Capitolo 26

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Olivia's Pov
"Olivia" sentì la sua voce bassa chiamarmi e lentamente mi alzai sentendo le mie gambe e i miei piedi voler cedere. Mi girai verso di lui guardandolo negli occhi. I suoi occhi erano spenti e mi guardavano con attenzione soffermandosi sulla spada che avevo in mano.

Si chiederà dove l'ho presa e io cosa li risponderò?

"Dove sei stata?" domandò con un tono di voce più alto.

Non li risposi e appoggiai la spada sul letto, lui seguì con attenzione i miei movimenti aspettando una risposta che non arrivò.

"Olivia rispondimi" continuò a parlare ma lo ignorai. Camminò fino ad arrivare di fronte a me ed appoggiare le mani sopra le mie spalle scuotendo leggermente il mio corpo.

"Olivia" mi guardò negli occhi e lo riserbai uno sguardo freddo. Tolsi lentamente le sue mani dalle mie spalle e finalmente parlai.

"Non mi toccare" dissi solamente e vidi nel suo sguardo una traccia di delusione avendo capito che si aspettasse una risposta diversa.

"Dimmi almeno sei stai bene?" mi morsi il labbro inferiore cercando di non ridere nervosamente alla sua domanda.

"Sto bene" li risposi solamente mentre camminavo verso il mio letto prima di sdraiarmi e chiudere per un momento gli occhi.

"Come te li sei fatte?" aprì gli occhi e vidi lo sguardo puntato sui miei piedi ormai distrutti e pieni di ferite.

Non li risposi cosa che lo fece avvicinare a me ed avere nello sguardo una scintilla di rabbia "chi te le ha fatte Olivia?" domandò, ma anche sta volta non li risposi, cosa che lo fece innervosire.

Con due dita spostò il mio volto verso di lui costringendomi a guardarlo negli occhi.

"Chiunque ti abbia fatto del male o qualche cosa ti stia facendo del male tutt'ora puoi dirmela"

"Non me le ha fatte nessuno" lo vidi sospirare e sedersi di fianco a me cosa che fece involontariamente spostare il mio corpo più lontano dal suo.

"C'è l'hai con me non è vero?" domandò, ma continuai a non risponderli provocandoli un sorriso amaro sul volto.

"Anch'io sarei arrabbiato se fossi in te. Ho sbagliato Olivia e sapere che tu ce l'hai con me mi fa male" continuò a parlare e restai in silenzio ad ascoltarlo.

"Dimmi qualcosa Olivia, urla se vuoi, ma di qualcosa. Non sopporto più questo silenzio"

"Sono stanca, voglio solo dormire" vidi nel suo sguardo una lieve delusione, ma lo vidi annuire.

"Vuoi che rimanga con te?"

"No. Voglio stare da sola" lo vidi annuire e alzarsi lentamente e prima che potessi dire o fare qualcosa si avvicinò al mio viso lasciandomi un lungo bacio sulla fronte. Senza dire nient'altro mi augurò la buonanotte e uscì dalla mia tenda facendo
le lacrime che avevo trattenuto per tutto il tempo.

Le lacrime scesero dai miei occhi percorrendo le mie guance fino ad arrivare alla fine del mio volto. Non impedì alle lacrime di uscire, anzi, pensavo che se avessi pianto mi sarei tolta il peso che stavo provando ma non fu così. Quando le lacrime ormai erano finite e i miei occhi non erano più umidi continuavo a provare un vuoto nel petto.

Chiusi gli occhi cercando di dormire per non provare più il dolore, la mia mano teneva stretto il
della spada che era di fianco a me per fare in modo di riuscire a fare ciò che mi aveva chiesto.

Nella notte avevo fatto uno strano sognato, o almeno, non tanto strano visto che non era la prima volta che avevo fatto un incubo del genere. I corpi di me e Ares erano distesi sul pavimento e privi di vita, i nostri volti così come i nostri corpi erano pieni di sangue, non indossavo la collana di mia madre ma in compenso indossavo un vestito bianco, ma che ormai era macchiato di sangue. Era lo stesso incubo che avevo fatto quando
si era ripresentato, ma stavolta c'era una terza persona nella nostra esatta pozione e con il corpo pieno di sangue. Non riuscivo a vedere chi era quella persona, era come se il suo volto fosse stato oscurato per non farmi scoprire chi fosse.

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