Non degna di uno sguardo nessuno, solo il paesaggio che osserva attentamente fuori dal finestrino dell'autobus. Si sposta un ciuffo ribelle che gli è finito davanti agli occhi, e torna nel suo mondo, fatto di foreste oscure e nuvole pallide.
Non ci parliamo da ormai mesi, io e lui. Eppure, prendiamo sempre lo stesso autobus, facciamo a piedi sempre la stessa strada, da anni, e credo che, ad essere sinceri, non si è mai interessato a me. Quando siamo con gli altri del gruppo a fare un giro in città, mi ignora praticamente tutto il tempo. E poi, non abbiamo mai avuto un hobbie o un argomento in generale con cui parlare. Siamo amici solamente perché i nostri genitori si conoscono. Ci conosciamo da quando eravamo piccoli, e ricordo vividamente il nostro primo incontro:I miei genitori mi incitavano a venire con loro a dare il benvenuto ai nuovi vicini, dato che avevano un figlio che aveva la mia età. Non ci volevo andare. Salvo le presentazioni dei suoi genitori (persone d'oro, comunque), lo vedevo sbucare dietro le gambe di suo padre, timido come è sempre stato. Senza dire una parola, mi prende per il polso e mi porta nel loro giardino sul retro, che sarà stato due per due metri quadri. La cosa che lui trovava (e trova ancora!) fico di quel giardino, era che la staccionata era altissima, e le edere e i rampicanti risalivano le travi di legno ormai vecchie. E lì ci si arrampicava, fino a raggiungere il ramo che sbucava di un albero enorme, e gli piaceva arrivare fino in cima ad esso, per vedere le nuvole. Mi aveva portato proprio lì sopra, e mi diceva che adorava stare lì, anche ore, perché sognava solo di poter toccare le nuvole, per vedere se gli angeli ci abitano davvero. Io sono sempre stato, fin da ragazzino, una persona che si affida molto ai sogni in grande e che ce la mette tutta per realizzarli, e sentire i suoi racconti sugli angeli, sul vento che ti accarezzava la pelle e sulle nuvole fatte di zucchero, mi sembrava da sciocchi, futili, semplici. Mi ero abbastanza offeso, e non sapevo nemmeno perchè. Mi dava addirittura della "persona noiosa"!
Ma erano altri tempi.Adesso, è tutto il tempo assente, perso, perfino in classe. Da quando abbiamo cominciato le superiori non mi dà il minimo segno di vita. Ora, siamo in quinta, e non ne posso più di questa situazione tra noi due, che è diventata anche pesante! Dopo le lezioni, comincio a seguirlo, senza farmi beccare, mentre percorre milioni di scale, per poi ritrovarci sul tetto. Si infila gli auricolari e si avvicina sempre di più alla ringhiera di sicurezza:
- Sai, vorrei sapere com'è volare... - Mi aveva notato. - Sfiorare le sfumature del cielo con le ali, e non avere più paura di niente. Né preoccupazioni, né responsabilità, né tanto meno prigionia. Quella dev'essere la vera libertà. Mi segui?
- S-Si, credo... - rispondo insicuro.
- Sai, non ho perso questo sogno, di toccare le nuvole. Di ritrovare gli angeli. Di farmi perdonare da loro...
- Che intendi? Non hai fatto niente di male...
- Ho infranto troppe promesse, fatto troppi errori, stato incatenato tante volte. Sono un essere imperfetto, capisci? Vorrei essere libero per una volta.
- Non vorrai mica- -
Non ho fatto neanche in tempo a finire la frase, che lui è già pronto sulla ringhiera, preparato per spiccare il volo. Ho avuto un attacco di panico:
- SEI SCEMO? NON FARLO!!
Lui si gira, e mi sorride. Poi, si rigira di nuovo:
- Tranquillo, voglio solo sentire il vento. Mica voglio morire!
- Tu sei fuori.
- Già. E sono fiero.
- MA FIERO DI CHE? MI HAI FATTO PREOCCUPARE!
Lui, sentendo le mie parole, scoppia a ridere:
- Sei proprio un tipo strano.
- Tu lo sei, idiota.
- Perché?
- Tutto in te non va: non hai né aspirazioni né niente...
- Io le ho.
- Ma non sono vere. Sono... Desideri inutili!
Scende dalla ringhiera, e si siede per terra. Poi, dopo questo, mi rivolge uno di quegli sguardi furbetti, e mi invita a sedermi vicino a lui.
Ma io non ho tempo per queste cose. Lo abbandono lì. Non voglio passare un minuto di più con lui. Basta. E lui, di risposta, non fa una piega. Mi guarda. Mentre chiudo con lui per sempre.
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Il ragazzo che voleva toccare le nuvole
Short StoryLa storia di un ragazzo, che può essere chiunque, il quale fa la conoscenza di un suo coetaneo. Essi però si ritrovano con addirittura ideali diversi. Infatti il sogno del coetaneo è strano per il nostro profagonista: vuole toccare le nuvole, vedere...