7.~Provare~

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Come ci si preparava per un appuntamento? Cosa diavolo avrebbe mai indossato? Dove sarebbero mai andati? Cosa avrebbero fatto? Gonna o pantalone? Camicia o maglietta? Elegante o sportiva? Chic o casual? Le esplodeva la testa e di questo ne era pienamente sicura. Non aveva dormito tutta la notte, pensava e ripensava a cosa avrebbero fatto, a come si sarebbe dovuta comportare e a tante altre milioni di cose. Si sedette pesantemente esausta sul bordo del letto, lasciandosi poi andare all'indietro colpendo in pieno il materasso. Sfarfallò le ciglia rilassando poi tutti i muscoli del corpo. Sarebbe stata sè stessa, non avrebbe sicuramente imitato un prototipo di persona per piacere a quel ragazzo, avrebbe solo fatto vedere e percepire quanto lei fosse una semplice ragazza. Una come le altre.

Sul letto era disteso perfettamente quel vestitino a pois colore della panna sulle fragole, il tessuto era colore della notte in assenza delle stelle, arrivava giusto sopra le ginocchia, non aveva le maniche e per questo ci abbinò quel cardigan colore della neve per tenerla al caldo. Infine abbinato a quel completo studiato nei minimi particolari, vi era un fiocco per i capelli nello stesso colore del vestito. Seduta sul letto sfiorò le calze trasparenti nere, posizionandole nelle dita dei piedi e srotolandole lentamente verso il bacino, finito di sistemarle indossò quel abito che fasciava perfettamente quelle curve leggere ma sinuose, cardigan ed infine raccolse qualche capello bloccandolo, un attimo più su della nuca, con quel fiocco color notte. Sulla sedia girevole vi era posata una borsetta tracolla color panna, correlata a quel stivaletto basso che indossò come contorno. D'improvviso il campanello suonò, il panico più totale, sospirò cercando di rilassare il più possibile quella faccia completamente terrorizzata. Percorse il sentiero che la condusse direttamente all'ingresso dove per la seconda volta suonò il campanello.

"Arrivo" disse lei saltellando verso quella porta infinitamente distante.

L'uscio fu aperto e una folata di vento colpi il viso scoperto della ragazza, trasportando con sé quel odore inconfondibile di miele, tabacco e un accenno di erba. Sorrise sapendo che davanti a lei c'era quel bellissimo e impossibile ragazzo. Chiuse la porta alle sue spalle, tornando poi dritta verso di lui con le mani incrociate davanti il suo busto, posate sulla gonna, non troppo lunga, del vestito. Fuoco penetrava prepotentemente il suo corpo, sentiva come se qualcosa la stesse studiando, spogliando o violando completamente, ma lasciò perdere quelle sensazioni soffermandosi su quel senso di eccitazione che provava.

"Ciao Rm..." cantilenò lei senza preoccuparsi di nascondere quella soddisfazione, mischiata ad eccitazione che risuonava nella voce.

"Ciao" sussurrò lui quasi in trans, la voce sembrava uscita solo per inerzia, ma non controllata effettivamente. Un colpo di tosse e uno schiarimento di gola "Pronta?" continuò lui più roco e fermo.

"Si sono pronta" le parole uscirono più come una conferma a sé stessa che come risposta a lui.

Prese a camminare lentamente scendendo qui tre scalini che portavano al marciapiede e poi diretti alla strada poco trafficata. Sentì un click automatico e poi una portella aprirsi, sussultò indietreggiando di forse un passo. Non era abituata alle auto e non le piacevano per nulla, i suoi sensi perdevano quella stabilità che la facevano stare almeno un minimo tranquilla, le vertigini e le nausee erano sempre presenti.

"Sali" ordinò senza repliche il ragazzo.

Sicuramente non avrebbe rovinato tutto per uno stupido giro in auto. Senza troppi fronzoli, tentennando un po' prima di trovare la direzione, salì in macchina. Il rombo di accensione inebriò l'ambiente circostante, facendo spaventare la ragazza, posizionò le mani al centro delle cosce stringendole tra di esse. Un improvviso sbuffo alla menta si infilò tra le narici della rossa facendola indietreggiare con la testa. Le mani possenti del ragazzo le sfiorarono il petto posandosi poi sul fianco allacciandole la cintura. Rimase immobile, si accorse solo dopo il suo distanziamento che stava trattenendo il respiro, una leggera spinta la portò ad accomodarsi al sedile segno che la macchina era in marcia. Sentì l'equilibrio mancarle, le orecchie fischiare leggermente e la testa girarle, abbassò il capo cercando di esonerare quelle sensazioni ed immaginandosi per strada a passeggio. Sentì un tic e poco dopo partì una leggera melodia, quasi impercettibile. Il ragazzo aveva appena acceso la radio, aveva appena impegnato il senso più importante della ragazza, aveva alleviato le vertigini e il mal di testa. Alzò leggermente la testa girando verso il finestrino e involontariamente aprì gli occhi, fece sfarfallare le ciglia facendo finta di osservare quello che era il paesaggio.

Teach Me ~ K.NamjoonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora