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Y/n tremava mentre il corpo privo di sensi dell'Alpha, disteso a pochi centimetri da lei, era ricoperto di sangue e vetri mentre Eunnun guardava Hyunjin senza espressione.
Le mani coperte di sangue, così come i vestiti e le scarpe e il pavimento.
<È colpa tua Y/n.> la sua voce, era sempre stata dolce e bassa ma adesso sembrava di un'adulta.
<C-cosa ho fatto.. Eunnun l'hai colpito.. Perché?> si avvicinò tentando di scuoterlo ma l'altro non si muoveva.
<È sempre stata colpa tua, troppo bella, troppo gentile, migliore di tutti.. Ti ho sempre odiata, anche quando sei stata adottata dal tuo stupido Alpha, pensavo di diventare io la migliore ma poi questo idiota mi ha portata via e..> rise mentre si chinava e spostava dal viso di Hyunjin una ciocca di capelli insanguinata. Quando si rialzò aveva tra le mani un grosso pezzo di vetro sporco di sangue.
<E-Eunnun cos-cosa vuoi f-are?> indietreggiò strisciando con il bacino a terra. La catena però non era d'accordo dato la sua poca lunghezza.
<È sempre stata colpa tua, me lo ha sempre detto.. Lui preferiva te a me, lui aveva scelto te non me.. Sono inutile se tu vivi.> mormorò in trance, la voce spenta e monotona fece rabbrividire la maggiore.
Eunnun si avvicinò lentamente, teneva gli occhi spalancati e le labbra schiuse mentre piccoli sospiri uscivano. A pochi centimetri di distanza dalle sue gambe alzò il braccio che strigeva il pezzo di vetro, subito dopo alzò l'altro stringendo entrambe le mani. Sorrise così tanto che le labbra quasi sfioravano i suoi grandi occhi dorati.
Y/n cercò speranzosa qualcosa con le mani, ma l'unica cosa che sentiva sotto le dita erano i cocci di vetri rotti. Poi ebbe un'idea. Si guardò velocemente intorno e si alzò spingendo le braccia della minore all'indietro lasciandola cadere accanto al corpo del suo Alpha. Il pezzo di vetro le volò dalle mani finendo sotto il letto. Y/n prese velocemente il vassoio con entrambe le mani e colpì con forza il volto della minore. Sentì il suo cuore spezzarsi nello stesso momento in cui decise di colpirla.
Si riprese subito ma calde lacrime scendevano dai suoi occhi, frugò tra le tasche di Hyunjin e vi trovò le chiavi. Velocemente cercò di togliersi la catena, pregando che nessuno arrivasse e che i due non si svegliassero. Appena finì salì velocemente la scalinata abbassata e dopo essere uscita la tirò su come facevano loro ogni volta che se ne andavano, e chiuse a chiave la botola.
Sospirò sentendo l'aria gelida colpirle il viso bagnato dalle lacrime. Si guardò in giro ma tutto quello che vide erano quattro mura ed una finesta su cui affacciava ad un'immensa terra piena di macchine rottaminate, da rottamare o pezzi di ricambio che dovrebbero vendere.
Rabbrividì di nuovo e aprì la porta con fatica. Era debole per non mangiare da quasi una settimana ma non le importava. Doveva scappare e andare dal suo Alpha.
Uscì di corsa dalla stanza e scese le numerose scale dallo scricchiolio inquietante. Erano di metallo arrugginito e i suoi piedi nudi gelavano ancor di più.
Attenta a non farsi vedere da alcune persone che lavoravano nei dintorini del palazzetto, s'immerse tra pe piccole stradine che formavano le macchine, svoltò a desta e poi a sinistra, tese le orecchie il più possibile per non incontrare nessuno.
Svoltò nuovamente a sinistra ritrovandosi faccia a faccia con una moto lurida dal troppo olio e benzina. Ci girò intorno sorpassandola ma avvertì un improvviso odore di legno, identico a quello di Hyunjin. Gli occhi iniziarono a riempirsi di lacrime "Non può essersi già svegliato e liberato, impossibile." pensò. Velocemente s'infilò nel finestrino rotto di un'auto vecchia e sporca e si abbassò tra i sediolini attendendo con pazienza che l'uomo superasse quel punto.
Alcuni passi si iniziarono a sentire, leggeri si posavano a terra, era vicina e Y/n sperò con tutta se stessa che il battito del suo cuore non superasse di volume quei passi così leggiadri.
Un rumore all'auto che era accanto la spaventò ma non disse nulla, si mise una mano sporca di sangue sul viso per tappare naso e bocca.
L'odore di benzina era davvero fin troppo in quell'auto. I passi si fermarono a poco distante da lei, probabilmente accanto alla moto logora.
<Che peccato bruciare la moto di mio padre, eppure ci teneva così tanto.> una voce femminile arrivò alle orecchie tese di Y/n.
Non aveva visto nessuna donna dallo stanzino dell'ufficio. Eppure non le era nuova.
<Jun finisci di dare benzina alle auto e poi dalle fuoco, sono stanca e voglio tornarmene a casa.> uno sbadiglio e di nuovo dei passi. Si allontanava velocemente fino a sparire.
Y/n stette ancora qualche minuto in più in allerta prima di alzare piano la testa e controllare nei dintorni. Nessuno.
Si affrettò ad uscire dall'auto e passò in quella di fronte, nei spazi più piccoli. Aveva capito che era più sicuro uscire da quel posto in questo modo purché farsi scoprire vagabondare tra le stradine, poi non avrebbe lasciato tracce nella neve.
Si bloccò nuovamente iniziando a tremare, l'odore di legno si fece presente di nuovo, era lo stesso della donna che prima stava passeggiando tra le auto. Cercò di nascondersi dietro uno sportello rotto, cercò di controllare il respiro ansante quando sentì i passi avvicinarsi.
<Mi dispiace piccola Omega, sento il tuo odore dall'inizio del viale, sei terrorizzata e questo non fa altro che aumentare l'odore di bacche che ti appartiene.> una risata isterica fermò il suo battito cardiaco. <vieni fuori con le buone, finché sei in tempo.> i suoi passi si fermarono, a pochi metri da dove si trovava Y/n.
Non si mosse restando ferma dietro il pezzo di ferro, altre lacrime scesero dal suo viso. "È finita!" pensò poggiando una mano sulla bocca per trattenere un singhiozzo.
<Ho capito, Omega.> i passi ricominciarono, veloci e pesanti a differenza di poco prima. Una mano sbucò da sopra il ferro ed afferrò i capelli logori di Y/n trascinandola fuori.
Y/n urlò dal dolore lasciandosi trasportare fuori il suo nascondiglio, guardò il volto della donna corrugato per lo sforzo di trascinarla via. La neve bianca aveva ormai preso una linea nera per il trascinare il corpo infreddolito della Omega.
<L-lasciami an-andare ti p-prego.> scoppiò in un pianto ricco di paura e ansia quando l'Alpha donna strattonò la presa. Gemette di nuovo di dolore e fu sicura che almeno gran parte dei suoi capelli si fossero staccati dalla cute per la troppa violenza.
Yeji trascinò l'Omega fino alla sua auto e la buttò a malo modo nel portabagagli chiudendolo successivamente a chiave.
<Prova a fiatare e giuro che ti ucciderò con le mie mani Omega di merda.> sbuffò guardandosi le mani schifata, erano sporche di sangue e terra. Le pulì velocemente contro uno straccio e salì in auto partendo.

Omega XY - Bang Chan Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora