15. Cindy's Pov

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Non avevo mai pensato che la vita fosse così fragile.
Quando vidi Tommy corrermi incontro, con lo sguardo assassino ed il volto macchiato di sangue, avevo capito tutto.
E sebbene sapessi già con certezza che Shadyside era sempre stata una città inadatta ad ospitare dei giovani con grande prospettive per la vita, dopo quella visione, e le successive, non sapevo più con certezza quale fosse il mio posto.

Il passo più difficile? Uccidere Tommy, o almeno provarci, per salvare invano mia sorella, vederlo cadere morto ai miei piedi, sentendo un vuoto nello stomaco. Vedere Alice morire per causa sua, quella ragazza per la quale avevo sempre provato un forte sentimento. Forse più di amicizia.

La corsa contro il tempo con Ziggy per tentare invano di ribaltare la situazione, e riportare in vita entrambi gli amori della mia vita.
Ed invece, ironia della sorte, mi unii a loro nel mondo dei morti.
Non ricordo ne il dolore fisico ne quello emotivo, ma solo la scena straziante della mia mano che sfiorava quella di mia sorella.
I mei occhi che si fissavano in quelli vuoti e nascosti del mio assassino.

Il possente corpo di Tommy che tirava pesanti asciate sul mio esile petto.

Poi, non ricordo più nulla.

✢✢✢✢✢✢

<<SI TOMMY SI!>> gridai tra un bacio e l'altro.
Ci staccammo asimando, e mi butta di schiena sul letto.
Rimanemmo ad osservare il soffitto per un po', avvolti dalle lenzuola e abbracciati, mentre il sole calante creava giochi di luce nella stanza, riflettendosi nello specchio o nei soprammobili lucidi.

<<Ti amo, Cindy>> sussurrò Tommy, e non potei fare a meno di sorridere.
Gli risposi lo stesso, sicura di me, ma non senza un'importante dubbio che iniziava a tormentarmi: se Alice fosse sopravvissuta, come noi due, chi avrei scelto?
Il simpatico e dolce Tom, ragazzo ideale e per bene, oppure la ragazza stronza e piena di sé, costantemente in astinenza, Alice, rischiando di divenire ciò che la società odierna non permetteva?
Scacciai questi pensieri. Alice non c'era più, ed era solo mia amica. Non c'era nulla tra noi, e anche se ci fosse stato, era finito.

<<Tutto bene? Mi sembri pensierosa... >> mi chiese Tommy, improvvisamente preoccupato, mettendosi a sedere e osservando il mio viso corrucciato.

<<Oh nulla... Stavo solo ripensando a.. A quello che è successo.. >>
Non ne avevamo ancora parlato, perché sapevo quanto poteva essere difficile per lui riportare alla mente quegli orribili fatti.
Chissà quanti sensi di colpa lo affliggevano.

<<Credimi, io non volevo tutto ques...>>
<<TOMMY LO SO! Mi dispiace avertelo fatto tornare in mente, ma è più forte di me! Non c'è giorno nel quale io ripensi al volto di Arnie sfigurato dalla tua ascia, a quel ragazzo decapitato (amori ricordatemi come si chiama ahahaha che scrivo il nome completo), al petto di Alice sbragato, al tuo volto inerme mentre cerchi di ammazzare mia sorella... E al tuo corpo, il corpo che amo, che mi uccide senza pietà. E tutto questo per colpa di quello stupido schifosi ragazzo! Non sarebbe così complicato toglierselo dai piedi se non fosse per Ziggy! >>
Sputai come veleno tutte queste parole, parole che mi appesantivano si è no da qualche giorno, ma che avevo bisogno di raccontare.

Tommy mi abbracciò, e tra le lacrime promise che mi avrebbe sempre protetto. Mi assicurò anche che Nick era ormai un bravo ragazzo, e che si prendeva cura di Ziggy come nemmeno nostra madre era capace di fare. Ma non era ancora arrivato il mio momento di perdonarlo.

Le campane della chiesa della città suonarono le 20.
Sapevo che Ziggy e Nick non sarebbero tornati per cena, perciò io e Tommy ordinammo una pizza.
Mangiammo tranquillamente, guardando qualcosa di sfuggita in televisione, e poi ci addormentammo sul divano, abbracciati e stanchi morti nonostante la giornata poco produttiva.

Mi svegliai di soprassalto ad uno strano rumore, proveniente dalla camera di Ziggy.
Guardai l'orologio: le 11.
Era sicuramente troppo presto perché Ziggy è Nick fossero tornati, e poi non li avevo sentiti rientrare.

Non mi feci prendere dal panico, e presa la prima cosa che mi capitò in mano (un bicchiere) mi orientai nel buio della casa fino alla porta socchiusa della camera.
Sbiciai dentro, e vidi nella penombra una sagoma femminile, china sul letto.
Sentii lo stridio tipico di un pennarello su carta lucida.
Mi sporsi ancora un poco: volevo capire chi fosse quella persona.

La porta scricchiolò al mio tocco.

La sagoma si voltò, e riconobbi i lineamenti di una ragazza.
Con un sussulto, si voltò di scatto verso la finestra aperta della stanza, e si lanciò verso essa.
Non persi tempo e mi lancia all'inseguimento, e mentre la giovane scalvalacava il davanzale, le tirai il bicchiere di vetro.
Quello si ruppe in mille pezzi, ferendole il polso, e un urlo stridulo squarciò il silenzio della sera.

Nonostante il mio tentativo di fermarla, però, la ragazza fu più veloce di me, e mi ritrovai sola nella stanza, con l'aria fresca della sera che entrava dalla finestra macchiata di sangue.
Mi voltai verso il letto, sperando di trovare almeno qualche indizio, ma non vidi nulla.

In realtà, mi ero appena fatta scappare un'enorme particolare.

Tmy mi corse incontro proprio in quel momento, probabilmente svegliato dall'urlo: <<CINDY! Stai bene? Mio dio, cosa è successo?! >> urlò spaventato, e mi abbracciò.
<<Non lo so, ma so solo che siamo in pericolo! Di nuovo>>
<<Ma come è possibile... Abbiamo superato tutta quella storia, abbiamo bruciato il libro... >>
<<Già.. Forse era semplicemente il solito senzatetto che cercava dei soldi... >>dissi, cercando di rassicurare me piu che Tommy.

In realtà sapevo che c'era altro sotto, ma non osavo indagare.

Tornammo in salotto, e ci stende mo di nuovo sul divano a guardare la tv.
Presto Tommy si riaddormentò, ma io avevo perso la voglia di dormire.
Strani pensieri mi frullavano nella mente, che furono interrotti solo dal chiavistello della porta che si apriva.
Alzai lo sguardo, e vidi mia sorella, luminosa e felice come non mai, che seguita da Nick faceva il suo ingresso in casa.

La salutai, e vedendola così raggiante scelsi di non dirle l'accaduto di poco tempo prima.
<<Allora, come è andata? >> chiesi, mostrandomi contenta della loro prima uscita.
Ziggy non rispose, limitandosi a mostrare la sua mano sinistra, sulla quale splendeva un magnifico anello.
Sconcertata, chiesi subito se Nick le avesse fatto una proposta di matrimonio.
<<Non penserete mica di sposarvi a quattordici anni?! >> chiesi a bocca aperta.
Ziggy e Nick risero, spiegandomi subito dopo che era solo un anello di fidanzamento.

Grassi un sospiro di sollievo.
<<Come è andata invece qua a casa? >> mi chiese Nick.
Cercai di mantenere un tono normale, ma risultai comunque molto nervosa nella mia risposta.
<<Bene, tranquilli>>.
<<Sicura? Sembri turbata>> chiese Ziggy, aggrottando la fronte.
Distolsi lo sguardo e annuii.
<<Forza, ora andiamo tutti a letto. È tardi e dovrete riposarvi dopo questa lunga serata>>.
Annuirono, e dopo aver svegliato dolcemente Tommy, mi diressi con lui in camera.
Non feci nemmeno in tempo a chiudere la porta, che un piede da fuori me lo impedì.

Aprii la porta, e trovai Ziggy con le mani completamente insaguinate.
Cazzo! Avevo dimenticato di pulire la finestra.

<<Cindy, cosa è successo qui? >> mi chiese, sconcertata.

In quel momento arrivò anche Nick, pallido come un fantasma.
Senza una parola, mi porse un semplice foglietto di carta.

Non era un semplice foglietto: era una foto stampata in carta lucida.
Raffigurava mia sorella e Nick sulle montagne russe, il tipico autoscatto che l'attrazione produceva alla fine del giro, per immortalare le espressioni divertenti dei passeggeri.

Solo che su quella foto, c'era qualcosa di diverso: due grosse X rosso sangue coprivano il volto dei due, e la scritta "Succederà quando meno ve lo aspettate" copriva lo sfondo mozzafiato della foto, creando un'atmosfera terrificante.

Maffe

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⏰ Ultimo aggiornamento: Nov 01, 2021 ⏰

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