Fare ammenda. Secondo Daisy il primo passo per lavorare su me stesso, o qualsiasi cosa mi fossi messo in mente di fare, era quello di fare ammenda. Ovviamente quando dicevo "lavorare su me stesso" non intendevo rivoluzionare completamente la mia persona, non ci sarei riuscito nemmeno con una dozzina di sedute di ipnosi, venti litri d'alcol e un quintale di droga. Però magari sarei riuscito a cambiare quel paio di cose che mi avrebbero permesso di farmi perdonare dalla mia ragazza scappata dall'altra parte del paese.
Dovevo provarci per lei, non per me, non me ne fregava un cazzo di me stesso. Io ero sempre stato a mio agio con la persona che ero, nonostante spesso fossi la causa dei casini che mi portavano a stare di merda. Era quello che dovevo cambiare, la parte in grado soltanto di ferire le persone. Non l'avrei mai più ferita, non l'avrei mai più fatta stare male, nemmeno per un secondo, nemmeno per sbaglio.
Aveva detto a Daisy di essere ancora innamorata di me e che l'avrebbe sempre fatto, sapevo perché lo aveva fatto, voleva farmelo sapere. Speravo soltanto che non stesse giocando con me persino a distanza, perché mi avrebbe distrutto. Speravo davvero che mi amasse ancora, perché finché lo avesse fatto, per noi ci sarebbe stata speranza. Se mi avesse detto di non provare più assolutamente nulla per me... Ci avrei pensato soltanto quando se e fosse successo, non volevo tormentarmi più del dovuto.
Avrei dovuto parlare con Bax, avrei dovuto fare io per una volta un passo verso di lui e non lasciare che fosse sempre lui a rincorrermi. Ma prima, avrei dovuto parlare con la rossa, non perché mi sentissi in dovere di farlo o perché mi sentissi in colpa, ma perché sarebbe stato molto più difficile con lei. Non per lei, ma per me. Avrei dovuto guardare in faccia quella ragazza, trattenermi dall'insultarla e dallo scaricarle contro ogni colpa e semplicemente parlarci. Magari, dopo di lei sarebbe andato tutto in discesa.
Anche il suo era un appartamento in cui non andavo dal giorno della catastrofe: per me era il luogo in cui avevo scoperto che mi avesse abbandonato. Preferivo pensare positivo però, d'altronde se ero uscito vivo dal nostro appartamento, avrei potuto fare lo stesso anche lì. Bussai alla porta bianca e aspettai che la chioma rossa spuntasse dal piccolo spiraglio.
Mi guardò con quei due suoi occhi molto più grandi del normale e non disse niente, aspettando che fossi io a parlare. Cazzo, era molto più difficile del previsto. Cosa avrei dovuto dire a quella faccia che odiavo così tanto? O forse, il bello di odiarla in quel modo era che sarei potuto essere brutalmente onesto.
«Io ti detesto, non siamo amici e per me sei quella che mi ha portato via la ragazza e preferisco che le cose restino così. Ma ti prego, Mia, devi dirmi dove ho sbagliato» mi sforzai di pronunciare il suo nome.
«Non sei pratico di queste cose, vero?» mi attaccò. Alzai gli occhi al cielo, sentendo già la pazienza abbandonarmi. Presi un respiro profondo e cercai di calmarmi, dato che in quegli ultimi mesi avevo acquistato una certa abilità nel trattenere la rabbia a comando.
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LA's Devil 2 - I'm not leaving you again
RomanceTutti tifano per loro, tranne loro due. Entrambi, nel profondo, sapevano che quel momento sarebbe arrivato. Per tutto quel tempo avevano cercato di sopprimere quella sensazione credendo che forse ce l'avrebbero fatta a stare insieme, che il loro am...