36 - Il sapore delle tue labbra

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<<Allora, di cosa volevi parlare?>> proferì Hayley una volta usciti dall'ospedale.

A dirla tutta, Nicolò si era persino dimenticato di cosa doveva dirle, non trovava il coraggio di chiederle se quel bacio dell'altra volta era stato di suo gradimento o se si era pentita, ma se in quel momento era lì con lui, significava che era tutto apposto tra di loro, no?

Aveva ripensato a quel bacio tutta la giornata, chissà se anche lei aveva provato le stesse cose o era stata solo l'infatuazione del momento.

<<Terra chiama Nicolò, ci sei?>> continuò lei sventolandogli una mano davanti il viso.

Solo in quel momento, il moro si accorse di essere rimasto in silenzio per troppo tempo, avvolto dagli unici pensieri che gli invadevano la mente da ieri.

<<Sì scusa, stavo ancora ripensando alle parole del dottore>> mentì cercando di sorridere quanto più potesse.

Che poi in parte non era del tutto falso, le parole del dottor Emiliani gli vorticavano freneticamente in testa. Era da tempo che non veniva più considerato il ragazzo di qualcuno e doveva ammettere che era davvero strano, soprattutto se la ragazza in questione era proprio Hayley, ma nessuno poteva sapere dei loro trascorsi.

Davvero agli occhi degli altri potevano sembrare una coppia a tutti gli effetti? Era una cosa da escludere, ma del tutto plausibile.

Entrambi erano di bell'aspetto, se non fosse solo per quel piccolo particolare: per anni erano stati talmente tanto ciechi da non rendersi conto che l'odio che fingevano di provare l'uno nei confronti dell'altro, era soltanto un modo per nascondere i loro veri sentimenti, stava a loro scoprire cosa sarebbe stato in futuro.

Senza proferire altro, si diressero nel loro posto, era da tempo che non ci andavano e poi era di strada quindi invece che prendere un autobus per tornare comodamente ognuno a casa propria, decisero di prendere tutt'altra strada e dirigersi nel loro parco preferito.

Arrivarono quasi subito, il grande albero era ancora l'attrazione principale: tanto grande, quanto bello, con i suoi rami ricoperti interamente di foglie che coprivano quel poco di sole presente, ottimo sia d'estate che d'inverno.

Si misero seduti sotto l'albero, a stretto contatto con la corteccia di un marrone più scuro del solito, ma continuarono a non dire una parola.

Hayley attendeva che fosse il ragazzo a parlare, mentre lui non sapeva esattamente come iniziare il discorso.

Da quando in qua era così timido verso qualcuno?

<<Io starei ancora aspettando>> prese parola Hayley, cercando di smorzare quel silenzio imbarazzante.

Improvvisamente Nicolò si rese conto che parlare non sarebbe servito a nulla, se voleva avere delle risposte, avrebbe dovuto agire. Solo così avrebbe potuto capire se si era pentita o meno, che poi poco gli importava, in quel momento voleva soltanto assaggiare nuovamente le labbra di lei, mal che andava, si sarebbe beccato uno schiaffo.

Si avvicinò cauto al suo viso, il respiro irregolare, mentre le mani gli fremevano. Appoggiò la mano destra sulla guancia di lei e si avvicinò ulteriormente, ma nel momento in cui le loro labbra si stavano per toccare, ci pensarono le mani di lei ad allontanarlo.

<<No Nico, scusami è che...>> stava tentando di dire, ma ogni suo tentativo fu interrotto da una voce che non apparteneva nè a lei, nè al ragazzo di fronte.

<<Ehi ragazzi>> disse ancora la voce, questa volta palesandosi per intero.

Solo in quel momento si accorsero che a parlare fu proprio il loro migliore amico.

Hayley si alzò come una molla e gli corse in braccio, felice di rivederlo dopo tutti quei giorni di assenza, Nicolò invece dal canto suo, era sì contento, ma leggermente infastidito per aver interrotto il momento.

<<Che bello vederti Fede, mi devi raccontare tutto>> prese di nuovo parola lei, una volta scesa dalle braccia possenti di Federico ed essere ritornata seduta a terra di fianco a Nicolò, che per tutto il tempo, non le aveva tolto gli occhi di dosso.

Era così contenta con lui, perchè non poteva sforzarsi di esserlo anche con il sottoscritto?

<<La partita è andata benissimo, abbiamo vinto 3 a 1, peccato che non eri tra gli spalti, ti avrei dedicato volentieri un goal>> affermò soddisfatto di sè stesso <<comunque Lorenzo voleva andare a festeggiare, quindi questa sera, se vi va, ci incontriamo tutti al solito locale>>.

Hayley non stava più nella pelle, era da tempo che non usciva a divertirsi con i suoi amici.
Dopo l'incidente di Nicolò, avevano annullato qualsiasi uscita serale in discoteca o qualsiasi locale della zona.

<<Sì dai, non so quanto tempo resto, perchè oggi alla visita di controllo, mi hanno detto di non sforzare troppo, ma una serata non può farmi tanto male>> annunciò infine il moro.

<<Comunque prima ho per caso interrotto qualcosa?>> domandò Federico ritornando a quanto stava succedendo prima del suo arrivo.

<<No>> intervenne prontamente la ragazza <<stavamo solo parlando un po'>>.

La cosa gli parve quasi strana e a Nicolò infatti non sfuggì il suo sguardo inquisitorio.

<<Voi due insieme? Dovrei partire più spesso>> ci scherzò su il ragazzo.

<<Sì, stiamo cercando di essere amici... più o meno>> commentò la ragazza, non sapeva più come uscire da quella situazione, glielo si poteva leggere chiaramente in faccia.

Nicolò che era rimasto in silenzio per tutto quel tempo, a sentire quella tremenda bugia, non riuscì più a trattenere quel sorrisino di scherno che per anni gli aveva incorniciato il volto. Da quando in qua due "amici" si baciavano?

<<Beh, peccato solo che gli amici non dovrebbero conoscere il sapore delle tue labbra>> proferì a bassa voce, ma non tanto basso da non permettere ai due di ascoltare.

Il viso di Federico si tramutò in una vera e propria smorfia di stupore.

<<Che significa?>> chiese rivolto principalmente alla ragazza.

Di sicuro non avrebbe voluto farglielo scoprire così, ma non poteva più fingere col suo migliore amico. Era successo e non si era pentito di niente.

<<Lascialo perdere, stranamente oggi ha voglia di scherzare>> disse lei fulminandolo con lo sguardo.

Era tempo di andare per Nicolò, sapeva che se fosse rimasto lì, avrebbe detto tutto quanto, giocandosi forse l'unica carta che aveva per tenere la ragazza con lui.

Si alzò in piedi, salutò tutti quanti ricordando che ci sarebbe stato quella sera stessa e se ne andò, non prima di aver lanciato l'ultimo sguardo alla ragazza, rimanendo sorpreso che anche lei avesse fatto lo stesso.

Dimmi che ne vale la pena || Nicolò BarellaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora