L'aria angusta stanza si fece per un attimo quasi, tagliente ,per Harry quando il fastidioso campanello rimbombò nella silenziosa casa degli inizi dell'800.Harry sapeva perfettamente chi fosse, nonostante questo sperava di trovare qualsiasi altra persona ma non quella.
passare un respiro profondo mentre scrollava le spalle per poi dirigersi alla sfarzosa entrata della grande villa. Scrocchiò le ossa delle dita come se la tensione le avesse bloccate,
ma lui sapeva che era così, quell'ansia ogni volta che tra le mani gli arrivava quella carta leggermente ingiallita e quel timbro di cera lacca scura come la pece, la odiava fin da quando arrivatagli la prima lettera,
<< ha solo 12 anni ... perfavore ...>> aveva sentito sua madre supplicare l'uomo che lei definiva "marito" . Harry ricordava ancora le espressioni dei suoi genitori, paura e ira.
poggiò la mano sulla fredda maniglia di ottone della porta e fece pressione facendola scattare mostrando la figura di un uomo dalla monotona espressione imperturbabile che gli aggrottava la fronte in modo quasi vomitevole.
<< il conte styles?>> domandò con una certa inespressività nelle parole che sembravano quasi lasciare le sue labbra segnate dalla secchezza in modo svogliato.
Harry cercò di rispondere nel modo più cortese e rispettoso che potesse mentre la rabbia ribolliva in lui come un aereo pronto a spiccare il volo.
L'uomo porse ad Harry la lettera , nello stesso momento in cui realizzò di aver di nuovo quella lettera immano come ogni maledetto anno da ormai quasi 15 anni, solo in quel momento, congedando quel burbero ometto ,Harry ricominciò a pensare allo schifo di destino che gli era capitato , e il nervosismo quel giorno non aiutava certo.
Preso da un attimo di ira ancora li davanti alla porta sena accorgersene la sua mano stava stringendo la maniglia tanto da sentire i muscoli della mano tendersi ogni volta che la presa aumentava, mollò di scatto la maniglia fiondandosi sulle enormi e sfarzose scale che lui aveva sempre odiato perchè troppo lunghe, e corse come un ragazzo rincorre il suo amore che sta sparendo lontano su un treno sperando di rivederlo di nuovo tra le sue braccia.
fa scattare con un movimento veloce la porta della camera da letto molto più che lussuosa e si butta sul letto afferrando il cuscino affondandoci il viso dai dolci lineamenti in un urlo,un urlo più che liberatorio , aspettato da tanto rinchiuso nel suo scudo di stronzate commesse.
preso dalla rabbia scagliò una sedia contro la parete monotona della stanza ,la sedia provocando un frastuono si frantumò al suolo.
Era quasi un quarto d'ora che era li nella stanza in quel silenzio così fottutamente incasinato.alzò un attimo lo sguardo verso il mobile in parte allo sfarzoso letto e notando le chiavi della macchina ,scattò verso essa ed uscì da quella maledettamente sempre uguale villa .
Erano circa le 23:00 quando Harry tornò a casa, ma a chi poteva interessare che lui fosse a casa? lui era solo
una volta chiusa a chiave le porte si recò in bagno con l'intento di una doccia sperando il destino non decide di spostare le pedine della sorte almeno in quel momento.
Una volta in camera si coricò nel letto con in mano la lettere , come così poche parole uccidevano sempre il suo cuore,erano quattro facili parole:
prossima vittima: Louis Tomlinson
Di solito le prede sono di qualche famiglia importante oppure qualcuno che aveva fatto un torto alla sua famiglia ma il cognome Tomlinson non suonava affatto famigliare . Piano piano gli occhi di Harry si chiusero provando ad immaginare il ragazzo ,abbandonandosi a morfeo.
I suoi occhi verdi smeraldo incrociati con quelli di un ragazzo dalle iridi splendidamente chiare come il mare limpido . Poteva sentire la sua risata, poteva vedere i suoi occhi ridere; fino a quando il sangue non cominciò a colare in modo sgradevole dal collo del ragazzo i suoi occhi adesso erano sgranati come per urlare di chiamare aiuto ,poteva sentirla una voce urlare un nome , louis, e li capì , aveva ucciso la vittima,la voce cominciò a farsi talmente vicina che sembrava urlasse dentro la sua testa talmente tanto che gli rimbombava nella testa.
Harry alzò il busto di scatto accorgendosi fosse un sogno, ma in fondo, sapeva che sarebbe successo prima o poi.
STAI LEGGENDO
Dulce sicut sanguis
Fanfictioni vampiri, generazioni una come l'altra tranne per il conte Styles giovane erede della prestigiosa famiglia Styles ; erano conosciuti per una cosa ,il cuore di ferro che li chiudeva a pensare solo a se stessi ,ma se Harry ne fosse capace ?. . .