cosa vuoi sapere?"
Lo spadaccino reale? Che ci faceva qui? Teneva con sé qualcosa, e lo stava trattando con estrema cautela... che fosse quello il neonato?
"Tu perché hai accettato questo incarico? Di solito stai con il sapiente tutto il giorno e batti la fiacca..."
"Ho accettato perché sono sulle tracce di una persona. Mi è sembrato logico seguire la pista, oltre che liberarsi di un altro problema."
"Ah, tu sì che sei diligente... io non avrei mosso un dito, senza che mi dicessi qualcosa."
"Qual è il punto?"
"Il punto è che mi sembri parecchio turbato. Non sembra che tu sia venuto qui solo per liberarti di un problema."
"Jack, forse è meglio che torni a casa."
"Cosa? Non se ne parla. Al massimo faccio rapporto."
"Poco importa."
Le figure si erano fatte sempre più vivide, fino a divenire completamente nitide. Vidi la mano dello spadaccino lasciare il neonato, posato sul braccio sinistro. Il destro, invece, eseguì una mossa con la spada. La estrasse e le fece eseguire una mossa con l'elsa. Colpì la seconda figura in un punto del collo, stordendo l'uomo, facendogli perdere i sensi. Cadde a terra, svenuto, mentre Lionheart lo guardava in una maniera a dir poco inquietante.
"Questa spada, questo posto... sarà mica la casa di-"
Fermò la frase a metà. Si guardò attorno, scrutando ogni centimetro che lo circondava. Pensavo che fosse la mia presenza a turbarlo... ma questo mi sembrava impossibile. Quando finì di osservare i dintorni, si girò verso un muro ancora in piedi. Uno dei pochi. Lì si trovava qualcosa che non ero riuscito a vedere, prima, e quando lo prese in mano capii esattamente di che cosa si trattasse. L'assenza di un'elsa, l'impugnatura dritta e l'anello spezzato. La lama convergente e la punta semplice... l'incisione alla base. Avrei riconosciuto quella spada in mezzo a un milione di altre: era la MIA spada. Lionheart la guardò con un'espressione spaventata, e poi pensò ad alta voce.
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IL-LOGICA
Fantasy"A volte la vita vera supera di gran lunga i miti e le leggende... e vorrei tanto che non fosse mai stato così." Questo è quello che pensa 'X', una creatura antica e immortale... che ha sperimentato la morte un'infinità di volte, venendo trasportato...