Cena con il "nemico"

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Lily guardava la candela sul tavolo spegnersi gradualmente e, nel frattempo, si chiedeva forse con troppa insistenza come aveva fatto quella Laura a conquistare James. Ma soprattutto come aveva fatto lei stessa ad essere così stupida. Sapeva benissimo di esserne completamente cotta l'ultimo anno ad Hogwarts, ma si era limitata a guardarlo da lontano. Era stata un'idiota. Tutti nella scuola sapevano che, anche se non ci aveva mai creduto, anche lei piaceva a James. Beh, forse neanche tanto. L'aveva dimenticata completamente senza alcuno sforzo, a quanto pareva. Fatto sta che lei era fermamente convinta che se ne avesse approfittato, se non fosse stata così irrazionalmente codarda per essere una Grifondoro, forse ora sarebbero stati insieme a guardare la vita, invece lei era sola, e lui era con Laura.

I pensieri le volavano in testa e, quando finalmente riuscì ad acquietarli, trovò uno strano sostegno nella sbavatura di pittura gialla sul legno della finestra della sua camera. Quella sbavatura era come lei, fuori posto. I capelli rossi ricadevano spettinati sulle spalle e, nonostante fosse una normalissima domenica mattina, Lily si sentiva stranamente in colpa per essere ancora a crogiolarsi nel calduccio del suo pigiama blu. Avrebbe potuto fare milioni di cose in quel momento, per citarne una: aiutare Alice con i preparativi, ma non riusciva ad alzarsi dal letto, c'era come un collante che la teneva giù, a trastullarsi il cervello con pensieri e sbavature di pittura.

Non capiva come fossero possibili tali sbalzi d'umore: solo la sera prima avevano riso -e anche bevuto- con Sirius e quella mattina sentiva addosso un peso opprimente che la schiacciava e la faceva sentire una codarda, per di più stupida. Se al primo anno di scuola le avessero chiesto a chi avrebbe indirizzato i suoi problemi di cuore lei avrebbe risposto James Dean o, al massimo, Alain Delon. Mai avrebbe pensato che un altro James avrebbe fatto battere il suo cuore. Anzi, quando a sedici anni si era vista portare a casa da sua sorella diciasettenne un uomo di dieci anni più grande di lei, con il doppio mento che aveva a sua volta un doppio mento e, soprattutto, con un carattere talmente irritante e con una mente talmente chiusa, aveva desiderato di non innamorarsi mai. Invece all'inizio del sesto anno aveva iniziato a guardare James Potter e lui si era rivelato fantastico, tanto che per tutta l'estate non aveva fatto altro se non pensare a lui e, quando all'inizio del settimo anno l'aveva rivisto si era accorta che la sua cotta era diventata qualcosa di più.

La porta si spalancò e lei, come una bambina, chiuse gli occhi facendo finta di dormire. Era sicura che fosse Alice e la sua voglia di ascoltarla, di parlare con lei e di fare qualcosa era andata a infilarsi sotto la polvere e gli oggetti buttati sotto il letto. Tuttavia si rese conto che ciò che stava facendo era seriamente idiota. Sicuramente Alice l'aveva vista e poi sarebbe stato egoistico da parte sua non aiutarla, dato che lei c'era sempre stata. E con sempre, si intende proprio sempre. Allora aprì gli occhi. Alice le aveva messo sul comodino una tazza di caffè fumante, probabilmente intuendo dal ritardo ad alzarsi che quella era una giornata no. Ora la stava guardando quasi ridendo e Lily la benedisse con lo sguardo, cosa avrebbe fatto senza di lei? Nonostante avesse sempre sentito molta affinità anche con Marlene ed Ellie, Alice era l'unica che era sempre riuscita a capirla con un solo sguardo.

Prese la tazza non dando importanza al calore che quasi le bruciava le mani e osservò come una benedizione quella tazza di caffè lungo. Una delle tante meraviglie del mondo babbano. Non aveva mai capito come facessero i maghi e le streghe a bere ogni mattina ripugnanti e maleodoranti intrugli che loro definivano paradisiaci. Forse per le sue origini, Lily era sempre rimasta con  una parte della sua mente alle abitudini che aveva prima di scoprire che fosse una strega. Era tutto completamente diverso, non migliore e neanche peggiore. Molte volte aveva sentito accenni dai suoi colleghi come: "Come faranno i babbani senza magia?" Lei pensava fosse tutto equilibrato. I babbani davano loro molte cose, per citarne una le automobili. Loro applicavano solo qualche magia. 

Tutte lo lasciano - JilyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora