Capitolo 7

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È passato qualche giorno da quando Lucifero ci ha affidato Cerbero, e a dire la verità é tutto tranne che ingestibile, é quell'idiota che non é capace di gestirlo.

Oggi non sono ancora arrivate anime, quindi per adesso ci stiamo riposando su un albero, lui ha in mano il curriculum animus, ovvero il libro che contiene tutte le vite delle anime che fino adesso abbiamo indirizzato.

Mi avvicino e mi siedo a suo fianco per vedere, ma poi osservando mi domando quanti ne abbia in archivio e lui mi dice mentre sfoglia le pagine:

" Ne ho più duemila, anzi ormai credo di aver perso il conto"

"EH?! davvero?"

"Mh mh" poi mi guarda e mi dice:

"Vuoi vedere?"

"Ma ovviamente si"

Allora chiude il libro sorridendo e scende saltando dall'albero, poi posa il curriculum a terra e alza le braccia verso di me, io un pó imbarazzata accetto il suo gesto e mi lascio prendere,ci dirigiamo a palazzo e Cerbero ci fa compagnia.
Arrivati all' ingresso Caronte prega Cerbero di stare fuori, ma siccome voleva entrare fa qualcosa che non mi aspettavo, si rimpocciolisce, guardo Caronte esterefatta e lui mi fa un sorriso che sa, e quindi gli dico:

"Ma quindi tu lo sapevi"

"Secondo te perché ho accettato senza storie, ho sempre ritenuto che lui fosse una creatura interessante, so tutto di lui, motivo per cui lo volevo avere con me, quindi sono contento di averlo qui"

"Mi fa piacere sentirtelo dire, tu lo meriti di più di lui"

Mi sorride ed entriamo, mi porta in una stanza enorme che non ha pareti, ma buio, gli scaffali sono a forma di tempio greco e dello stesso colore della pietra di cui sono fatti, sopra il tetto c'é una sfera di energia che fa luce.

"Se ti stai chiedendo che cos'é quel buio é uno spazio interdimensionale, dove sono conservati gli altri scaffali e ha uno spazio illimitato"

"Fico" entro istintivamente nello spazio e vedo un sacco di scaffali messi in fila anche dentro é buio, ma sfrecciano un sacco di colori, é davvero uno spettacolo.

Osservo i curriculum e vedo che sono tutti come quello che aveva in mano, argentei grandi a forma di quadrato con decorazioni in rilievo e con una sorta di magnete messo in una cinghia placcata in argento che li chiude, in essa c'è un cerchio con una bilancia bianca.

Continuo ad addentrarmi ed é spaventoso quanto sia grande e pieno di scaffali, vado sempre più in profondità fino a quando non trovo una scrivania color sabbia e una sedia stile imperiale, sopra la scrivania c'è quel che sembra un diario é rosso con dei rami in marmo bianco e un magnete con un cristallo a forma di goccia, lo prendo e accarezzo la superficie, manco il tempo di smettere di farlo sento che Caronte mi tiene il braccio e mi dice:

"Posalo immediatamente"

"Ma perché non c'é ni-

" Ho detto posalo , non te lo ripeto più"

Pietrificata dal suo sguardo lo ascolto e poso il diario.

Usciamo e non posso fare a meno di farmi delle domande, perché non vuole che io legga il suo diario?, credevo che si fidasse di me... ammetto che sono molto ferita... io gli ho praticamente raccontato tutto di me, e lui si ostina a non farlo, ma qualcosa mi distoglie dalla mia paranoia, Caronte urla, e non so il perché :

"MA MISERIA CHE HO FATTO DI MALE CHE HO FATTO, NELLA MIA TRISTE ETERNITÀ CHE HO FATTO?"

"Caronte che succede?"

La Divina Commedia (per noi) Sfortunata (per loro)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora