Orgasmo pt 2 - EXPERIENCE

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Cesare's POV

Arrivo in studio.
Recupero le mie cose, tolgo la cintura maledicendo il mondo e scendo.
Ho i maroni pieni dopo questo viaggio fuori porta, vorrei solo che passasse questa giornata per farmi gli affari miei.
Apro il portellone e oltrepasso la soglia: "Ed ecco arrivato anche il nostro Cesu! Saluta gli abitanti di Around, bel puledro!" Il biondo mi punta la telecamera in faccia a tradimento. Trattengo un bestemmione e sorrido di uno dei sorrisi più finti mai fatti: "Buongiorno, buongiornissimo!" Soddisfatto della mia performance inizia a girovagare intorno a Frank che sta aiutando Nic con il settaggio delle camere.
Oggi dobbiamo registrare una puntata. Spero di non sclerare dal nulla, sarebbe imbarazzante.

Vado verso la macchinetta del caffè e trovo Nelson intento a inserire la cialda. L'unica persona che non volevo vedere.
Si volta di scatto: "C...Cesu, sono passato da te stamattina, ma eri già uscito!" Faccio una smorfia, non mi interessa starlo a sentire.
"Cesi..." Cala un raggelante silenzio.
"Facciamo 'sta puntata che ho un sacco di lavoro arretrato e voglio andare a casa ad un orario decente!"
Mi ravvivo i capelli: "Ho buttato la serata ieri!" Non riesco a trattenere la frecciatina e il volto di Nelson impallidisce. Vedo la sua struttura così alta e longilinea incurvarsi, piegarsi, rompersi, sciogliersi e poi ricomporsi.
"Ceso..." Silenzio assordante. Manca solo il passaggio dei covoni di paglia che si vedono nei film Western per incorniciare il disagio.
"Ho bisogno di caffeina!" Si sposta ma mi afferra per un braccio stringendo come se fossi un marshmallow. Riesce a farmi male anche se credo che il dolore sia più una forma di piacere e in quel tocco, in quella presa salda, rivedo le nostre ore insieme.

Ventiquattro ore nel suo odore.
Attimi nei nostri battiti che porterò con me fino alla tomba.
Sguardi che conversano più di quanto potrà mai fare qualsiasi bocca.
Trattengo il groppone mordendomi le labbra.
"Cesare!" Il suo sussurro spezza quei flash e prepotentemente ne subentrano altri: quelli che non ho visto ma che mi hanno privato del sonno, quelli che, per tutto il maledetto tempo, mi hanno regalato incubi sia in dormiveglia sia da sveglio.
Mi riprendo dalla libidine del momento scuotendo il capo e con gli occhi umidi: "Leva il braccio o te lo spezzo. Non sto scherzando!"
Lascia la presa ma non distoglie lo sguardo. Sento il volto divampare, la mascella serrarsi, stringo i pugni e li infilo in tasca per evitare di sferrargli un destro.

Mai ti farei del male Nelson, mai. Ma oggi è meglio se mi stai alla larga.

In un sorso finisco il caffè e mi dirigo verso Dario alla ricerca di quattro chiacchiere spensierate ma il grido di Shbic annulla i miei piani: "Regaz, ci sono! Ho fatto!" Si posiziona dietro la seconda camera in attesa.
Tonno ci consegna i microfoni e ci fornisce anche i dettagli sul da farsi.
Nonostante le indicazioni e le raccomandazioni del biondo, il girato non può che essere un disastro: in quasi ogni frase c'è una frecciatina mirata a colpire Nelson ma lui sembra schivarle tutte e con un'insolita disinvoltura porta avanti lo show; inoltre non riesco a trattenermi e mi lascio scappare parolacce, commenti su capezzoli e aneddoti sui peli pubici. Tutte cose che dico sempre ma di solito tenendo bene a mente che il nostro è un canale YouTube family friendly; oggi invece mi sento senza filtri e continuo ad elencare mentalmente le divinità antiche in ordine alfabetico.
Frank sbatte il pugno sul tavolo: "Rega! Basta così! Facciamo che ci prendiamo una pausa. Eh? Non se ne può più! È la terza volta che rifacciamo questa maledetta scena! Ci stiamo impiegando una vita!"
Levo il microfono in fretta e furia e mi precipito fuori acchiappando la giacca dall'appendiabiti. Ho bisogno di respirare.

"Vez, stai bene? Oggi sembri in botta totale!" Dario si appoggia al muretto con una gamba e ruba una sigaretta al pacchetto preso dalla tasca dei jeans.
Mi tiro su e gli passo l'accendino: "Sì, dai. Ho dormito molto poco e quel poco troppo male. Adesso mi ripiglio!" Sfodero uno dei miei sorrisi più carismatici e gli do un buffetto sulla spalla: "Mi dispiace, sono un macello quando sto così..." Espiro il fumo.
"Vuoi parlarne?"
Scuoto il capo: "No, grazie, sono solo elucubrazioni che non si interrompono, un flusso a briglia sciolta di pensieri e parole."
"Meeh, vecchio, ti capisco, sai? Quando mi prende così inizio a scrivere e mi perdo. Sono momenti che amo!" Tira una boccata energica.
"Soprattutto al mattino presto..." Spegne la sigaretta.
"Adesso ce la fai a finire la puntata?" Annuisco ed espiro l'ultima boccata di fumo.
Se non finiamo al più presto la puntata rischiamo di restare indietro con le pubblicazioni come è già successo agli albori del nostro canale. Ci siamo ripromessi di non farlo accadere mai più.
Seguo i suoi passi, più lucido di prima.

E io sento teDove le storie prendono vita. Scoprilo ora