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Ennesimo giorno che la guardo sia al centro che a casa dal balcone,
Ennesimo giorno che non le rivolgo la parola,
Ennesimo giorno che mi prometto di parlarle ma non lo faccio mai,
Ennesimo giorno che sto distratto per colpa sua,
Ennesimo giorno che mi tornano in mente tutti i ricordi che avevo con lei,
Ennesimo giorno che penso solo a lei,
Ennesimo giorno che la sogno,
Ennesimo giorno che non smetto di pensare a quando facevamo l'amore,
Ennesimo giorno che non riesco a non distogliere il pensiero da lei...
E come se non bastasse oggi, è san valentino: il "giorno degli innamorati" e sicuramente lo passerò nel suo ricordo mentre mi sfonderò di birre.
«Dai Arek alzati da questo letto e smetti di fissare il soffitto mentre sei nei tuoi pensieri» mi dice Anna non appena entra nella mia camera da letto e spalanca le finestre. La luce che entra mi acceca e mi copro con una mano gli occhi. «e ora che ci sei preparati bene che ci sarà anche la tua amata Alessandra dove stiamo andando io ed Amir» aggiunge lanciandomi un occhiata.
aspetto che esca dalla camera e mi siedo sul bordo del letto per poi iniziare a guardare di fronte a me senza fissare un punto ben preciso,
fisso come sempre il vuoto:
lo fisso quando devo liberare la mente,
lo fisso quando sono immerso nei pensieri,
lo fisso quando sto pensando a qualcosa o qualcuno in particolare.
Decido di alzarmi per andare in bagno e fare una doccia dove lascio, come sempre, che l'acqua scenda sul mio corpo per poi lasciar andare via con se anche tutti i miei pensieri.
Esco dalla doccia e mi guardo allo specchio iniziando a ripensare a tutte le volte che facevo la doccia con lei e sotto la doccia a volte lo facevamo anche.
«finita la doccia?» sento dire da Amir dopo che ha bussato alla porta del bagno.
Mi sveglio da quello stato di trance in cui mi trovavo.
«si, un secondo che mi vesto e ci sono» dico per poi vestirmi.
«ma finalmente polacco»
«eh si»
Inizio a ripensare a quando, al centro di allenamento a Napoli, Alessandra mi chiamava "polacco" per la mia nazionalità o "palo della luce" per la mia altezza.
Inizio a ripensare a tutti i momenti passati con lei, agli allenamenti quando stavamo abbracciati e il mister mi richiamava per farmi tornare in campo, a quando stavamo insieme di nascosto per non far scoprire niente a nessuno, quando uscivamo insieme la sera per andare a mangiare qualcosa insieme, quando stavamo solo io e lei e stavamo benissimo..
«pensi ancora a lei vero?»
Anna, ogni volta, riesce a capire veramente a cosa sto pensando: infondo è la mia migliore amica no?
La guardo come per farle capire che aveva centrato il bersaglio e ricambia lo sguardo come per dire un "lo sapevo" per poi andare in bagno.
«hai pensato a cosa fare con ale?» mi chiede amir anche se veramente non ci avevo mai pensato: se dovessi averla di fronte, cosa avrei fatto?
sicuro non potevo scoppiare a piangere e chiederle di tornare da me dato che sicuramente non sarebbe tornata,
non potevo sicuramente fare lo stronzo menefreghista...
«sai che non lo so?» rispondo subito dopo per poi guardarlo.
Nel mentre arriva Anna e noto che ha un mazzo di rose tra le mani.
«queste le darai ad Ale stasera alla festa della società»
«e se n-»
«Arek pensa in negativo e giuro che ti picchio» mi dice dopo avermi fatto un sorrisetto come per uccidermi con lo sguardo.
«va bene capo» dico alzando le mani e prendendo i fiori dalle sue mani per poi poggiarli sul tavolo del salone.
«sai già cosa indossare per stasera?»
«io comunque a quella festa non ci vado eh ti avviso»
«rivuoi indietro ale?»
«perché chied-»
«rispondi, la rivuoi o no?»
«si che la rivoglio»
«e allora stasera vai alla festa, sai già cosa mettere?» dice amir per poi affiancare Anna.
«CAZZO NON CI AVEVO PENSATO»
«bacctò ti conviene scegliere adesso»
«vero vero vero, corro»
Vado dritto in camera mia ed inizio a scavare nell'armadio cercando cosa indossare per stasera.
Opto per un dolcevita bianco ed un pantalone beige.
Appena finisco pranzo e scendo per andare a fare una passeggiata per liberare la mente.
"chissà cosa starà facendo" penso tra me e me.
La vedo giusto di fronte a me, mentre guardava una vetrina di anelli.
«bello questo, peccato che nessuno me lo regalerà mai» dice vicino ad Anna.
Noto la ragazza vicino a lei fare la foto all'anello e sento il telefono vibrare nella tasca capendo che ha inviato a me la foto.
«andiamo a prendere qualcosa al bar? ho bisogno di un caffè» dice anna per poi ridacchiare con lei e si avviano al bar.
Anna si gira verso di me e mi fa segno con lo sguardo di andare a comprare l'anello per stasera.
Le faccio un cenno col capo ed entro in quel negozio per poi mostrare la foto dell'anello e comprarlo. Metto l'anello nello zaino per poi chiuderlo ed andare verso casa per cambiarmi.
Appena finisco inizio a pensare alle parole giuste per riaverla, anche se dubito che torni con uno come me; infondo sono un disastro.
Appena inizio a sciogliere la tensione bussa alla porta di casa mia Amir, che mi dice di scendere guardandomi come per dire che ci stava anche Ale con loro due.
Sento il cuore battere nel petto,
Sento come se mi stesse esplodendo il torace,
Sento come se mi mancasse il respiro,
Sento come se stessi per svenire,
Sento l'ansia che cresce sempre di più in me, infondo non la vedo da un sacco e mi mancano quei suoi occhioni in cui ci affondavo sempre dentro, ma che dico: mi manca tutto di lei.
Mi manca tracciare con le mani i suoi fianchi,
Mi manca accarezzare i suoi capelli mentre dorme su di me,
Mi manca baciarle le labbra e sentire le farfalle nello stomaco come il primo giorno,
Mi manca lei che la notte si stringeva a me perché sentiva freddo,
Mi manca lei mentre si infilava nelle mie felpe che a lei andavano enormi e poco dopo mi abbracciava,
Mi manca stare con lei steso sul divano a guardare una delle tante serie tv che non abbiamo mai finito,
Mi manca dirle che la amo,
Mi manca sentire il suo profumo sulle magliette che indosso o sulle felpe,
Mi manca lei.

