rimorso

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la mia professoressa in una lezione di filosofia ci ha chiesto di scrivere sul nostro più grande rimorso, io rimasi spiazzato d'altro canto come faccio ad analizzare e a fare un backup di tutta la mia vita cercando quel esatta risposta così iniziai a cercare non l'episodio ma il capitolo e arrivai alla conclusione che io sono pieno di rimorsi dal primo giorno in cui ho iniziato a parlare, dalla prima volta in cui non ho pensato prima di parlare, dalla prima volta in cui non mi sono calmato quand'ero arrabbiato insomma tutti noi siamo pieni di rimorsi c'è chi gli accetta e chi si fa mangiare vivo.
d'altronde nessuno riuscirà a vivere la sua vita senza rimorsi sennò non saremmo umani.
alla fine tutti i rimorsi, tutte le frasi non dette o urlate e tutte le azioni compiute o non compiute ci hanno portato qua, no?

girando il telefono intento a vedere la schermata del telefono e il nome di quella persona che insisteva a chiamare, Giovanni mostrò inconsapevolmente le sue dita affusolate e piene di graffi a Giulia.
le continuò a guardare con un certo interesse nonostante non avesse nessun permesso nel giudicarlo si concesse qualche minuto a fare qualche sbirciatina e analizzarlo.

" scusa dammi due secondi che rispondo " mormorò il ragazzo visibilmente pensieroso.
" tranquillo " rispose giulia.

il ragazzo si alzò e cammino fino all'entrata del bar si accertò di essere abbastanza lontano da lei così che non poté sentire cosa lui dicesse.

" pronto? "
" giovanni " disse quella voce che sperava con tutto il suo cuore di non sentire da anni, che sperava di dimenticarsi come quel periodo buio che l'accompagnava.
" margherita " disse lui in modo freddo.
" come stai?" chiese quella figura femminile d'altro capo del telefono.
" sto bene " continuò in modo apatico il ragazzo.
" mi fa piacere...ci dobbiamo vedere. "

gli occhi di Giovanni si spalancarono appena sentì l'ultimo pezzo della frase d'altronde non la vedeva da molti anni ormai e l'ultimo loro incontro non finì bene.

" perché? perché adesso? dove sei stata negli ultimi anni? "
" giuro che ti spiegherò tutto ma se vuoi chiudere questo capitolo dobbiamo vederci per il ben di entrambi. "

la ragazza non sentì niente, nessuna risposta tranne per un sospiro stanco e malinconico.

" tra mezz'ora, ci incontriamo all'indirizzo che ti ho appena mandato. " e così finì la chiamata.

le dita lunghe e storte si stavano iniziando ad intrecciare tra loro ad un ritmo veloce quasi volessero più sfregarsi tra loro fino a finire all'ascella del ragazzo che ormai da molto tempo si arresa alle torture che le procurava lui ogni volta che qualcosa o qualcuno lo stressasse.
ad un passo svelto raggiunse Giulia dileguandosi con una scusa al quanto incoerente dato il suo sguardo che diceva tutt'altro e appoggiò i soldi sul tavolo.

" tra 2 minuti gira a destra nella via- "
" no vabbè non dirmi che questa stronza mi ha appena mandato l'indirizzo di casa sua! " urlò nel auto un Giovanni alquanto infastidito dopo aver realizzato di star andando a casa sua.

" vuoi un po' d'acqua? " chiese la ragazza.
Giovanni era appena entrato nell'appartamento della ragazza che conosceva fin troppo bene.
" senza giri di parole, cosa vuoi? "
" volevo parlarti l'altro giorno così ti ho raggiunto in studio e ho sentito un pezzettino di una tua canzone che si chiama non + e ho capito che mi ami ancora come io amo te "
" cosa? " chiese il ragazzo sbalordito, *come può pensare che io l'amo ancora dopo tutto quello che mi ha fatto* pensò giovanni.
" quindi ti volevo chiedere perché non finirla e darci una possibilità? " chiese la ragazza avvicinandosi in modo sensuale.
" giuro su dio che se ti avvicini anche solo di un altro centimetro esco da questo appartamento, sono stufo di questi tuoi giochetti del cazzo Margherita, sono stufo di te e di questo tua ossessione tossica."
" ma tu mi ami e non è un ossessione "
" io non ti amo ma ti detesto, mi hai distrutto la vita non lo capisci?! la tua vista mi repelle! mi hai prosciugato e io ti ho amato con tutto me stesso. "
" mi ero dimenticata quanto eri un ragazzino insulso, strano con problemi di rabbia beh d'altronde è vero ero e sei rimasto solo un ragazzino che ho incontrato ad una festa e che mi ha fatto ridere una volta " sputo amaramente la lingua della ragazza mentre andava in camera sua lentamente.
" VAFFANCULO! " urlò Giovanni mentre la segui.
" cosa vuoi fare adesso vuoi picchiarmi perché ti faccio schifo?! "
" non temere, non mi prendo il disturbo, tu non vali lo sforzo che ci vorrebbe per dartele, non vali la polvere che ci vorrebbe per farti saltare in aria, tu sei un vuoto. VUOTO GUSCIO SCHIFOSO DI DONNA!" urlò lui con tutte la sue forze lasciandola a bocca aperta.

si girò intento a lasciare quel appartamento che gli inviava a stare troppo stretto ma ci teneva a dire quelle ultimi frasi da lucido.

" se pensi che io alzerei mai le mani contro una donna non hai capito proprio niente di me e quel ragazzino di 18 anni dentro di me ti ama ancora in un modo tossico quasi bisognoso pronto anche ad ignorare le ferite che gli hai provocato ma ormai è passato e non sono venuto qui per dirti che non riesco a vivere senza di te, perché ci riesco a vivere senza di te è solo che non voglio e non posso.
dobbiamo andare avanti e migliorarci chissà forse ci rincontreremo un altro giorno e sarà in circostanze migliori...ma quel giorno non è oggi.
ti auguro una bella vita Margherita. "

ed è così che lascio l'appartamento, pieno di consapevolezza di aver chiuso un capitolo e pieno di pensieri pronti ad essere scritti sul suo diario delle canzoni.

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