CAPITOLO I- ORIGINI

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Bosco fitto

avvertenze: qualsiasi riferimento ad un documento che permetteva le libere uscite o la partecipazione alla vita sociale non ha nulla a che fare con il green pass. Come la situazione politica del paese non riguarda e non vuole assolutamente portare alla grave crisi umanitaria in Afghanistan.

Ogni riferimento è puramente casuale, perchè i primi capitoli sono in stesura da molto tempo prima che succedessero entrambe le questioni.

CAPITOLO I - ORIGINI

Le urla dei suoi compagni lo rincorrevano tra i sentieri sperduti in cui correva velocemente, la mano stretta attorno alla piccola pergamena che aveva scaturito tutto quel disordine.

I rami degli alberi lo aggredivano senza pietà, le punte aguzze che gli si conficcavano nella pelle diafana e stracciavano i semplici abiti che indossava dalla mattinata.

Udiva lo scricchiolio delle foglie sotto i suoi passi vellutati, lo stridio delle armi una contro le altre, il frastuono delle ruote di carri sul suolo sterrato a pochi chilometri da dove si trovava ora.

Probabilmente qualcuno lo aveva visto infilarsi tra la steppa e raggiungere l'ingresso del bosco, anche se si fosse messo a correre con tutta l'energia che aveva in corpo, gli uomini di All For One conoscevano molto bene quella zona della contea.

Shouto continuò a camminare, diminuendo a piccole dosi la velocità e prestando più attenzione ai rumori e alle sensazioni che poteva percepire grazie al suo dono, che condivideva da millenni con gli appartenenti alla sua stirpe.

Un albero molto alto gli si parò dinanzi, le radici che ricoprivano gran parte del prato sottostante e che circondavano impervie il dirupo scosceso che dava accesso a una parte secondaria del bosco.

Erano dure, gli bastò sfiorarle con i polpastrelli per percepire la loro storia, radicata, letteralmente, nei secoli in cui la vita si era sviluppata in quelle zone.

Il dirupo era forse alto una quindicina di metri ed era attraversato da venature di pietra più antica che andava a formare dei piccoli isolotti, grandi abbastanza per contenere entrambi i suoi piedi. Le radici gli passavano accanto, come per formare una sorta di barriera protettiva a chiunque avesse cercato di giungere nella piccola radura nascosta.

Sembrava un' area a sé, i problemi che andavano ad aumentare non la toccassero, ma impressionati da tale pace e meraviglia aiutassero a rafforzare quell'atmosfera idilliaca rendendosi ancora più pericolosi per rimarcare il contrasto.

Rimase in attesa, doveva prendere una decisione e, guidato dall'istinto e dalla paura, si srotolò le maniche della giubba in cotone per coprire più pelle possibile, avrebbe approfittato delle tenebre per mettere in salvo la pergamena.

Shouto appoggiò un braccio al limite del dirupo, scese lentamente e stabilì il piede destro su un isolotto alla sua destra, ripetendo lo stesso movimento per il sinistro.

Mano mano che scendeva tutto si infittiva di più e la luce iniziò a diminuire, per poi sparire completamente quando giunse a metà del percorso che aveva da compiere.

Dovette sbattere le palpebre più volte, le mani che gli tremavano per la fretta, desiderando solo che i suoi maledetti occhi si abituassero alla nuova condizione.

Shouto non desiderò mai come in quel momento di far parte all'altro ramo della sua comunità. Non sarebbe stato bellissimo , e soprattutto più semplice, balzare da una parte all'altra del bosco, dissolversi o volare sopra le teste dei soldati di All For One?

Ovviamente si, e invece si ritrovava a non poter usare il suo potere.

Mentre posizionava un piede su un isolotto che credeva si trovasse alla sua sinistra,sentì il vuoto e preparandosi alla caduta, intrecciò le mani e le parò davanti al viso.

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