𝐗𝐋𝐈

543 31 37
                                    

È passato un po' di tempo da quando Esme è stata rinchiusa ad Azkaban.
Narcissa ha saputo subito la novità da Lucius, che si è mostrato davvero entusiasta come se fosse Natale ma, la verità, è che lei non ha gioito come si sarebbe aspettata.
Si stupisce dalla propria reazione, pensava di festeggiare con il marito, ma il primo pensiero è stato dedicato al figlio che sa benissimo quanto ami quella donna.
Ha immaginato la sua sofferenza e ciò l'ha mortificata.
L'amore che prova per Draco non ha prezzo.
Proprio per questo ha deciso dopo un po' di tempo di andare a trovarlo.
Ha voluto dargli modo di metabolizzare l'accaduto, di stare con il figlio, immaginando che avrebbe voluto stare da solo a casa.

Decide di andare a trovarlo a lavoro, sapendo che non avrebbe incontrato Scorpius, e magari gli darebbe modo di distrarsi un po' durante una lunga giornata piena di impegni. Gli prepara anche una buona torta alle mele, magari potrebbe fargli piacere, e si dirige al Ministero.
La fanno entrare senza alcun problema e riesce a raggiungere il suo studio in pochi minuti. Bussa e attende che le venga aperta la porta.
Draco rimane alquanto stupito di vederla, corruga la fronte infatti, ma la fa accomodare.
«Oh, madre, come mai qui?»
«Ero venuta a vedere come stessi» sospira e si avvicina alla scrivania, permettendosi di mettersi seduta davanti ad essa su una comoda sedia.
Tra le mani ha ancora un pacco con il dolce preparato e osserva attentamente il figlio davanti a sé: la leggera barba, le occhiaie, si nota quanto sia stanco.

Narcissa rimane per un attimo in silenzio prima di prendere parola: «Ho saputo quello che è successo, volevo venire subito, ma ho pensato che volessi stare un po' solo...sai, magari con il bambino»
Lui annuisce piano e si sforza a mostrarle un piccolo sorriso, nonostante si senta sempre sottotono quando si parla di Esme.
«Comprendo che ti possa mancare molto, sai? So che sembro molto incoerente, ma io ti amo molto, figlio mio, e vederti così mi rammarica parecchio» la donna parla con tono docile e premuroso, vedendo il figlio spostarsi dalla sua postazione e poi mettersi vicino lei, seduto comodamente.
Si lascia sfuggire un sospiro e lei riprende a parlare: «Sono consapevole dell'amore che provi per la tua famiglia, questo ti fa molto onore, e sei diventato un uomo davvero responsabile e affettuoso. Anche se non sono stata sempre brava, Draco... io, vorrei che ti affidassi a me se necessario. Se hai bisogno di parlare, di esprimere il tuo malessere, tua madre è qui».
Draco rimane davvero stupito da quelle parole così sincere e spontanee, rendendosi conto che è seria e non ha la minima voglia di fare qualche pessimo giudizio o commento.
«Non sono mai andata particolarmente d'accordo con tua moglie, lo sai, siamo molto diverse, ma non le ho mai augurato tanto dolore, soprattutto perché so che questo ne provoca altrettanto a te»

Non mente, sul serio, ogni parola è pronunciata in maniera decisa e materna, esprimendo al figlio quanto ci tiene alla sua persona.
Vederlo stare così, aver visto quegli occhi vuoti, le ha dato la conferma che nulla può appagarla se implica la sofferenza di Draco.
Lo vede sorridere e comprende che ha creduto, che non ha intenzione di allontanarla.
«Sono davvero colpito, madre. Non mi aspettavo un tale discorso, però mi rende molto contento sapere che ci sei per me e che comprendi la mia mancanza. Esme è la donna che amo e darei qualunque cosa per rivederla»
«Io... non so se può avere una riduzione della pena, non capisco nulla delle nuove leggi» ammette storcendo la bocca.
Inaspettatamente vorrebbe quella donna al più presto fuori da quel posto, non perché le importi di lei, ma perché Draco che non dovrebbe stare male.

«Sono pur sempre ventisei anni, madre, anche una riduzione non sarebbe abbastanza per invecchiare con lei» abbassa lo sguardo ma il volto viene preso e accarezzato da Narcissa, che vuole mostrargli il suo supporto con il proprio sguardo materno: «Devi farcela, figliolo».
«Madre, nostro figlio avrà quasi trent'anni quando uscirà, sarà un uomo adulto e io, invece, quasi sessanta...» mormora scuotendo il capo e stringendo le palpebre duramente «Speravo di vivere con mia moglie, trascorrere tutte le mie giornate con lei».
La donna si prende qualche attimo per rimanere in silenzio, non sa bene che dire perché è una situazione pessima e ogni parola potrebbe risultare terribile, anche inutile.
«Tu...so che è una pessima domanda da farti in questo momento» prende un grosso respiro e cerca di trovare il giusto modo di comunicare «Intendo, vorresti crescere il bambino solo?»
La fronte di Draco si accartoccia mostrando un'espressione di disappunto: «Madre, non voglio vivere con una donna che non sia Esme».
«Non volevo essere così indiscreta, figlio mio, ma semplicemente saranno tanti anni e mi domandavo se hai semplicemente voglia di rimanere tutto questo tempo ad aspettarla. Saresti un bravo marito ad attenderla, sarebbe veramente un gesto d'onore, quindi la mia era semplice curiosità»

PUREBLOOD || She deserves betterDove le storie prendono vita. Scoprilo ora