𝐶𝐴𝑃𝐼𝑇𝑂𝐿𝑂 8 - 𝘭𝘢 𝘴𝘤𝘢𝘵𝘰𝘭𝘢 𝘥𝘦𝘪 𝘳𝘪𝘤𝘰𝘳𝘥𝘪

19 5 0
                                    

La voce su quel che avevo fatto non si era poi diffusa molto, oltre James, Emilia, Brandon e Maximus nessun altro pareva saperlo.
Nessuna occhiata furtiva, nessuna domanda, niente bisbigli alle mie spalle.
Ero sollevata ma la conversazione avvenuta pochi giorni prima in quell'ufficio continuava a ripetersi nella mia mente.
Lui sapeva dei miei scheletri nell'armadio.
Avrei dovuto capirlo prima o perlomeno immaginarmelo.
Si insomma, con il senno di poi, era più che ovvio che almeno qualche informazione su di me l'avessero in questo posto.

Per il resto era stato tutto molto piatto e tranquillo.
Nessun Demone antipatico in vista e nessuna chiamata dalla Terra.

Brandon era come scomparso.

Avevo chiesto ad Amanda se ne sapesse qualcosa, giusto per curiosità e non perché mi importasse davvero.
Sapeva solo che era stato molto impegnato con quelle famose lezioni sul rispetto delle regole che gli avevamo imposto le Sfere Rosse dopo che aveva attraversato il Corridoio Bianco a causa mia.
Mi sentivo ancora un pò in colpa ma quel sentimento stava man mano sfumando in confronto a tutti gli altri pensieri che mi frullavano in testa.

«Attenta! Sei sempre distratta tu» ridacchiò Rio.

Avevo legato molto con quel ragazzo in pochissimo tempo. Era davvero simpatico e scherzosamente piacevole oltre che buffo.

«Non mi ero accorta» risposi prendendo il libro che avevo fatto cadere accidentalmente e riponendolo al suo posto.

James aveva ricevuto da Maximus il compito di ricatalogare i libri della sezione Informazioni della Biblioteca e noi due c'eravamo proposti di dargli una mano.
Pessima idea.
Ero talmente tanto assente da diventare quasi un intralcio e non un aiuto.
Andai a sedermi in un tavolo vuoto e sospirai.
Non ne combinavo una giusta.

«Cosa c'è che non va?» chiese il mio tutor prendendo posto accanto a me.

Da dove iniziare? Erano così tante le cose che non andavano, principalmente me stessa.

«Maximus si è offerto di farmi da strizzacervelli»

Rio cominciò a ridacchiare.
Non per il fatto che ne avessi bisogno, non era il tipo da prendere in giro le difficoltà di qualcun altro, ma più che altro per il mondo in cui lo avevo definito.
Strizzacervelli.
Non mi erano mai piaciuti, non credevo molto nelle loro capacità di aggiustare i disagi delle persone.
Un vaso rotto poteva essere incollato ma le crepe sarebbero state comunque ben visibili, allo stesso modo una persona poteva essere aiutata ma ci sarebbero sempre state le cicatrici a ricordargli ciò che era accaduto prima.

«Secondo me ti farebbe bene parlare un pò» rispose James lanciando un libro al suo amico per farlo smettere ma mancandolo completamente e provocandomi una risatina divertita.

Forse aveva ragione, mi avrebbe fatto bene tirare fuori qualcosa che mi portavo dentro da anni.

E così, quel pomeriggio stesso, mi ritrovai nuovamente seduta davanti a quella scrivania con gli occhi di Maximus incollati addosso.
Picchiettavo nervosamente le dita sulla mia gamba, non era semplice.

«Avevo una famiglia bellissima. Ma dopo un pò le cose hanno iniziato a non andare più cosí tanto bene» dissi con un filo di voce.

Da quel momento in poi diventai come un fiume in piena.

Parlai di quando mia madre scoprì il tradimento di mio padre con una sua cara amica.
Lei non sopportava ciò che quei due le avevano fatto e inoltre mio padre non era nemmeno una persona tanto...calma...cosí chiese immediatamente il divorzio.
Andò a vivere in un'altra città lasciando me e mio fratello con mio padre, scomparve dalle nostre vite.
Lui non aveva preso molto bene la cosa e aveva cominciato a bere ogni sera, sempre di più, forse per cercare di affogare in quegli alcolici il suo dolore e la mancanza della donna che si era reso conto di amare ancora.
Non si comportava più tanto bene con noi, con me soprattutto.
Qualsiasi cosa facevo era un rimprovero assicurato o a volte qualche schiaffo.
La situazione però degenerata di giorno in giorno e i suoi non erano più semplici schiaffi. Spesso mio fratello interveniva e provava a difendermi.

𝑯𝑬𝑳𝑳 𝑨𝑵𝑫 𝑯𝑬𝑨𝑽𝑬𝑵Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora