𝐈𝐋 𝐕𝐀𝐋𝐙𝐄𝐑 𝐃𝐄𝐋𝐋𝐀 𝐒𝐎𝐋𝐈𝐓𝐔𝐃𝐈𝐍𝐄 | 𝗸𝗼𝗸𝗼𝗶𝗻𝘂𝗶

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𝐈𝐋 𝐕𝐀𝐋𝐙𝐄𝐑 𝐃𝐄𝐋𝐋𝐀 𝐒𝐎𝐋𝐈𝐓𝐔𝐃𝐈𝐍𝐄
~🎹~

𝗞𝗢𝗞𝗢𝗡𝗢𝗜 𝗛𝗔𝗝𝗜𝗠𝗘 𝘅 𝗦𝗘𝗜𝗦𝗛𝗨 𝗜𝗡𝗨𝗜
𝗙𝗿𝗼𝗺: 𝗧𝗼𝗸𝘆𝗼 𝗥𝗲𝘃𝗲𝗻𝗴𝗲𝗿𝘀
𝗣𝗥𝗘𝗦𝗘𝗡𝗧𝗜 𝗠𝗔𝗡𝗚𝗔 𝗦𝗣𝗢𝗜𝗟𝗘𝗥
 
𝗣𝗜𝗖𝗖𝗢𝗟𝗢 𝗔𝗩𝗩𝗜𝗦𝗢: 𝗻𝗲𝗹𝗹𝗮 𝗼𝘀 𝘀𝗮𝗿à 𝗽𝗿𝗲𝘀𝗲𝗻𝘁𝗲 𝘂𝗻 𝗽𝗶𝗮𝗻𝗼𝗳𝗼𝗿𝘁𝗲 𝗰𝗵𝗲 è 𝗳𝗿𝘂𝘁𝘁𝗼 𝗱𝗲𝗹𝗹𝗮 𝗺𝗶𝗮 𝗶𝗺𝗺𝗮𝗴𝗶𝗻𝗮𝘇𝗶𝗼𝗻𝗲. 𝗜𝗹 𝗾𝘂𝗮𝗹𝗲 𝘃𝗲𝗻𝗶𝘃𝗮 𝘀𝘂𝗼𝗻𝗮𝘁𝗼 𝗱𝗮 𝗔𝗸𝗮𝗻𝗲 𝗲 𝗰𝗵𝗲 𝗽𝗼𝗶 𝗾𝘂𝗮𝗻𝗱𝗼 𝗰𝗮𝘀𝗮 𝗜𝗻𝘂𝗶 è 𝘀𝘁𝗮𝘁𝗮 𝗯𝗿𝘂𝗰𝗶𝗮𝘁𝗮 è 𝗿𝗶𝗺𝗮𝘀𝘁𝗼 𝗶𝗻𝘁𝗮𝘁𝘁𝗼

 𝗜𝗹 𝗾𝘂𝗮𝗹𝗲 𝘃𝗲𝗻𝗶𝘃𝗮 𝘀𝘂𝗼𝗻𝗮𝘁𝗼 𝗱𝗮 𝗔𝗸𝗮𝗻𝗲 𝗲 𝗰𝗵𝗲 𝗽𝗼𝗶 𝗾𝘂𝗮𝗻𝗱𝗼 𝗰𝗮𝘀𝗮 𝗜𝗻𝘂𝗶 è 𝘀𝘁𝗮𝘁𝗮 𝗯𝗿𝘂𝗰𝗶𝗮𝘁𝗮 è 𝗿𝗶𝗺𝗮𝘀𝘁𝗼 𝗶𝗻𝘁𝗮𝘁𝘁𝗼

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𝐋a stanza dove era stato riposto il vecchio pianoforte di Akane, era grande e spaziosa, ma molto vecchia. I mobili erano tutti in legno rovinato e probabilmente servivano solo per riempire il luogo, siccome all'interno di essi non si trovava assolutamente nulla.
Il pianoforte stava al centro della stanzetta. Era l'unico oggetto rimasto intatto dopo l'incendio. Per quanto fosse fatto in legno presentava davvero poche bruciature e nessuno riusciva a spiegarsi il come non fosse andato in fiamme.

Spesso Koko si chiudeva in quel luogo, immerso da sensi di colpa e rimpianti, posava le sottili e lunghe dita sul pianoforte e cominciava a suonare tristi brani, che sempre partivano lentamente, ma più il ragazzo andava avanti e ci prendeva la mano, più la velocità aumentava e anche la tristezza con cui esso veniva suonato.

Era una fredda mattina di novembre, il giorno in cui Seishu decise dopo tanto tempo di rimettere piede all'interno di quel salone.
Appena entrò sentì subito un gran freddo. Le finestre esano tutte spalancate.
Anche una grande puzza, dovuta al fatto che la stanza non veniva lavata da molto tempo.
Poi venne sommerso da granelli di polvere che si erano alzati in aria con l'apertura della porta.

