4.~Percepire~

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Forse non era così che doveva andare, forse non era così che sarebbe stato, forse il fato volle ciò, forse il destino scrisse questo, ma tutto alla fine ha uno scopo, tutto accade per un motivo. Proprio quel giorno che decise di prenderselo solo per sé stessa, la portò a sdraiarsi su quell'erba fredda e allo stesso tempo accogliente. Con sé aveva portato quel romanzo in Braille, una nuova edizione consigliata dalla bibliotecaria. La sua schiena era poggiata comodamente in quel tronco ruvido e secco, in quel albero centenario c'era la storia, alle volte immaginava tutto quello che la quercia aveva assorbito, visto e assimilato. Quanti amori finiti, quanti cominciati, quanti traditi e altrettanti distrutti, quanti bambini crescere e quanti anziani sparire. Quanta vita e quanta gioia aveva assorbito, quanta tristezza disperazione aveva accumulato, quanta storia e quanta tranquillità aveva rilasciato. La testa rossa era poggiata su un nodo che quella corteccia aveva lasciato scoperto, le gambe distese su quella coperta che le regalò nonna anni fa. Un maglioncino color ocra, così lo descrisse mamma, ricopriva il suo esile busto riscaldandola e proteggendola da quella brezza autunnale, questo finiva poi all'interno di una gonna in cotone invernale, in fantasia scozzese, che arrivava alle ginocchia della rossa e ai piedi una semplice scarpa da tennis color neve. Le dita fredde e affusolate sfioravano quel libro e la sua mente vagava e sognava ogni piccolo dettaglio della sua lettura, talmente immersa che nulla la poteva distrare, che tutto quello che girava intorno a lei era solo un suono lontano e sussurrato. D'un tratto qualcosa di bagnato e ruvido lasciò una scia nel suo viso, facendole fare una smorfia disgustata e spaventata. Cosa diavolo era?

"Chi è?" sussurrò lei alzandosi dal tronco con la schiena.

Un continuo fruscio d'aria e un fiato corto colpiva insistentemente il viso della ragazza, poi un muso si addentrò senza paura sotto il braccio della rossa, appoggiando il peso sul suo petto. Interdetta e stranita accarezzò quel peloso animale e un sospiro uscì dalle narici di esso, sentì il corpo del cane rilassarsi e accomodarsi al lato del suo, raggomitolandosi e appoggiando quel muso profumato sulla coscia di lei. Sorrise a sé stessa e continuò ad accarezzare quella testolina pelosa e ossuta, quando udì una voca mascolina in lontananza.

"Bam... Che diavolo fai!?" doveva essere un ragazzo, più o meno della sua età, dalla voce era possente e forte, era impostata e ben marcata, non troppo bassa, ma con un'intensità particolare. "Scusi signorina... Questo cane è un completo idiota" disse serio il ragazzo.

"Non preoccuparti... non mi disturba..." rispose dolcemente la rossa tenendo il viso basso.

"Bam su alzati... lascia in pace la signorina che sta leggendo..." finì la frase sussurrando.

Il ragazzo aveva visto quello strano libro, incuriosito e forse sorpreso da quei strani puntini che stavano posizionati in maniera decisa e con un senso alquanto illogico. Rhea sentì uno strano peso posizionarsi vicino a lei e un misto di cannella ed erba invase la sua mente. Un profumo punzecchiante e forte, un odore alquanto particolare e strano, che stava però a pennello con chi lo indossava. Sentì un leggero tocco sfiorare la sua mano destra, la quale era ancora posizionata sul punto interrotto di lettura, uno sfruscio invase l'aria fredda intorno a loro, segno che il ragazzo stava toccando quel libro. Immaginò la sua espressione, forse dubbiosa, sospettosa, incuriosita o semplicemente sorpresa. Senza giri di parole il ragazzo si mosse vicino a lei e sentì come la sua presenza a pochi centimetri da quello che era il suo viso.

"Sei cieca?" chiese direttamente, ma in quelle due semplici parole, in quella, forse per lei, insignificante domanda c'era quasi timore e rispetto.

"Si" rispose teneramente lei, come se vicino ci fosse un bimbo di forse tre anni.

"Posso vedere?" chiese ancora lui, un po' sfacciato ma comunque rispettoso.

Teach Me ~ K.NamjoonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora