26. Sconfiggere il nemico

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Mi concentro sul mio respiro, anche se percepisco il mio cuore battere all'impazzata. Tento di eliminare ogni pensiero senza riuscirci, mentre l'adrenalina mi scorre dentro come un fiume in piena che mi incita ad alzarmi per cecare una via di fuga.

Sento un ronzio di sottofondo e mi preparo a sentire la voce che ho imparato a odiare. «Principi, scegliete una delle vostre pretendenti che affronterà la prova da sola. Buona fortuna.»

Sollevo le palpebre e alzo il capo dalle ginocchia in tempo per vedere quattro porte aprirsi sul lato sinistro della stanza. Mi alzo dal pavimento freddo e mi avvio verso il primo varco sulla destra, da dove entra una luce accecante che non mi permette di vedere nulla. Non guardo in faccia nessuno e, soprattutto, non mi avvicino al mio gruppo per sapere se Glad ha un piano o se non sono io la concorrente che ha scelto: affronterò tutto da sola come ho sempre fatto.

C'è un terzo di probabilità che sia lo scenario del principe a cui sono associata, ma interagire con lui è l'ultima cosa che voglio. Quando morirò, almeno, sarà a causa delle mie decisioni e non per quelle errate di qualcun altro.

Pian piano anche le altre ragazze scelte prendono il posto davanti ai varchi e, stavolta, è più complicato capire chi gestisca la prova visto che stiamo partendo, apparentemente, tutti con le medesime regole.

Mi accerto che Dalia non sia tra noi e lascio andare un profondo respiro. Loto ha più possibilità di me di proteggerla in questo momento; sono così adirata che la mia impulsività potrebbe nuocere anche lei. Di sicuro tutti i principi sanno molto di più di quello che danno a intendere, altrimenti non potevano conoscere il contenuto della boccetta. Ogni qualvolta abbasso la guardia, fidandomi di loro, succede qualcosa che mi fa ricredere. Non saremo mai ad armi pari perché si troveranno sempre un gradino davanti a tutte noi.

Scruto il mio piede scalzo e quello fasciato con disappunto. Ho lasciato le scarpe improvvisate nell'angolo in cui mi ero rintanata, ormai troppo usurate per essermi di aiuto. Con la coda dell'occhio, vedo la ragazza accanto a me compiere un passo in avanti e mi muovo anche io, però la voce di mia sorella che mi chiama mi fa voltare indietro.

«Stai attenta.» Ha un'espressione preoccupata ma rassegnata allo stesso tempo. Lo sa che ora non ci sarebbe nulla che mi farebbe cambiare idea.

«Lo sono sempre. Occhi aperti.»

Mi giro verso l'ingresso, ma il mio sguardo intercetta per un breve secondo quello di Glad, che mi osserva con collera. Mi passo una mano nel ciuffo corto prima di sollevare la testa e camminare nel modo più fiero che la gamba mi permette. Io ho salvato lui e lui ha salvato me, non gli devo nulla.

Supero la porta e i raggi del sole mi colpiscono il viso, togliendomi la visibilità per qualche secondo. Appoggio una mano sulla fronte per ripararmi e mettere a fuoco ciò che mi circonda. Il suolo esterno è a diversi metri d'altezza, ma l'enorme cavità mi permette di apprezzare l'azzurro limpido del cielo. Sospiro e mi godo il calore del sole sulla pelle per un po' prima di focalizzare ciò che ho davanti: siepi alte cinque metri. È un labirinto.

In automatico scarto che sia lo scenario di Glad, troppo prevedibile; dunque la scelta rimane tra Loto e Ashton. Ispiro e allungo il piede dolorante per immergermi nel verde; fortunatamente il manto d'erba attutisce il passo e riesco a muovermi con più facilità. Svolto l'angolo e controllo che non ci sia nessuno prima di procedere in avanti. Attenziono ogni singolo rumore che percepisco per non farmi cogliere impreparata, ma l'unico suono che sento è quello degli uccelli che svolazzano tra una siepe e l'altra.

Quando mi ritrovo davanti al primo bivio, cerco di capire se ci sia qualche segno rivelatore che mi indichi la strada giusta, tuttavia il verde che ho intorno mi sembra uguale, privo di indizi. Scelgo di andare a sinistra e procedo per diversi metri prima che senta un suono basso che non riesco a distinguere. Mi fermo e mi concentro sull'udito per scoprire da dove sia arrivato il rumore, accostandomi alla siepe e sporgendomi allo svincolo verso destra. Il sentiero è completamente libero tanto da farmi pensare che mi sia immaginata tutto.

Iris - Il regno di FloraDove le storie prendono vita. Scoprilo ora