4° capitolo

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Inutile dire che quella notte non chiusi occhio: pensavo all'outfit perfetto, a tutte le figure di m che potevo fare in presenza di Lorenzo, mi alzai 23452662 volte per controllare di non avere brufoli in volto o di essermi depilata bene gambe, braccia e anche l'inguine dato che quella volta mi avrebbe visto in costume. Mi guardai allo specchio altrettante volte per accertarmi di essere in grado di mascherare convenientemente la pancetta che mi ritrovavo.

Risultato: il giorno dopo avevo delle occhiaie che toccavano terra. Sapevo che Lorenzo sarebbe arrivato verso le dieci, quindi fino a quell'ora mi feci una maschera di bellezza dietro l'altra per cercare di far scomparire quelle tremende righe nere dovute al sonno. Infine, quando fu effettivamente il momento di prepararmi, misi kili di correttore per accertarmi che non si vedessero.

Quando l'ora fatidica arrivò e con essa giunse anche il suono del campanello, ormai mi stavo mordendo le dita dall'ansia.

Quando aprii la porta vidi un paio di Ray-Ban con sopra quei capelli biondi che ormai avrei riconosciuto tra un milione. Indossava una maglietta a maniche corte Balenciaga e dei jeans Levi's. Ai piedi portava delle classiche Nike Air Force 1.

Lo feci entrare, e gli proposi di fare un giro per l'isola prima di tuffarci in mare. Lui approvò pienamente la proposta.

"sei bellissima, lo sai?", mi disse, fissandomi nei miei jeans corti (ascellari) e la mia maglietta che esponeva oculatamente la mia pancia. Ai piedi invece portavo le mie fidate Vans Old Skool, le quali, nonostante avessero quasi un anno, sembravano nuovissime.

Fu così che uscimmo dall'appartamento e ci dirigemmo all'esterno, camminando lungo l'isola, con il vento estivo che ci scostava i capelli dal viso. Ci affacciammo sulla costa per osservare il mare, quando improvvisamente sentii la sua mano sulla mia. Percepii il calore del suo fiato sul mio collo, e infine le sue labbra che toccavano la mia pelle. Mi girai. Ci guardammo negli occhi per quella che mi sembrò un'eternità, finché lui non mi accarezzò la guancia con il pollice, e mi baciò.

Era il primo bacio della mia vita, e non avevo mai provato nulla di così meraviglioso prima di quel momento.

Restammo lì per quelle che potevano essere ore come cinque minuti, a baciarci e a farci coccolare dal vento.



to be continued...

Lorenzo Chiesa || la prova che il destino esisteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora