Parte 13 - Sulla bocca di tutti

1.8K 38 8
                                    

Da quando lui l'aveva baciata sul prato dell'Olimpico erano usciti decine di articoli nei quali i giornalisti facevano ipotesi riguardo la sua identità. Nicolò le sembrava stressato da questa situazione e ciò si ripercuoteva anche sul suo lavoro in campo. Fortunatamente i giornalisti non sapevano quasi nulla della sua vita privata e lei faceva di tutto per evitare che scoprissero qualcosa. Quando i suoi amici erano venuti a sapere della loro relazione erano rimasti di stucco e le avevano fatto mille domande. "Lui sa che vieni in curva?" le ha chiesto un po' pensieroso Alessandro dopo essersi ripreso dalla notizia sensazionale. "No" ha risposto imbarazzata Serena "E non deve saperlo" si è affrettata ad aggiungere.

Nicolò, dopo l'ennesimo agguato fuori Trigoria da parte di qualche rivista di gossip ha capito che esporre la sua relazione con Serena era stato un errore. Odiava quando si parlava delle persone che amava e della sua vita al di fuori del calcio, ma non doveva perdere la testa. Dirlo però era più facile che farlo e quando Mourinho lo ha richiamato dopo l'ultimo allenamento della settimana prima della partita sapeva già che non ne sarebbe uscito niente di buono. "Nicolò che ti succede?" gli ha chiesto il mister con quel suo tono severo, ma allo stesso tempo comprensivo. "Questa settimana eri distratto e sai che non lo accetto" ha aggiunto un po' alterato. "Ho avuto un po' di pressione da parte dei giornalisti e penso che questo mi abbia deconcentrato..." ha provato a giustificarsi il ragazzo senza troppa convinzione. "Ho letto gli articoli riguardo alla tua nuova ragazza, ma sei un professionista e non devi lasciare che tutto ciò che accade attorno a te ti influenzi" ha ribattuto il mister un po' più dolce nei modi cercando di comprendere le difficoltà del giovane. "Domenica comunque parti dalla panchina, devi darti una svegliata e tornare al massimo ok? " ha detto poi con la sua solita fermezza che non ammetteva regole. Nicolò ha annuito accettando senza repliche la decisione severa del suo allenatore, ma dentro di sé il suo animo era in tempesta.
È uscito dal centro sportivo nel tardo pomeriggio, scuro in volto e con mille pensieri per la testa. È salito in macchina salutando i compagni a malapena ed è corso a casa per sfogare la sua rabbia in una partita alla play e non pensare a niente.

Serena aspettava Nicolò da circa un'ora e cominciava a preoccuparsi sul serio. Lo aveva chiamato almeno una decina di volte, ma il telefono risultava staccato. Dovevano uscire insieme per le sette ed erano già le otto. Piano piano la sua preoccupazione è diventata incontrollabile e ha deciso di andare a casa sua per controllare che stesse effettivamente bene. Da quando aveva confessato ad Alessandro e a Francesco la storia con Nico poteva sfogarsi finalmente con loro e parlare dei suoi sentimenti, dei suoi dubbi e delle sue paure. "Grazie Fra, ti devo un favore!" ha esclamato la ragazza quando il suo amico ha parcheggiato l'auto davanti alla villa del ventidue giallorosso. Lui le ha strizzato l'occhio e ha aspettato con il motore acceso che il cancello si aprisse per poi ripartire non appena la ragazza è scomparsa nella villa.

Quando Nicolò si è ritrovato Serena davanti si è sbattuto una mano sulla fronte. "Cazzo, il nostro appuntamento!" ha esclamato un po' mortificato. Gli occhi da gatta di Serena hanno scintillato per la rabbia. "Che cazzo di fine avevi fatto? Ti ho chiamato almeno dieci volte!" ha urlato lei pronta a sbottare. "Mi hai fatto preoccupare, pensavo ti fosse capitato qualcosa di grave! Invece eri qua, in mutande, a giocare alla play! Se non ti andava di vederci bastava che mi scrivessi, non c'era bisogno di sparire!" ha continuato come un fiume in piena. Nicolò sapeva che aveva ragione eppure, anzi che scusarsi, ha deciso di sfogare la sua rabbia e la sua frustrazione, per essere stato escluso dalla partita successiva e per tutti quegli articoli su di loro, contro l'unica persona che gli era stata accanto e che lo faceva stare bene. "Non sono il tuo cagnolino! Ho problemi più grossi adesso che pensare a questa cena di merda!" ha gridato pentendosene all'istante. "Da quando tutti sanno della nostra storia i giornalisti non mi lasciano un secondo in pace e questo non mi fa concentrare! Il mister mi mette in panchina e tu vieni qui a farmi una scenata solo perché in mezzo a tutto questo casino mi sono scordato del nostro fottuto appuntamento?" ha continuato capendo che ormai era troppo tardi per fermarsi. Un silenzio assordante è calato nel salotto e solo quando gli occhi di Serena si sono riempiti di lacrime ha capito di aver esagerato. Voleva rimediare, ma non sapeva come. Aveva fatto un casino e rischiava di rovinare la cosa più bella che gli fosse capitata in quei mesi. Si è preso la testa tra le mani e si è accasciato su uno sgabello della cucina. Non voleva urlare in quel modo, ma era sotto pressione e il mancato appuntamento con lei era stato un semplice pretesto per esplodere.

Serena era immobile nel salone di Nicolò senza sapere cosa fare. Non lo aveva mai visto così: rosso in volto, capelli scompigliati, tono aggressivo e muscoli in tensione. Le lacrime scorrevano calde sulle sue guance mentre si era rifugiata in un bagno per allontanarsi da lui. Mentre piangeva, seduta con le gambe incrociate e la schiena appoggiata alla porta, ha sentito bussare in modo lieve. "Mi dispiace" ha mormorato il biondo attraverso la serratura. Le è sfuggito un singhiozzo a cui è seguito qualche istante di silenzio. "Sono un coglione" ha insistito il ragazzo con la voce spezzata.

Si rendeva conto di aver sbagliato e il pensiero di averla ferita lo distruggeva. Sono passati dodici interminabili minuti di silenzio quando finalmente la porta si è aperta e la sua ragazza è uscita finalmente dal bagno, la testa bassa, gli occhi rossi e lucidi e il trucco colato. Lei si è diretta a passo svelto verso la porta d'ingresso senza nemmeno guardarlo, ma lui l'ha afferrata delicatamente per il polso per impedirle di uscire. "Scusa" le ha detto senza trovare il coraggio di affrontare i suoi occhi. "Tutta questa storia mi ha messo sotto pressione, ma tu non c'entri niente, la colpa è solo mia" ha continuato scuotendo la testa sconsolato. Lei lo guardava a malapena mordendosi il labbro inferiore e tormentandosi le mani. "Non dobbiamo lasciare che questa situazione ci divida..." ha mormorato il giovane in un ultimo disperato tentativo di rimediare. Solo a quel punto lei ha sollevato la testa. "Promettimi che non farai più così" ha sussurrato con un filo di voce ancora evidentemente provata dalla scenata di poco prima. "Te lo prometto" ha risposto lui accogliendola tra le sue braccia. La stringeva a sé per dimostrarle tutto il suo affetto, le accarezzava i capelli perché la paura che aveva avuto di perderla per sempre lo rendeva ancora più legato a lei. "Ti amo" ha mormorato tra le lacrime Serena accoccolata sulla sua spalla. "Anche io" ha risposto con gli occhi lucidi Nicolò e finalmente tutta quella tensione si è sciolta in un bacio riappacificatore.
Non gli importava più della partita, del mister, dei giornalisti, degli articoli, c'erano solo loro e questo gli bastava.

Voglio solo star con te❤💛- Nicolò ZanioloDove le storie prendono vita. Scoprilo ora