La cittadella medioevale

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Io non ho mai scelto di venire alla luce, e non l'hai scelto nemmeno tu.

Alla fine siamo stati lanciati in quella che è la vita senza consenso alcuno, ci hanno gettati nella corrente quando ancora non sapevamo nuotare, un po' come si fa con i bambini...

Allora perché non dovremmo farla finita? Perché non dovremmo porre fine alla noia, all'insicurezza, ai traumi, alla tristezza, all'ansia, alla vergogna, e semplicemente sparire? La vita, alla fine, è molto più difficile della morte. Morire è la strada facile, spaziosa come un'autostrada, piana e retta, invitante come un giardino i primi di maggio con il suo profumo di fiori, ma è anche un vicolo cieco.

La vita, al contrario, è un po' come una cittadella medioevale. Piena di vicoletti stretti stretti, intersecati gli uni agli altri che ci si perde di continuo. Tutte stradine in pendio, umide e scivolose, camminarci è davvero stancante. In mezzo ci si trova più sporcizia che nei bagni del McDonald's alle due del pomeriggio e ci si incontrano mendicanti accaniti, ladri incalliti, preti corrotti, persone marce e ricchi vessatori; però, in questa rete infinita di strade, vicoli e salite, c'è un numero infinito di possibilità.

E' completamente comprensibile che gli uomini vogliano farla finita: tutti percorriamo, chi più chi meno, strade bè, alquanto dimmerda. E c'è così tanta merda da non vederci più, ecco perché ci uccidiamo. Intorno vediamo solo grandi montagne di merda: merda di qua, merda di là, merda su di me e merda su di te, e accanto a noi rimane sempre quella lieve luce, quel piccolo tunnel che ci porta verso la strada della morte.

Dimmi, se camminando dovessi trovarti davanti a due strade, una stretta, tortuosa e piena di escrementi e l'altra spaziosa, luminosa e profumata, quale delle due sceglieresti? Eppure, noi siamo ancora qui. Abbiamo deciso di rimanerci nella merda, di accettarla tutti insieme e sbatterci la faccia contro ogni dove giriamo.

Questo perché nella vita ci possono essere momenti di grande sofferenza, e per gli occhi umani non si vede via di uscita, ma non è così. Noi vogliamo che tutto accada in fretta, che il mondo ci porti continue attrazioni minuto dopo minuto senza mai fermarsi, ma ovviamente non può essere così: ecco perché l'umano è, sostanzialmente, insoddisfatto. Guarda me: ho tutto ciò che potessi mai chiedere...

Genitori che fanno di tutto per me, un corpo sano ed in salute, degli amici che mi vogliono bene, delle persone che mi stimano, la possibilità di amare un ragazzo preziosissimo, la possibilità di dedicarmi allo sport che amo e un buon reddito scolastico.

Dovrei essere l'essere più soddisfatto del pianeta!

Invece con quegli stessi genitori a volte ci litigo, il mio corpo mi disgusta, sento di non avere mai abbastanza tempo per gli amici e vivo nella speranza di non deludere chi mi stima, ogni volta che penso al ragazzo che amo insieme all'amore provo una nostalgia infinita che rovina sempre tutto, allo sport che amo non ci vado per la tristezza e del reddito scolastico non sono mai soddisfatta.

Capite cosa voglio dire? Fosse per me, l'avrei già fatta finita anche io, diverse volte. Se non l'ho ancora fatto è perché sto abbracciando la mia sofferenza, la sto patendo con tutta me stessa, sto lascando che mi invada e che mi faccia tutto il male che può:

per tornare alla metafora di prima, sto attraversando quella montagna di merda di faccia come se fosse una torta la cioccolato e mi ci sono immersa dentro, nell'assoluta speranza che, ad ogni momento brutto della propria vita, segua una grande rottura, e quindi una grande ricostruzione.

Questo voglio che accada: voglio evolvermi, voglio tornare ad avere così tanta gioia per me che non posso fare altro che donarla, farla uscire da tutti i pori al punto da far felici i fiori che ho intorno, ma in modo diverso. Voglio cambiare, voglio smetterla di essere quella che sta male e stare così bene da poter essere il terreno fertile che dia gioia agli altri: solo così potrò mostrare veramente la mia gratitudine verso quei stessi genitori, quegli stessi amici, quello stesso amore e quello stesso sport fino a persino gli alberi e le piante.

So che perché succeda, dovrò soffrire ancora un po'. Dovrò fallire, dovrò piangere, dovrò continuare a volermi del male e a voler morire ancora per un po'. Dovrò sopportare i singhiozzi, la sofferenza enorme, gli occhi che bruciano fino a quando non mi lascerò spezzare. Fino ad allora, continuerò a vivere, a danzare al mio meglio.

Continuerò a danzareWhere stories live. Discover now