Capitolo 1

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Il telefono squilla nella tasca dei miei jeans.
<<Pronto?>>, rispondo io sbuffando.
<<Hey! Ancora ingestibile la situazione?>>, chiede Andrea dall'altra parte della cornetta.
<<Lascia perdere... fino alle 3:00 ha continuato ad urlare!>>, dico io alzando un po' troppo la voce.
<<Dio mio! Uccidila piuttosto!>>, dice Andrea mentre mette in moto la macchina.
<<Ah, non manca molto a quel momento...fidati! Dove stai andando?>>, chiedo io sentendolo armeggiare con un mazzo di chiavi.
<<In negozio, così do una mano a mia madre>>.
Fa davvero troppo caldo mentre cammino verso la scuola. Mi sono svegliata tardi proprio perché la mia coinquilina ha continuato ad urlare al telefono con il suo ragazzo. La odio.
L'appuntamento in segreteria ce l'ho tra mezz'ora, ma l'appartamento è un po' lontano. Chiederò di cambiare appartamento, così non posso continuare un giorno di più.
Metto giù con il mio migliore amico appena arrivo davanti alla scuola.
Faccio le scale all'interno della Reggia incazzata nera.
Una signorina vestita di tutto punto è seduta dietro a una scrivania che scrive qualcosa al computer.
<<Salve, sono Maianti. Ho un appuntamento con Laura De Rosa>>, dico io senza neanche sorridere.
<<Si! Salve! Sta arrivando...se vuole accomodarsi nel frattempo..>>, risponde lei indicandomi una poltrona.
In ritardo pure, ottimo.
C'è un silenzio che viene rotto solo dal rumore della tastiera che sta usando la signorina. Che noia, ho sonno.
Una donna vestita di scuro, con uno sguardo severo, entra nella sala e saluta la signorina, che a quanto pare si chiama Cristina. Poi guarda me.
<<Maianti, giusto?>>, chiede lei a voce alta.
<<Si, esatto>>, rispondo io seria.
<<Certo, accomodati cara!>>, mi dice aprendomi la porta del suo studio.
Io entro e mi siedo al tavolo.
<<Allora...corso base di cucina, giusto?>>, chiede poi controllando dei fascicoli.
<<Si>>
<<Dimmi, qual'è il problema?>>, chiede lei sorridendomi. Io non ho un cazzo da sorridere.
<<Il problema è la mia coinquilina. Ylenia. La convivenza non sta andando, per niente>>, dico io dura.
<<E come mai?>>
<<io sono venuta in questa scuola perché la cucina è la mia vita, è l'unica cosa che voglio. Io non permetto che qualcuno mi tolga ore di sonno sacre, soprattutto se si tratta di una ragione insensata. È una settimana che non dormo perché Ylenia urla al telefono con il fidanzato fino alle 3:00 di notte. Le ho chiesto di smetterla, che volevo dormire e lei mi ha detto che se non mi sta bene posso andarmene. Non ci parliamo tutto il giorno perché lei è sempre al telefono che litiga. Sono stufa. Quindi...o mi trovate voi un nuovo appartamento, oppure sarò costretta a cercare un appartamento in affitto per i fatti miei>>, annuncio io tutto d'un fiato.
<<Ma! No! Aspetta! Prima io vorrei parlarne con tutte e due insieme, vorrei cercare prima di risolvere questa situazione>>, dice lei.
<<No, si fidi di me, non c'è niente di cui dobbiamo parlare. Sono venuta qui solo per capire se avete un altro posto o se devo cercarlo io>>, spero di averle fatto capire che non ha alternative.
<<Va bene...vado a controllare allora>>, dice poi finalmente. Sbuffa e torna all'entrata.
Io intanto mi guardo in giro. La stanza è vuota e senza carattere...asettica.
Apre la porta e, senza entrare nella stanza, annuncia che cercheranno nei prossimi giorni una nuova sistemazione e che mi faranno sapere.
Io ringrazio ed esco.
Quando arrivo a casa suono al mio vicino di casa.
Pietro apre la porta ed è in calzoncini e maglietta che si sta girando una sigaretta.
<<Hey! Studiamo insieme?>>, chiede lui con un sorriso. È alto e sembra un bravo ragazzo.
<<Si, vado a prendere i libri>>, rispondo io. Lui lascia la porta aperta mentre io entro nel mio appartamento e mi dirigo in camera da letto. Prendo tutto quello che mi serve e sento che Ylenia si sta facendo la doccia. Perfetto.
Prendo le chiavi e chiudo la porta di casa.
Entro in casa di Pietro e il suo coinquilino, Giacomo, sta lavando i piatti.
<<Ci fumiamo una sigaretta?>>, chiede Pietro aprendo la portafinestra che da sul piccolo balconcino.
Io prendo il mio pacchetto di sigarette e vado fuori. Fa davvero caldo, luglio sembra infinito quest'anno.
<<Allora? Sei andata in segreteria?>>, chiede lui accendendomi la sigaretta.
<<Si, mi hanno detto che mi faranno sapere>>, dico io palesemente scocciata.
E io che speravo di andare d'accordo con tutti, che stupida.
<<Puoi rimanere qui mentre cercano una sistemazione, tanto non mi sembra ci siano problemi a dormire appiccicati>>, dice lui ridendo.
Io ripenso al pomeriggio scorso, e ridacchio.
Non ho mai avuto problemi a scopare, nonostante io mi veda bruttissima. Non mi sono mai spiegata come facciano a volermi i ragazzi, forse ci so solo fare...non ne ho idea.
Finiamo la sigaretta e lui si avvicina a baciarmi il collo.
<<Ceni con noi?>>, chiede poi.
<<Non lo so...non ho tanta fame.. comunque vengo qui a dormire se non ti scoccia. Dormo anche sul divano se sei scomodo>>, dico poi io allontanandomi piano.
<<Ma va! Non mi dai fastidio, te lo direi>>, sorride e io rientro in casa.
Ci mettiamo a studiare i vegetali e le torniture delle patate secondo il metodo francese. I miei occhi li sento pesanti ma cerco di resistere.
Dopo due orette che studiamo, io dico che devo andare a farmi una doccia.
<<Puoi farla qui, così poi rimani direttamente qui per stasera>>, dice lui.
Ho bisogno di non pensare a niente, di scopare e di rilassarmi un po'.
<<Va bene, se a Giacomo sta bene perché no?>>, dico io guardando il coinquilino.
Lui fa di si con la testa.
<<Allora vado a prendere il cambio e le cose per domani..>>, mi giro verso Pietro e lui mi sorride.
Che nervoso questa situazione...mi sento sola anche se sono circondata da persone. Spero che le cose cambino in questi due mesi, ho bisogno di qualcosa che mi sconvolga la vita.

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