7. In territorio nemico?

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La stanza era piccola, parecchio spoglia, sufficiente a contenere un letto matrimoniale, una scrivania e un armadio. Affianco si poteva vedere la porta del bagno, chiusa, blu come la moquette che ricopriva il pavimento. Le tapparelle abbassate rendevano ancora più triste l'insieme, ma era stato necessario prendere quell'accortezza: Maharashad aveva deciso di concedere loro una spiegazione e per farlo aveva dovuto usare i suoi poteri. Ora un globo violaceo fluttuava davanti a loro, riproducendo la forma di quel pianeta e i suoi continenti. E tutto era troppo simile alla loro terra natale.

«Non capisco, non è possibile. Non esiste un pianeta gemello al nostro nella Galassia, altrimenti lo avremmo saputo.» disse Miguel, parecchio sconvolto.

La sua mente si stava man mano ingarbugliando, cercando una spiegazione logica vagliano un'infinità di ipotesi assurde, tra cui un clone segreto creato dal Nemico per allevare una popolazione di guerrieri fedelissimi e pronti a distruggerli. Forse per quello erano tutti cortesi con loro, li stavano solo raggirando per poi colpirli alle spalle e seppellirli nel deserto.

Zilong, invece, era più calmo e impassibile, almeno all'apparenza dava questo a vedere. Di certo era più attento di Nastia, trascinata a forza nella riunione e seduta a terra, con la schiena appoggiata contro la parete. Era ancora un miracolo che non avesse chiuso gli occhi, quasi ipnotizzata dalla luce viola che si rifletteva nella stanza.

«Quanta poca fantasia.» commentò Maharashad, seduto a gambe incrociate sul letto.

Miguel comprese di aver sbagliato e si voltò verso Zilong, sperando in un consiglio migliore. L'uomo restò a fissare il globo per un po' di tempo, tenendo il mento appoggiato sulla mano, ma pareva lo stesso lontano da una risposta.

«Abbiamo fatto un salto dimensionale.»

Tutti si voltarono improvvisamente verso Nastia, sorpresi di udire la sua voce. Zilong sospirò deluso, avendo chiaro tutto, mentre Miguel ebbe ben altro per cui meravigliarsi.

«Stavi ascoltando?»

«A punti, quando mi andava. Poi ho collegato.»

Fu uno dei pochi momenti in cui il ragazzo intuì il potenziale di Nastia e iniziò a provare rancore nei suoi confronti per non usarlo mai, lasciando come sempre a lui e Zilong la gestione del tutto e di Dušan.

«Per questo motivo il carburante è finito prima del previsto. Il salto eseguito non era solo spaziale.» spiegò proprio l'uomo, con tono leggermente abbattuto.

Sapeva di chi fosse la colpa e si chiese se non fosse giunto il momento che lui imparasse a pilotare una cosmonave. Meglio di Dušan avrebbe di certo saputo fare, dopo un paio di lezioni, e avrebbe risparmiato metà dei guai alla squadra.

«Possiamo lasciarlo marcire qua Dušan? Sto iniziando a pensare che sia un'ottima idea.»

Zilong si voltò nella sua direzione, ma Miguel lo anticipò prima di ricevere la sua occhiata.

«E niente discorsi sui compagni da sostenere, tutti sono la squadra e tutti sono da salvare per il bene comune. Quello se resta con noi ci fa ammazzare tutti, ha più senso mollarlo, per il bene della collettività.»

L'uomo scosse la testa, prima di rivolgersi a Maharashad.

«Come sei riuscito a capirlo?»

«Il cosmo me l'ha detto, durante le mie sedute. Purtroppo il suo influsso è più debole in questa dimensione, lo sento sussurrare a stento, ma dopo giorni e giorni ho avuto chiaro tutto. Questo è il vostro stesso pianeta, in una dimensione parallela.»

Squadra 24 - Storia di un disastroso naufragio spazialeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora