- Signorina Parkinson, entri pure, si accomodi.
L'anziana Preside era in piedi dietro alla sua scrivania in mogano lucidato, e mi guardava con occhi sottili ma che lasciavano trapelare dolcezza. Aveva una mano tesa verso una poltroncina rossa di fronte a lei, come a indicarmela. Indossava il suo solito abito verde smeraldo con tanto di mantello e l'immancabile cappello a punta; i capelli ormai grigi raccolti in un'ordinatissima crocchia, gli occhiali oro un po' calati sul naso affilato.
Feci qualche passo incerto entrando nel suo studio (che era grande il triplo della mia camera da letto) ma mi fermai pochi metri dopo la soglia, perché le mie gambe si bloccarono da sole, rifiutandosi di andare avanti. Abbassai il capo e mi concentrai sui miei piedi. Era tutto così imbarazzante.
Forza, Pansy, lo sai fare. Puoi farlo. Respira, respira.
Alzai lo sguardo e incontrai quello della McGonagall, che mi guardava con un velo di preoccupazione negli occhi. Erano dei begli occhi, chiari, di un colore misto tra il verde e l'azzurro, al contrario dei miei, neri come la pece.
Il fatto che provasse pena per me mi fece così tanto disgusto che le mie gambe tornarono a muoversi, e raggiunsi la sedia senza guardare la donna negli occhi. Non ero venuta nel suo ufficio per farle pena, o per sembrarle una debole ragazzina piagnucolosa che ha così tanti problemi psicologici che neanche riesce a controllare il movimento dei suoi arti.
- Signorina Parkinson, prego. - ripeté la donna, facendo un mesto sorriso. Sempre senza guardarla negli occhi mi accomodai, incrociando le gambe e iniziando a fissare con spiccato interesse le unghie delle mie mani, intrecciate e appoggiate sulle ginocchia. La Preside non parlò per quasi un minuto, ma con la coda dell'occhio la vedevo che mi scrutava attentamente.
Non avevo la minima idea di come quella donna sapesse o avesse capito cosa mi era successo, ma ogni secondo che trascorrevo chiusa con lei in quello studio sentivo i miei muscoli sciogliersi e il respiro diventarmi più regolare. Non so se aveva spruzzato polvere calmante nell'aria, o qualcosa di simile, ma nel giro di pochi minuti avevo smesso di picchiettare le dita sulle gambe e mi sentivo meglio.
- Bene, vedo che ora sta un po' meglio. - parlò la Preside. La guardai e per la prima volta non mi sforzai di tenere su un muso apatico e inespressivo come al solito. Lei parve apprezzarlo. O almeno credo. Fatto sta che vidi le sue labbra sottili incresparsi in una sorta di sorriso e si sporse un po' verso di me.
Annuii. - Io... io non ho molta voglia di parlarne. - dissi a bassa voce. Per quanto fossero passati anni da quegli episodi, e per quanto io fossi sempre stata capace di internare i miei sentimenti per così tanto tempo, ero abbastanza sicura che esporre ad alta voce tutta la tempesta che avevo in testa mi avrebbe solo fatta crollare. Sarei scoppiata a piangere, avrei distrutto tutta la potente corazza che i proteggeva e che ci avevo impiegato un lungo tempo a costruire.
La McGonagall mi guardò da sopra i suoi occhialetti a mezzaluna. Cercai di decifrare la sua espressione, perché mi venne il dubbio di essere stata troppo diretta, o scontrosa, o qualsiasi altra cosa che l'aveva offesa. Merlino, perché dovevo farmi così tante paranoie? Per fortuna tutto ciò che vidi fu che la sua espressione non cambiò di un millimetro.
Tornai involontariamente a torturarmi le dita con le mani, e la Preside fece una cosa inaspettata: si alzò e mi bloccò le mani, con un movimento delicato ma che mi impedì di continuare. - Signorina Parkinson, la prego di fare un bel respiro e di non sentirsi in alcun modo obbligata a parlare con me se non ne sente il bisogno. Sono qui unicamente per dirle che ho convocato i suoi genitori.
Aprii sgomenta la bocca.
Mi crollò letteralmente tutto il mondo addosso. No, no, cazzo. No.
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Slytherin's
Fanfic"Le piaceva vedere il potere che aveva su di lui. Aveva la capacità di fargli toccare il cielo e di distruggerlo senza muovere un dito." ___________________________ Riconoscimenti raggiunti nel tempo: 🥇#1 nella categoria #jkrowling 🥇#1 nella categ...