Appena scendo saluto Anna per poi notare che si avvicina ad Ale che era poco più lontana di noi ma era al telefono con qualcuno.
Inizio a farmi mille paranoie iniziando a pensare a chi fosse la persona con cui era in chiamata.
«scusate ma mi aveva chiamata mamma» tiro un respiro di sollievo a sapere che era la madre.
«ma fa nulla Ale tranquilla, Amore andiamo?» dice Anna ad Amir intendendo ciò che vogliono fare: vogliono lasciarmi da solo con lei.
Da un lato sono felice, dall'altro sto in ansia.
Infondo è dopo tanto tempo che non stiamo da soli.
Mi tornano in mente quei momenti in cui facevamo di tutto per stare da soli insieme.
Tira un leggero venticello e noto che si avvicina a me per poi stringermi il braccio tentando di riscaldarsi.
«oh scusa..» dice per poi allontanarsi arrossendo leggermente.
«no tranquilla» le tendo la mia giacca «indossala che si vede che senti freddo» le sorrido per poi notare che prende la mia giacca e la indossa.
«grazie, anche se non dovevi»
«ma figurati, l'importante è che stai bene» le dico ma poi mi maledico per aver fatto scappare queste parole.
Il restante tragitto lo passiamo in silenzio.

«Valentin ciaoooo» dice andando verso il mio compagno di squadra per poi abbracciarlo.
Vado a salutare il restante dei ragazzi della squadra.
Mi siedo al tavolo vicino ad Anna ed inizio a guardare Ale mentre ride e scherza con lui.
Qualche volta facciamo contatto visivo e nessuno dei due voleva distogliere lo sguardo anche se da me era Anna che mi stava chiamando e da lei Valentin che gli stava facendo vedere qualcosa sul telefono.
Non appena finiamo di mangiare usciamo fuori.
Affianco Ale per poi portarla con me sull''altalena legata al ramo dell'albero che stava giusto al centro di un giardinetto.
all'albero erano attaccati tanti cuori.
Quando meno se lo aspetta caccio fuori l'anello.
Noto i suoi occhi che diventano lucidi e non faccio in tempo a realizzare che ho le sue labbra sulle mie.
«Ti amo Arkadiusz Milik»

Ti dedico il silenzio //Arek MilikDove le storie prendono vita. Scoprilo ora