𝐶𝐴𝑃𝐼𝑇𝑂𝐿𝑂 9 - 𝘴𝘪𝘮𝘪𝘭𝘪

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La giornata non era iniziata proprio benissimo.
Tanto per cominciare ero come caduta in una sorta di letargo, costringendo James a venire in camera mia per buttarmi giù dal letto.
Di conseguenza ero arrivata in ritardo alla lezione su Approcci da utilizzare con i Mortali.
Nulla di particolarmente importante comunque, non per me almeno dato che avevo già imparato da quel Demone come comportarmi.
A proposito, dall'ultima volta nella Stanza del Portale fino a quel giorno tendevamo ad evitarci il più possibile.
Quelle rare volte che lo incontravo era esclusivamente sulla Terra per Matt.
Nemmeno il mio Mortale se la stava passando bene: aveva avuto un brutto incidente in auto con dei suoi amici ed era finito in ospedale.
Inutile dire quanto fossi arrabbiata con Brandon poiché era il suo turno e lo aveva tentato per andare ad una festa fuori città nonostante gli era stato severamente proibito.

Proprio in quel momento, per mia sfortuna e forte rammarico, ero nuovamente faccia a faccia con il mio caro collega per andare a vedere come stava Matt.
Arrivammo velocemente al Mount Sinai Hospital.
La sala d'attesa era davvero enorme e ultra moderna, sembrava quasi l'interno di una navicella spaziale.
Ma noi eravamo diretti al secondo piano, dov'era ricoverato il nostro Mortale, così proseguimmo salendo le scale e infilandoci nella prima porta a sinistra di quel corridoio.
Nulla di nuovo, nessuna notizia differente dai giorni passati.
Matt si trovava ancora in uno stato di coma, la forte botta alla testa gli aveva provocato un trauma cranico di medio livello senza contare le diverse fratture.
Anche i suoi tre amici che si trovavano in macchina erano più o meno nelle stesse condizioni e si trovavano sparpagliati in diverse camere di quel corridoio.
Non smettevo di pensare al fatto che se l'erano proprio cercata, non avrebbero dovuto disobbedire ai loro genitori.
Eppure, a guardarli, solo due parole mi uscivano dalla bocca: poveri ragazzi.

Lasciai Brandon seduto accanto a Matt mentre io mi ritrovai in corridoio a vagare avanti e indietro.
Quante persone che si trovavano lì, la maggior parte di quel piano erano tutte con fratture gravi o un pò meno e che avevano avuto incidenti di qualsiasi tipo.
Avevo sempre odiato gli ospedali.
Vedere tutta quella gente stare male mi riempiva di angoscia e tristezza.
Ad un certo punto, però, mi bloccai davanti ad una stanza.

Stanza 404

La porta era aperta solo un pò, non del tutto, eppure vidi chiaramente la persona al suo interno che attirò subito la mia attenzione così entrai.
Davanti mi ritrovai un ragazzo dalla pelle abbronzata e i capelli castano chiaro.
Aveva dei lividi violacei sul viso e un'ingessatura alla gamba.
Il mio cuore perse un battito non appena notai che indossava la maschera per l'ossigeno e i suoi occhi erano chiusi, serrati.

«David» sussurrai.

Essendo morta non avevo più il sangue che mi pulsava nelle vene e nemmeno lacrime.
Ma ero certa che in quel momento stavo piangendo come non mai.
Piangevo.
Ero triste, disperata.
Chissà cosa avevano raccontato ai medici, sicuramente qualche idiozia.
Ma io sapevola verità, sapevo cos'era successo al mio migliore amico.
Provai ad accarezzargli la mano ma passò attraverso la mia.
Non potevo toccarlo.
Non potevo parlargli.
Però forse avrei potuto farmi sentire da lui attraverso la mente, proprio come avevo fatto con Matt.

David, non so se puoi sentirmi in questo momento, ma sappi che io sono qui con te.
Sono morta Dav, questo lo sai, ma sono diventata un Angelo.
È difficile, ci sono sempre lezioni e ostacoli da superare e c'è anche un Demone antipatico che cerca sempre di mettermi i bastoni tra le ruote.
Tu sai chi è stato.
Ma adesso è tutto okay, finalmente sto bene.
Anche tu meriti di stare bene.
Per questo motivo voglio che tu ti svegli e, una volta aperti gli occhi, devi raccontare ogni cosa.
Anche io so chi è stato.
Non posso più fare molto, adesso tocca a te ribellarti ed io ti starò sempre accanto.
Anche se non mi vedrai io sarò proprio lì, con te.
Hai fatto tanto per me, mi hai protetta, sei stato la mia roccia.
Adesso è il mio turno, non ti abbandonerò.

𝑯𝑬𝑳𝑳 𝑨𝑵𝑫 𝑯𝑬𝑨𝑽𝑬𝑵Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora