10° capitolo

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Era passata ormai una settimana da quando avevo rivelato ai miei genitori l'esistenza di un ragazzo nella mia vita, e ciò significava che il giorno decisivo era finalmente arrivato: Lorenzo sarebbe venuto a casa mia.

Avevo un'ansia micidiale... trascorsi tutta la mattina a mordermi le dita, continuando a scrivere a Lorenzo per chiedergli a che distanza fosse da casa mia.

Appena sentii il rumore di un'auto salire sulla stradina sterrata davanti a casa mia il respiro mi si bloccò.

In quell'esatto istante mi arrivò una notifica. Osservai lo schermo del telefono e lessi:

"Sono qui amore"

"Ora ti apro"

Trassi un profondo respiro e mi imposi di mantenere la calma. Sarebbe andato tutto bene.

Scesi le scale urlando: "E' arrivatoooo"

Aprii il cancellino, la porta... ed eccolo lì, sorridente come sempre. Dio quanto mi era mancato il suo sguardo.

Per un istante mi dimenticai dell'esistenza del mondo intero, dei miei genitori o di qualunque altra cosa o persona che non fossimo io e Lorenzo.

 Presi una rincorsa incredibile e gli piombai addosso come un pipistrello. Per poco non cademmo a terra. Ci baciammo, ignorando il fatto che sia i miei genitori sia quelli di Lorenzo ci stessero fissando (probabilmente mio padre con sguardo schifato vista la scena a cui gli toccava assistere).

Quando ci staccammo da quel lungo bacio, ci abbracciammo, ed io ancora una volta lasciai che il suo profumo Armani Exchange mi penetrasse nelle vene.

Quando finalmente ci decidemmo a dirigerci verso la porta d'ingresso Lorenzo mi chiese a bassa voce: "Ansia?"

"credo che le mie occhiaie parlino da sole"

Ridemmo insieme, fino a quando non arrivammo al cospetto dei miei genitori.

Deglutii. "fa che vada tutto bene" pensai.

"Ciao Lorenzo!", disse mia madre, porgendogli la mano. "Io sono Elena"

"onoratissimo", rispose lui (per poco non mi piegai dal ridere vista la faccia con cui l'aveva detto).

"Antonio", disse mio padre avvicinandosi.

"piacere", rispose ancora Lorenzo.

"I tuoi genitori non restano?", chiese mia madre vedendo la loro auto allontanarsi.

"No hanno detto che preferiscono che prima conosciate me... a proposito mi hanno chiesto di darvi il loro numero in modo che vi mettiate d'accordo magari per una cena... per conoscervi..." Lorenzo era palesemente imbarazzato.

"Certo nessun problema", disse mia madre.

Ci accomodammo al tavolo della veranda, attendendo la prima portata (il cuoco era mio padre.. mia madre e la buona cucina erano due poli opposti che temevo non si sarebbero mai incontrati)

Quando ci sedemmo a tavola mio padre chiese: "Allora Lorenzo che fai nella vita?"

"al momento gioco nell'under 17 della fiorentina..."

Mio padre lo interruppe subito senza lasciarlo terminare: "Cos'hai studiato?"

"Io... frequento un liceo di Firenze"

I miei genitori annuirono. La prova studio era stata superata. Quella "mia figlia non morirà di fame vero stando con te?" non era neanche stata presa in considerazione vista la proficua professione di Lorenzo.

"Tifi la fiorentina, giusto?", chiese mio padre.

A questo punto Lorenzo era in crisi... la fede calcistica è sempre una cosa decisiva per definire una persona nella mente degli italiani.

"S..."

questa volta fui io a interromperlo: "Ammettilo dai che segui il profilo instagram del Milan"

Lorenzo si girò sorridendo. "Tu questo come fai a saperlo?".

"Basta guardare chi segui"

"Sei una stalker, te l'ho mai detto?"

Ridemmo... anche i miei genitori risero.


La giornata trascorse addirittura meglio di qualsiasi aspettativa... tutto filò stranamente liscio. Ero felice che i miei genitori e il mio ragazzo andassero d'accordo.

Al momento di salutarmi per andare in Hotel, Lorenzo mi portò in un angolo buio del giardino, dove potevamo godere della nostra privacy. Mi baciò, in modo appassionato.

"Sei bellissima, lo sai?"

Gli risposi baciandolo a mia volta.

Avrei voluto restare lì per sempre.


Lorenzo Chiesa || la prova che il destino esisteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora