Canzone inutile

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E sopra gli alberi le foglie cambiano colore

Non dirmi che sei triste

Per forza esiste

Almeno una storia che se nasce poi non finisce

rimane dentro una canzone

Un’altra inutile canzone

Per te per te

A Milano l'autunno ha un sapore diverso. La nebbia si staglia sullo sfondo rendendo opachi gli alberi privi di foglie e il semaforo in fondo alla via. Prontamente rallento notando il colore rosso. Non so a cosa pensare, anzi a te in fin dei conti ti penso sempre. Non so cosa accadrà tra pochi minuti però voglio essere sincera con me stessa: mi manchi. Volto lo sguardo verso il lato passeggero, sul sedile c'è il tuo disco, quello che tra qualche ora sarà di tutti ma che io ho avuto la fortuna di ascoltare in anteprima. Ricordo ancora quando, con le guance arrossate, mi hai fatto sentire la terza traccia. Eravamo a casa tua, sul tuo Mac apparse il numero tre sullo schermo e subito dopo una melodia iniziò a propagarsi nella sala. Sapevo, ancor prima di ascoltarla, che quella sarebbe stata per me. Dentro quelle parole, quelle note c'era un pezzo di noi, della nostra storia. Una storia con un inizio e con una fine, che ancora ci pareva lontana, anzi impossibile. Le ultime note svanirono nel vuoto della stanza e l'unica cosa che uscì dalle tue labbra fu per te. A quella storia mancava però un titolo e allora fu così che ti venne in mente, in quell'istante, di intitolarla canzone inutile perché volevi imprimere un inizio, volevi farmi capire che tu eri esattamente l'opposto rispetto a colui a cui dedicai la mia "inutile canzone". Sei sempre stata brava nello stupirmi, nel trovare qualcosa per farmi felice. Sorrido all'ennesimo ricordo che la mia mente contorta mi pone di fronte. A risvegliarmi dai miei pensieri è il clacson della macchina dietro che mi avvisa del fatto che il semaforo oramai è diventato verde. Proseguo per la mia strada, non ho nemmeno acceso il navigatore, spero di riuscire a trovare ugualmente il locale dove si tiene l'evento. Sono stanca, ho finito di lavorare poco fa, ma per te farei anche Roma-Milano in piena notte. Non ci vediamo da un po' e devo ammettere che sono in ansia. L'ultima volta che ci siamo viste abbiamo discusso sul nostro rapporto, quello che tu definisci instabile a causa della lontananza, del lavoro e del mio carattere di merda. Sai non hai tutti i torti, è vero io sono una stronza che non ti merita e tu sei… Già tu sei troppo per me. Sei una di quelle persone che appena conosci ti rivoluzionano la vita. Io invece sono la solita cogliona che non riesce a dimostrarti nulla e che scappa dalle proprie responsabilità. Prendo la traversa a sinistra nella speranza di non aver sbagliato strada e controllo i numeri civici ai lati della via. Dopo pochi minuti trovo il locale e per fortuna anche il parcheggio. Scendo dalla macchina e mi avvio verso l'entrata. Avrei dovuto mettermi qualcosa di elegante ma, in verità, non avrei avuto nemmeno il tempo di farlo. Mi sento diversa, qualcosa che stona con tutta questa gente. Forse avrei dovuto lasciare perdere e andare direttamente a casa. Sto per tornare indietro quando una voce attira la mia attenzione. Volto lo sguardo e ti vedo, brilli di luce propria mentre su quel palco canti la famosa traccia numero 3, quella che ha impresso l'inizio di una storia, della nostra strana storia. Continuo a guardarti, lo faccio da lontano mentre resto appoggiata allo stipite della porta d'ingresso. Sei bella e non perché hai un vestito e dei tacchi, ma perché sei felice. Ricordo quando mi parlavi di questo progetto, la fierezza che avevi negli occhi e l'orgoglio che traspariva dalle tue parole. Quasi come attratti da uno strano magnetismo i tuoi occhi incontrano i miei. Sorridi e finisci di cantare l'ultimo ritornello con lo sguardo incatenato al mio. Io inizio a sentire i brividi, mi sento una ragazzina alla prima cotta; così, quasi a volermi proteggere, mi stringo nel mio giubbotto di pelle. La melodia si interrompe con le ultime note che si confondono con l'applauso dei presenti. Cerco il pacchetto del tabacco nella tasca e mi avvio verso l'esterno. Inizio a girarmi una sigaretta, seduta su un muretto, in una città che non ho mai sentito mia. Non so cosa io stia provando in questo momento, non riesco a decifrare i miei sentimenti e questa cosa mi destabilizza. Passano pochi minuti prima che il tuo profumo invada le mie narici. Ti siedi di fianco a me e noto subito che continui a sfregare le mani l'una contro l'altra nella speranza di creare un po' di calore che faccia da contrasto al freddo autunnale. Senza dire una parola mi sfilo il giubbotto e te lo poso sulle spalle. Ti sta grande così come la maggior parte delle mie cose. Sussurri un grazie ma non riesci ad andare oltre. Questo silenzio tra noi è strano, non siamo mai state così. Ho paura che qualcosa si sia rotto. Alla fine sono io a prendere coraggio e la prima cosa che dico è "Scusa". Tu cerchi di rispondere ma ti faccio cenno di aspettare, voglio dirti tutto ciò che settimane fa non sono riuscita ad esternare. "Scusa perché sono una stronza, perché non ti merito. Dovrei essere più attenta, dovrei capire il valore delle cose sin da subito non quando sto per perderle. Tu mi hai dato tanto ma io non sempre ti ho ringraziato come si deve. Mi dispiace veramente e vorrei essere migliore di ciò che sono ma la verità è che io sono sempre stata un disastro, sono più brava a distruggere che a costruire." Tu mi guardi e senza perdere tempo mi abbracci. "Emma so come sei fatta e stai tranquilla. L'ultima volta abbiamo esagerato entrambe. Anche io quando mi ci metto sono una testa calda. Per me oggi conta la tua presenza qua in questo giorno importante per me." Non serve aggiungere altro perciò mi avvicino a te, ti guardo negli occhi, quasi a cercare una conferma. Bastano pochi istanti prima che le nostre labbra combacino tra loro. Mi mordi il labbro e dalla mia bocca esce un verso di dissenso. "Ehi tigre stai calma" affermo io prima che la tua risata risuoni nell'aria. Mi piace vederti così felice e spensierata. Se dovessi esprimere un desiderio ora sarebbe quello di vederti sempre così. Nel mentre che i miei pensieri continuano a fluire tu ti infili il mio giubbotto. "Vuoi qualcosa da bere oppure vuoi scappare già a casa?" Mi chiedi mentre prendo l'accendino per accendere la sigaretta che da prima tenevo in mano. "Accetto un drink ma prima finisco questa". Tu annusci e dopo il secondo tiro me la sfili dalle dita per farne uno tu. "Lei signorina sta frequentando brutte compagnie a quanto vedo" dico mentre rido sotto i baffi. "Già peccato, la mia era da astemia e da non fumatrice è finita" dici con un tono da finta dispiaciuta. Mi nasce un sorriso spontaneo perché so benissimo che hai ripreso a fumare e a bere da quando usciamo insieme. E si dovrei essere dispiaciuta per questa cosa ma in fin dei conti so che ti fa sentire libera perciò, in un certo senso, questa cosa mi fa piacere. Ti passo la sigaretta un'ultima volta per l'ultimo tiro e nel mentre ci avviamo dentro. A modo nostro sappiamo di aver risolto. Appena entro saluto alcuni colleghi ma non mi trattengo. Beviamo qualcosa insieme mentre le chiacchere degli altri fanno da sottofondo al nostro gioco di sguardi. So benissimo che prima di rivederti di nuovo passerà un po' di tempo. Io devo lavorare in televisione e tu hai un disco da promuovere. Ci troveremo di nuovo lontane con una canzone inutile a raccontare di noi e della nostra storia a cui per ora non vogliamo scrivere la parola fine.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Nov 14, 2021 ⏰

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