Parte 9

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Gabriele;

Fantastica la natura, magnifico il boschetto e l'aria incontaminata, meraviglioso il cantare degli uccellini...

- guarda, Gabriele! Guarda che bella farfalla! -

Odiosi quei vecchietti che ci pedinano, insopportabili il polline e le ortiche, agghiacciante il gracchiare delle cornacchie.

Chi cazzo me l' ha fatto fare? Dico: va benissimo la passeggiatina in armonia con la natura per sciogliere il ghiaccio... ma mi domando: perché al Guncina? Diavolo... ci sono le passeggiate del Talvera, altrettanto romantiche ma con almeno due chilometri di salita in meno!

Qui ci si viene al massimo la mattina quando si fa sega a scuola per fumarsi qualche canna in tranquillità, ma ci si ferma dopo i primi venti metri di pendio! Ma quel cretino di Matteo mi viene a dire che è un posto perfetto per portarci le ragazze. Oh, bello è pure bello. Ma questa gallina qui non smette di cianciare da un ora e sto posto non ha due metri di pianura!

Perché sono così coglione?

- sei stato davvero molto carino a portarmi qui – certo, anche perché sono io quello che ha pedalato fin qua, mentre tu ti sollazzavi sul porta pacchi – ti va se saliamo fino in cima? Non sono mai venuta qui e mi piace così tanto... -

sorriso smagliante – nessun problema – dio... non sento più le coronarie. Sarò grave?

Sputo la ciunga dietro di me, senza farmi beccare da Laura (se no passa un'altra ora a spiegarmi che non si deve contaminare la natura) e mi accendo un'altra sigaretta. So bene che sto per avere un collasso respiratorio... ma almeno voglio morire in pace con me stesso.

Quell'altra continua a cianciare qualcosa riguardo a quanto è 'tenero' questo posto, a quanto sono 'adorabile' io a farle compagnia, a quanto è 'puccioso' quel dannato corvaccio.

Per conto mio sto solo contando tutti i debiti che lei mi deve. In ordine: i primi cinquanta metri valgono un massaggio, i cento una serie di baci, i duecento un pompino, dai trecento in più delle serie scopate, ove ovviamente lei farà tutta la fatica stando sopra. Se poi non smette di parlarmi di sua mamma aggiungo anche vari sevizietti che mi prenderò io stesso la briga di insegnarle.

Butta la ciccia e mi prendo un'altra ciunga. È una logica elementare: se quando arriviamo su lei si decide a buttarmi a terra e infilarmi quella dannata lingua in gola e io so di nicotina, mando tutto a puttane. Se, al contrario, ho l'alito fresco come una fragola di bosco (dove l'avranno mai trovato questo slogan non lo so), magari ci prende gusto.

- certo che tu devi essere un gran scalatore. Ma non ti stanchi mai? -

Ennesimo sorriso di circostanza. Mi si sta incrinando la mascella – mi piace tenermi in forma... - se, come no. L'ultima volta che ho camminato così tanto... no, non credo ci sia mai stata una volta in cui ho camminato così tanto. Al massimo raggiungo a piedi il tabacchino che sta a cento metri di pianura da casa mia. Ma proprio in casi particolari, perché se fosse per me prenderei anche l'autobus per arrivarci.

Mi accendo penso la quinta sigaretta della giornata (sono le nove e qualcosa) e quanto l' ho finita... cado nel panico più totale. Ho finito le ciunghe...

- merda... - sussurro.

- hai detto qualcosa? -

Evidentemente tra le varie cose che non sono capace di fare c'è il sussurrare – nulla.. dicevo che c'è proprio un bel sole... -

Lei guarda il cielo, coprendosi gli occhi con una mano – già -

Mentre continuo a crearmi complessi per via dell'alito da tossico, mi sfilo i Rayban e glieli passo.

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