La cosa più devastante è stata il mio sentirmi diversa, non me stessa. Qualsiasi cosa facevo ruotava attorno a te. Tiravi i fili e io mi muovevo, come un burattino. A distanza di tempo, ricordo ancora le tue parole: brutte, devastanti, nere. Quanto ho avuto paura di diventare così o di non riuscire a trovare altri colori se non il nero in qualsiasi altra cosa della mia vita. Avevo il terrore di poter incontrare chiunque che fosse il tuo riflesso. Poi qualcosa è cambiato e lì ho capito che avevo già scelto cosa fare. Avevo scelto me, con le mie insicurezze e le mie paure. Con tutto il marcio che mi avevi trasmesso.  Avevo scelto me, un albero spoglio pronto ad essere curato (da e con me stessa) per essere in grado di donare ad altri i meravigliosi fiori che posso offrire.

Il tempo di una sigarettaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora