Capitolo 8

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1 settimana dopo

Mi si creò magone alla gola, vedendo che eravamo arrivati davanti al carcere minorile Beccaria.

Il grande giorno era arrivato, anche se tutti avevamo sperato che arrivasse il più tardi possibile.

Anas ritornava in carcere, un'altra volta.

Il mio amico dalle due righe era abbastanza teso e impaurito di non riuscire a mantenere la promessa fatta all'amico.

Gli presi la mano, mentre lui me la strinse, per poi guardarmi. Gli sorrisi rassicurante, aprendo la portiera della macchina.

Avevamo deciso di andare solo io e Sami con lui fino in carcere, mentre tutto gli altri lo avevano già salutato in zona.

"Oh fra'." disse Anas, mettendo le mani sulle spalle a Sami. "Mi raccomando, esco fuori presto. Spacca con la musica." continuò, guardandolo. "Stai vicino a Marika." gli sussurrò, ma io sentii ugualmente.

"Ciao fra'." disse Sami, buttandosi tra le braccia dell'amico.

"Oh novellina." disse, con un sorriso stampato in faccia, avvicinandosi a me. "Fai la brava mi raccomando, controllami i ragazzi come sempre eh." continuò ridendo leggermente, dandomi un bacio in testa.

"Ti voglio bene Anas, tanto." gli dissi, buttandomi tra le sue braccia.

"Anch'io, davvero tanto credimi." mi disse, appoggiando il mento sulla mia testa.

•••

Entrai in casa, buttandomi sul divano.

Zaccaria da più di 1 settimana non si fa né vedere né sentire. Ovviamente io non ne ho parlato con nessuno dei ragazzi della nostra litigata, ma non sono stupidi.

Gaia in settimana è venuta più volte a casa, non lasciandomi mai sola.

Il suono del campanello interruppe i miei pensieri. Aprii la porta e mi ritrovai Zaccaria.

"Sono venuto a prendere delle cose." disse, entrando in casa, sorpassandomi.

Lo seguii con lo sguardo, stranita e confusa.
Strano, che non fosse entrato in casa, scusandosi in mille lingue e dirmi che mi amava.

Mi accesi una sigaretta e guardai fuori dal balcone, aspettando che il moro andasse via.

"Ho fatto." disse, dopo alcuni minuti, mettendosi al mio fianco. "Come stai?." mi chiese, osservandomi.

"Davvero me lo stai chiedendo?." chiesi, ridendo leggermente.

"Già, immagino che tu stia di merda proprio come me." disse, appoggiandosi allo stipite della finestra opposto al mio. "Ma è la verità, era un debito che potevo risolvere solo consegnando." continuò, riaprendo un argomento che in questo momento non avevo forza di affrontare.

"È solo che alcune volte mi chiedo perché." dissi, girandosi verso di lui, mentre assumeva una faccia confusa. "Insomma, non hai bisogno di vendere droga per fare soldi, o almeno non più."

Non mi rispose, sapendo che io avessi ragione.

"Quindi? Tra di noi?." mi chiese.

"Io non posso vivere la stessa situazione di alcuni mesi fa. Non posso farlo, non ne ho più la forza. Non voglio vivere ancora una volta senza di te, non sapendo tu dove sia o cosa stia facendo." dissi, buttando fuori il fumo. "Se tu mi assicuri che era solo una consegna, io posso provare a crederti." continuai, vedendo il suo viso illuminarsi.
"Ma Zaccaria Mohuib, sappi che se vengo a scoprire qualcos'altro su di te da altre persone, io per te sono morta." dissi, puntandogli l'indice contro.

"Anche se io e te siamo anime gemelle? Legate dal filo rosso del destino?." disse, cingendomi i fianchi con le mani.

"Già." dissi, mentre lui dopo quest'ultima affermazione diede vita a un bacio appassionato.

Pace fatta! Ma durerà ancora a lungo?

𝗣𝗲𝗿 𝘀𝗲𝗺𝗽𝗿𝗲 ; 𝗕𝗮𝗯𝘆 𝗚𝗮𝗻𝗴Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora