Parte 7- Anvedi Nico che sorrisetto

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La sveglia delle otto è suonata puntuale e Nicolò si è affrettato a spegnerla per non disturbare la ragazza che dormiva ancora accanto a lui. Si è alzato ancora assonnato ed è andato in bagno per lavarsi e prepararsi. È sceso in cucina e ha cominciato a fare colazione. Serena lo ha raggiunto mentre inzuppava un biscotto nel latte e si è avvicinata in punta di piedi. "Merda mi dispiace, non volevo svegliarti!" ha esclamato il ragazzo vedendola lì anzi che nel suo letto. "Tranquillo, la mia sveglia è suonata poco dopo la tua. Devo andare all'università." ha spiegato lei con un sorriso. "Posso darti un passaggio prima di andare all'allenamento" ha proposto Nicolò con un sorriso speranzoso a cui la ragazza non è proprio riuscita a dire di no. È corsa su per le scale per prepararsi, ha raccolto tutte le sue cose e ha raggiunto nuovamente il piano di sotto.

Lui indossava quella maglia stupenda con cui si allenava, tutta nera e con lo stemma della Roma che spiccava sul cuore. Lo ha guardato mentre metteva nel borsone tutto l'occorrente per andare a lavoro e lo ha trovato davvero bello. È salita sulla sua macchina e, quando lui si è fermato davanti casa sua, lo ha salutato con un bacio frettoloso ed è corsa a cambiarsi per raggiungere l'università il prima possibile.

Nicolò l'ha guardata allontanarsi trotterellando e ha aspettato fino a che il portone non si è chiuso dietro di lei. Continuava a toccarsi il punto in cui le sue labbra lo avevano sfiorato, in estasi. Il clacson di una macchina dietro di lui lo ha riportato alla realtà, ha rimesso in moto e si è avviato verso Trigoria. "Ciao Nico!" lo ha salutato Franco, l'addetto alla sicurezza, alzando la sbarra elettronica per farlo passare non appena è arrivato all'ingresso del centro sportivo. Ha ricambiato con un cenno della mano e ha parcheggiato al solito posto, vicino alla Jeep di Gianluca Mancini. Ha preso il borsone e si è diretto nella sala comune per chiacchierare e prendere un caffè con i suoi compagni prima di iniziare l'allenamento. Mentre discuteva con Cristante riguardo alla vittoria ancora fresca del derby, ha notato Riccardo e Lorenzo che parlavano in disparte. Il più giovane tra i due teneva gli occhi bassi e ascoltava la lavata di capo da parte del suo capitano. Quando Pellegrini ha finito la ramanzina Nicolò è corso dal suo amico per sapere cosa gli avesse detto e per consolarlo un po'. "Mi hanno dato un avvertimento: alla prossima stronzata mi mettono fuori rosa" ha spiegato Calafiori sconsolato. Nicolò ha trovato quella punizione severa ma giusta, in fondo non era la prima volta che il suo amico combinava qualche guaio e giustamente la società era stanca di abbozzare. "Forza ragazzi, cominciamo!" ha esclamato il mister facendo il suo ingresso dalla porta scorrevole e tutti lo hanno seguito verso i campi. Da quando Mourinho era arrivato a Roma, nella capitale si sentiva un'aria diversa e anche nello spogliatoio tutti si impegnavano al massimo per fare bella figura con lui. Nicolò, tornato da poco da quel maledetto infortunio che lo aveva tenuto fermo per quasi un anno, ci teneva a riconquistare la fiducia del mister e della società che avevano sempre creduto in lui, ma soprattutto dei tifosi che non lo avevano mai fatto sentire solo, nemmeno nei momenti più difficili. Il gol al derby era stato il suo dono di ringraziamento ed era contento di aver reso tutti felici. Roma era una città diversa dalle altre in cui era stato, i tifosi lo trattavano come un figlio, poteva sentire la loro passione, condividere la loro gioia per una vittoria e la loro rabbia dopo una sconfitta. Non era certo una squadra facile in cui giocare, ma per Nicolò era la più bella del mondo. Quella mattina però aveva un'altra ragione che lo spingeva a dare il massimo per quella maglia: Serena. Se pensava a lei la fatica scivolava via dalle sue gambe e il suo fisico reagiva come non aveva mai fatto prima. Ha svolto l'intero allenamento pensando ai suoi occhi da favole, con un sorriso sulle labbra che non è sfuggito ai suoi compagni di squadra. "Anvedi Nico che sorrisetto che c'ha!" ha riso Bryan Cristante mentre facevano planck. "Non è che ti sei innamorato?" ha chiesto Spinazzola facendogli l'occhiolino. "Ma che innamorato, si sarà trovato una sbuciona che soddisfi tutti i suoi desideri" è intervenuto Mancini con la sua solita delicatezza scatenando le risate di tutto il gruppo. Nicolò era infastidito, ma è stato allo scherzo e ha riso a sua volta. Forse Spina aveva ragione, ma era possibile innamorarsi di una ragazza dopo solo due incontri? Non aveva mai creduto all'amore a prima vista e ad altre stronzate simili, ma forse si sbagliava...

Voglio solo star con te❤💛- Nicolò ZanioloDove le storie prendono vita. Scoprilo ora