Capitolo 1

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"Quella voce che mi trapassava i timpani era solo immaginazione oppure era la realtà che cercava di governare il mio destino".

Elizabeth è sempre stata una ragazza in gamba, nonostante non avesse amici era molto popolare tra i ragazzi.
Molto testarda e con la testa sulle spalle, non le piacevano i giri di parole e le persone che immaginano tutto, ma non concludono mai nulla.
Ogni giorno per lei era una sfida, ogni giorno cercava di andare avanti senza guardare il passato, ogni giorno cercava di realizzare i suoi sogni.
I suoi occhi molto spesso si riempivano di piccole gocce luccicanti, di sicuro non era una di quelle ragazze che aveva paura di dare fastidio, d'altronde non parlava molto, non temeva di essere poco originale e nemmeno di sembrare strana agli sguardi giudicatori degli altri.
Ammettiamolo nonostante Elizabeth sia nata in una famiglia davvero molto ricca non ne ha mai abusato.

Era il primo giorno di scuola la ragazza si trovava vicino agli armadietti.
Lucas uno dei ragazzi più popolari della scuola, capitano della squadra di football, insieme ai suoi amici, se si possono chiamare così, stava entrando dalla porta con aria di superiorità, la giacca di Prada appoggiata sulle sue spalle dava a Lucas un aspetto quasi regale.
La scuola era una delle più prestigiose  di tutta San Francisco, difatti era frequentata dai figli dei più ricchi imprenditori dello stato.
Era piena di ragazzi schizzinosi, viziati e superficiali.
Tutto il contrario di quello che era la persona di Elizabeth, lei, come dire, era un il chiaro esempio di ragazza ricca che avrebbe preferito nascere in una famiglia normale, tutti quei soldi dopo un po' possono dare alla testa.
I suoi genitori, be, non li vedeva mai, essendo che erano sempre occupati con il lavoro praticamente non li conosceva.

Elizabeth non è mai stata come gli altri, da piccola invece di giocare con le bambole, come le altre bambine, si metteva sotto un albero a leggere, invece di andare alle feste stava a casa a studiare, invece di sognare il principe azzurro lo cercava.
Elizabeth non ha mai creduto nell'amore a prima vista, "non si giudica una persona dalla prima impressione", la frase che ogni giorno la tormentava, che le rimbombava in testa.

Immaginate una scuola al confine con il bosco, un bosco quasi incantato; immaginate una scuola con all'interno enormi stanze come in un castello, i corridoi erano poco illuminati, ma abbastanza per far risplendere gli armadietti verde scuro, che percorrevano i lati della lunga stanza, immaginate una scuola con studenti modello, che indossano divise di marca, senza nemmeno una piega.

Elizabeth si avvicinò alla classe nella quale avrebbe avuto lezione, si sedette vicino alla finestra circa nella penultima fila, così da ammirare il paesaggio che si vedeva al di fuori dei grandi cancelli argentati della scuola.
Vicino al lei si sistemo una ragazza dai capelli rosa, sembrava molto ribelle per gli standard dell'Accademia, per Elizabeth fu una soddisfazione sapere che non tutti gli studenti erano fatti con lo stampino.

La classe iniziò a riempirsi, i posti pian piano vennero occupati e la lezione iniziò.
Il professore entrò in classe sbattendo sopra la cattedra un libro molto pesante, avrà avuto all'incirca seicento  pagine, e iniziò a parlare "Buongiorno ragazzi, oggi inizierà il vostro anno scolastico".
I quaderni, i fogli, le matite e le penne poggiavano sui banchi degli studenti, l'aria era quasi tossica, la scuola cerca sempre di metterti alla prova e se non sei abbastanza ti colpisce fino a farti morire dentro, un'famoso fisico di nome Albert Einstein diceva: "Ognuno è un genio. Ma se si giudica un pesce dalla sua abilità di arrampicarsi sugli alberi lui passerà tutta la sua vita a credersi stupido".
Questa era una delle frasi più importanti che Elizabeth avesse mai sentito.

Dopo la lezione vennero assegnati i dormitori, essendo che la scuola era davvero molto spaziosa le stanze erano solo da due persone.

La campanella suonò, l'intervallo finale mente era arrivato.
Elizabeth uscì dall'aula per dirigersi verso il giardino, appena arrivò si sedette su una delle panchine di pietra, la panchina più isolata, mise la mano in tasca e tirò fuori un pacchetto di sigarette quasi vuoto, ne estrasse una, la avvicinò alla bocca e la accese con una piccola fiamma, il fumo iniziò a volare in cielo, creando piccole nuvole.
L'aria che respirava Elizabeth non era più sana, ma infetta; quel piccolo oggetto che teneva tra le mani aveva già causato la morte di moltissime persone, questo lei lo sapeva bene, ma non le interessava, infondo perché avrebbe dovuto?
"Si vive una volta sola" questo era quello che continuava a ripetersi.
Appena Elizabeth spense la sigaretta e buttò il mozzicone, le si avvicinò un ragazzo alto, occhi marroni, capelli arruffati e un semplice sorriso che gli risaltava sul volto.
Il ragazzo iniziò "Piacere mi chiamo Marcus ho visto che sei qui sola e ho pensato di presentarmi", il sorriso quasi imbarazzato era fisso sul suo volto.
Elizabeth guardo l'ingenuo ragazzo, si alzò e inaspettatamente gli porse la mano e a sua volta la ragazza si presentò.
Ogni persona può avere un'opportunità, no?!

Si era fatto tardi Elizabeth e il ragazzo appena conosciuto tornarono insieme in aula e si sedettero ai loro rispettivi posti.

Un urlo assordante spezzo il silenzio appena sceso dopo l'entrata in classe del professore.
Nessuno fiatò, nessuno si mosse, nessuno accenno un espressione di stupore, curiosità o paura.
Era forse la mente di Elizabeth a fare così tanto rumore?
Le lezioni iniziarono il professore iniziò a scrivere alla lavagna, il cielo stava rilasciando piccoli fiocchi bianchi, gli occhi di Elizabeth erano fissi sul giardino, pian piano tutto stava diventando bianco, gli alberi spogli si coprirono con fiocchi di neve, le strade erano sotto un telo bianco.
"Signorina Elizabeth sta ascoltando la lezione?" Questa era la frase che risvegliò la giovane ragazza dai suoi pensieri

Dopo svariate lezioni era finalmente arrivato il momento di andare a riposare.
I dormitori erano all'ultimo piano.
Le scale a chiocciola quasi infinite vennero invase da studenti ansiosi di scoprire con chi avrebbero condiviso la stanza.
Elizabeth entrò dalla porta "stanza 122 dev'essere questa" esclamò.

— Angolo autrice —

Ciao

Piacere mi chiamo Alice questo è il mio primo libro, infatti non so come andrà. (spero bene:)
Il primo capitolo di una lunga serie; ammetto che trovarmi a scrivere un libro è davvero molto strano.♡

In questa prima parte ho deciso di darvi un'assaggio di alcuni personaggi che con il tempo conoscerete meglio, presentarvi la nostra protagonista femminile e mostrarvi un po' l'atmosfera e le vibes che vi potrà trasmettere questo libro.

Spero che questo piccolo capitolo della storia vi sia piaciuto e che continuiate a leggerla, per conoscere molti altri personaggi importanti.
Mi auguro di ricevere alcuni vostri commenti e pareri.

~ Ciao ciao ~

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