Si era guardato in torno e come ultima cosa aveva posato lo sguardo sul pianoforte dove sulla panca di esso stava seduto con lo sguardo rivolto verso il basso Hajime.
Teneva un piede posto su uno dei pedali, una mano ancora sui tasti come se aspettasse che riprendessero a suonare da soli, l'altra braccio stava a penzoloni rivolto verso il pavimento.
Dai suoi occhi stavano uscendo alcune lacrime, che subito asciugò dopo essersi reso conto di avere lo sguardo di qualcuno puntato addosso.

«Vieni spesso qui?». Domandò il biondo. «Già». Rispose l'altro continuando a guardare i tasti dello strumento.

Inui era sempre stato innamorato di Koko. Sin da quando erano bambini, ma il moro non l'aveva mai degnato di uno sguardo, era sempre stato impegnato a guardare Akane, la sorella maggiore di Seishu. 
Quest'ultimo per piacere ad Hajime si era fatto crescere i capelli e aveva cominciato ad indossare i tacchi speranzoso che questi suoi atteggiamenti ricordassero un po' la sorella.
Ma facendo così aveva solo finito per soffrire. 
Koko gli aveva dato le attenzioni che desiderava, ma ogni volta pronunciava la parola "Akane" e allora Seishu capiva che qualsiasi tentativo sarebbe stato vano. Il cuore di Koko era destinato ad un altra persona.

"Se solo avesse salvato davvero lei e non me, forse ora in paradiso sarei più felice". Pensava ogni tanto ricordando la triste giornata in cui casa sua era andata a fuoco.
Le uniche cose che si erano salvate erano lui e il pianoforte di sua sorella.

«Vedi questi tasti neri?» chiese Hajime.
«Si» «Sai, servono per suonare i diesis o i bemolle, note che in alcuni brani variano leggermente la loro intonazione. Questi tasti non si possono nemmeno toccare l'uno con l'altro, sono soli, dannatamente soli e in più senti..» pigiò su uno di essi «... il loro suono prodotto singolarmente è davvero tanto sgradevole, perché essi da soli non valgono nulla, però, uniti alla melodia del resto del brano lo rendono migliore. Sai, Inupi, io mi sento un po' come questi tasti. Tu?»

Il biondo deglutì. Di certo non si sarebbe aspettato una domanda simile. Gli era appena stato chiesto se si sentiva solo e se solo grazie agli altri la sua vita alla fine avesse un senso.
E forse quello era il momento di ammetterlo, di smettere di mentire a se stesso e di rivelare al mondo la sua solitudine.
Annuì con la testa. Lui era davvero un ragazzo solo, e in più, come aveva detto Koko, la sua vita aveva un senso solo grazie agli altri. La sua vita alla fine effettivamente non gli apparteneva più. Non dopo essere stato salvato da delle fiamme al posto della sua cara sorella.

Il moro riposò le dita sul pianoforte, schiacciò i tasti e iniziò ad uscire un lieve suono.
Poi lentamente compose una melodia.

Era lenta e triste e sembrava quasi un valzer. Piano piano prese il ritmo con le mani e cominciò ad andare più speditamente. Mise passione e sentimento in ciò che stava componendo. 
Tristezza, rimorso, rimpianto, sensi di colpa, rabbia, solitudine...

Probabilmente tutti i sentimenti che accomunavano i due ragazzi.
Inui non potè fare a meno di farsi trascinare dall'immaginazione e lì davanti a se immaginò tante coppie di persone che ballavano quel triste valzer. 

Si muovevano lentamente e non si guardavano negli occhi. Tra di loro neanche un bacio. Si limitavano a toccarsi per ballare. Non c'era vero sentimento.
Anzi, probabilmente si amavano, oh se si amavano, ma i loro cuori erano incapaci di toccarsi e le loro anime erano impacciate e sole.
Quello era un vero e proprio valzer della solitudine.

Tra la mischia di persone, Seishu, riuscì a scorgere anche un ragazzo dai capelli neri e un biondino che danzavano insieme agli altri.
Si accorse subito che quei due erano proprio lui stesso e Hajime.
No, forse si era sbagliato, il biondo in realtà non era un ragazzo ed era Akane.
Ma che senso avrebbe avuto immaginare Akane e Koko in un valzer di persone così sole. Loro si amavano davvero. Le loro anime e i loro cuori erano stati in  grado di toccarsi.

E poi, per uno stupido errore erano stati costretti a separarsi per sempre.

Seishu scoppiò in lacrime. Quella melodia era la sua stessa anima.

Koko si alzò. Il valzer si interruppe. E i due ragazzi di unirono in un triste e malinconico bacio.

Il bacio della solitudine.

@ 𝐒-𝐒𝐇𝐈𝐒𝐇 𝟐𝟎𝟐𝟏 𝐰𝐨𝐫𝐤

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@ 𝐒-𝐒𝐇𝐈𝐒𝐇 𝟐𝟎𝟐𝟏 𝐰𝐨𝐫𝐤

il valzer della solitudine | kokoinui Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora