Him.

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Avevo sempre avuto quella frustrante abitudine di svegliarmi presto la mattina. Ma da quando era arrivato lui, era diventato un piacere, una gioia.
Aprivo gli occhi, un tempo avrei forzato le palpebre per tenerli serrati e provare a riaddormentarmi, ma da quando lui aveva occupato il posto vuoto accanto a me nel mio letto, non volevo altro se non riempire il mio sguardo di quella bellissima arte che è Harry.
Niente notti alternative o movimentate tra noi, solo io e lui nel letto a stringerci per tenerci al caldo, con il riflesso della luna che passava tra le tende fino a sfiorare le nostre gambe intrecciate le une nelle altre.
Aprivo gli occhi, e la prima cosa che vedevo ogni mattina era lui. La sua pelle rosa, candida, incorniciata da una montagna di riccioli profumati che ricadevano sul cuscino bianco e soffice. Le sue ciglia poggiate delicatamente sulla guancia rosea, labbra rosse e vive, piene di tutto il mio amore.
Lo spettacolo più bello della mia vita, l'alba migliore che il mondo potesse creare, ed era mia. Era per me. Lui rendeva ogni mio giorno il giorno migliore.
Come se fossi stata sotto incantesimo stavo ferma, immobile, con i residui di sonno ancora a scorrermi nei muscoli, e non avevo occhi che per Harry. Lo guardavo e, come la prima volta, mi innamoravo.
Come abitudine dopo qualche minuto allungavo il braccio e lo stringevo attorno alla sua vita e lui, come abitudine, con la sua mano tiepida raggiungeva la mia e mi scaldava ogni fibra del corpo. Mi sentivo al sicuro nel stare accoccolata contro il suo petto nudo, la pelle liscia che profumava di cocco.
E forse, magari, in quella posizione, riuscivo a richiudere gli occhi per addormentarmi di nuovo.

Dei piccoli brividi mi facevano ridacchiare. Le sue mani leggere e sottili percorrevano il mio corpo e il mio risveglio diventava un solletico.
Quando decidevo di aprire gli occhi lui era sempre lì, a occupare la mia visuale. Lui e i suoi ricci lunghi e castani, a sfiorarmi la pelle. Mi sorrideva, e ogni volta avrei giurato che niente sarebbe mai valso la pena di quel sorriso. Per inerzia gli sorridevo anche io, guardavo i suoi occhi spalancarsi e le sue pupille dilatarsi: era innamorato di me.
Lasciavo cadere il mio viso contro il palmo della sua mano, e sempre con quello sguardo da vincitore si avvicinava per far scontrare i nostri nasi, far baciare le nostre labbra.
La cosa più bella del mondo.
Io, lui, la mattina, nel nostro letto, un bacio. Nessuno era mai stato in grado di mandarmi così tante scariche elettriche solo attraverso un così piccolo e innocente contatto. Il cuore andava sempre così veloce accanto a lui, ma allo stesso tempo mi sentivo la persona più al sicuro del pianeta.
Allontanava il viso dal mio e riportava lo sguardo su di me, mi baciava con gli occhi. Mi faceva sentire bene, mi faceva volare in alto e, se mai avessi rischiato di scivolare e cadere, lui mi avrebbe sempre salvato perché lui era Harry.
Strofinavo le mie mani lungo le sue spalle per scaldarlo dalle folate fresche che filtravano dalla finestra. Lui incastrava il suo viso nel mio collo e si faceva coccolare, come un bambino che ha bisogno di amore, di carica, di energia. Da me avrebbe trovato qualsiasi cosa. Gli avrei dato sempre e comunque tutta me e stessa perché lui era tutto il mio mondo, tutto ciò che importava.
Restavamo fermi, lui appoggiato dolcemente a me, la sua guancia contro la mia spalla, io gli massaggiavo i capelli e di tanto in tanto gli lasciavo un bacio sulla testa.
Era tutto perfetto, noi eravamo perfetti. Ogni mattina era il mio incanto e lui era il miglior incantesimo. Svegliarmi con la consapevolezza di trovarlo accanto a me era ciò che mi faceva sperare in una vita bella e migliore. Lui mi stava facendo questo, mi stava cambiando, portando nel paradiso terrestre che solo chi sapeva amare ed era amato poteva raggiungere.
Harry era stato l'arciere che non ha voluto di proposito mancare il bersaglio, ma che volutamente ha scelto di colpire il mio cuore.
Lui mi rendeva forte. Non pensai mai che sarei cresciuta così in fretta, non pensai mai che avrei presto preso le redini della mia vita per cavalcare con un nobile cavaliere, il piccolo angelo che ogni mattina si faceva spazio tra le mie braccia e amava ascoltare il battito del mio cuore. Il mio cuore che batteva solo per lui.
Ogni battito era per lui. Ogni secondo per me era dedicato a lui. Tutto ciò che stava prendendo importanza nella mia vita era perché lui mi dava il coraggio di affrontare tutto. Era un angelo custode, ma in quei momenti, quando ero io a sostenere il peso del suo corpo sul mio, sentivo di essere io quella che doveva proteggerlo, quella di cui aveva bisogno; in quei momenti ero io il suo castello dove poteva togliersi l'armatura ed essere sé stesso. Non lo avrei mai giudicato, non avevo occhi che per lui. Forte o debole per me sarebbe sempre stato all'altezza di ogni cosa.
Il fatto che anche io potessi essere la sua àncora mi rendeva ancora più sicura di me stessa, mi faceva sentire amata ed era stato l'unico a scegliere di prendersi cura di me.
Lo stringevo forte. Quell'abbraccio diventava il mio bisogno e il suo rifugio, ed eravamo le due metà imperfette che trovavano lo stesso il modo di incastrarsi.
Quello eravamo noi.
E io non avrei mai voluto essere da nessun altra parte se non con lui.

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