-Svegliati- la voce della madre proveniva dalla cucina al piano sottostante. Elettra aprì gli occhi lentamente, cercando di godere al massimo dei pochi secondi, che ancora per quel giorno, avrebbe passato tra le coperte. Guardò il calendario appeso alla parete di fronte al suo letto; come temeva, era lunedì primo settembre, ovvero il suo primo giorno alla nuova scuola. Con la mente ancora offuscata dal sonno si alzò e si preparò per uscire. Prima di scendere le scale, che l'avrebbero portata in cucina, si fermò davanti allo specchio appeso sulla porta della camera. Era sempre la solita: i capelli color ambra un po' spettinati, una felpa bianca e dei leggins neri. Al collo il suo portafortuna, una sottile catenina a cui era appeso un ciondolo a forma di teschio.
Scese le scale e si unì ai genitori per la colazione. Pensò con invidia a suo fratello minore che avrebbe cominciato la scuola solo una settimana dopo. Durante la colazione nessuno parlò, Elettra anche se era arrivata per ultima si alzò da tavola per prima. Corse in camera a prendere lo zaino, quasi vuoto, per poi scendere le scale e uscire sul vialetto di casa. All'aperto era caldo e l'aria secca sapeva ancora d'estate, il cielo però era scuro, coperto di nuvole.
Elettra salì sulla macchina della madre pronta a dirigersi verso la scuola. Passarono pochi minuti e arrivarono all' edificio. Scese. La madre ripartì sgommando, pensò che sarebbe stato imbarazzante se qualcuno dei suoi nuovi compagni l'avesse sentito, ma il cortile della scuola era deserto. L'unico rumore era il fischio del vento tra i rami degli alberi.
Si mosse a passi incerti verso l'edificio. Era una scuola antica e sembrava anche un po' malconcia. Per un attimo Elettra si chiese se la madre l'avesse portata nel posto sbagliato. Nel cortile erano presenti grandi alberi, stranamente completamente spogli e secchi. Si trovò a pensare a quanto fossero inquietanti, come enormi mani nodose protese verso la scuola. Mentre un brivido le percorreva la schiena, si costrinse a pensare che quell'effetto cupo era colpa della debole luce grigia che filtrava attraverso la fitta coltre di nubi che oscurava il cielo.
Il suono della campanella la distolse dai quei pensieri. Corse verso l'ingresso della scuola, entrò e cominciò a salire le scale salendo i gradini due alla volta.Aveva un ricordo vago di quello che le aveva detto la madre pochi giorni prima, ma era sicura che la sua classe fosse la 1F e si trovava al terzo piano. Infatti eccola, davanti a lei, la scritta "1F", la porta era aperta. Si diresse timidamente verso l'entrata, nessuno dei suoi nuovi compagni diede segno di notarla e la professoressa non era ancora presente. Camminò fino all'unico banco libero, in fondo alla classe e si sedette. A quel punto, fece quello che tutti gli altri facevano, aspettò. Le luci della classe erano spente, l' unica illuminazione era la luce del sole, percui erano nella penombra.
Mentre osservava la classe, la professoressa, avvolta da un bagliore azzurrino, attraversò la porta e fluttuò verso la cattedra. Elettra cominciò a fissarla, anche se era complicato, visto che se la guardavi intensamente le vedevi attraverso.
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La Scuola dell'Ombra
FantasyCosa succederebbe se Elettra, una normale dodicenne, si trasferisse in una nuova città e si ritrovasse a frequentare una nuova scuola, un po' particolare. - Copertina di NoxyYume-chan