Capitolo 2

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-Hey, che vuoi?- gli domando.

-Mi stai chiedendo cosa voglio...?- dice, e fa un sorrisetto malizioso.

-Ehm...non te la darò mai-

-Lo vedremmo...- dice infine, andandosene.

Perché è venuto fin qui solo per dirmi questo non lo so.

Oh...aspetta... sì, lo so -.-

Uno dei suoi soliti scherzetti. Chissà che mi ha fatto...almeno nessuno mi ha vista, ora...

Beh...purtroppo non è così scontato. Appena torno a casa mia madre mi fissa e mi guarda male.

-Mamma...qualcosa non va?- chiedo.

Mi risponde con un'altra domanda:

-Spero vivamente che non sia stata tu a scrivere quella roba-

Roba???? Quale roba???? Scrivere????

Ci sono! Come ho fatto a non pensarci prima?!?!

Metto una mano dietro la schiena e, infatti, afferro un foglio, con su scritto:"I ♥ SEX"

No no no no no no no no no no.

No.

Lorenzo, questa me la paga. Giuro.

-Ehm...non l'ho scritto io, sono stati degli stupidi...- mi mortifico.

-Me lo auguro- dice.

Salgo sopra, più infuriata che mai con quella sottospecie di umanoide.

Mi butto sul letto e sblocco il cellulare. Leggo i messaggi del gruppo dei miei amici.

ANGELO- Allora si esce?

JACOPO- Io no, ve l'ho già detto.

ANDREA- Ho avuto degli impegni all'ultimo minuto...scusate raga

CLAUDIO- Chi devi scopare,  stavolta?

ANDREA- Ha ha ha. Che ridere. Tu, piuttosto, puoi?

CLAUDIO- Devo lavorare oggi.

ANGELO- Dunque io sono l'unico che esce??

Allora io scrivo:

FEDERICA- Esco anch'ioooo non mi va di stare chiusa in casa anche oggi...

ANGELO- Allora sei sicura che siamo solo noi due?

FEDERICA- Così sembra, ma vabbè.

Allora ci mettiamo d'accordo: alle cinque davanti al comune.

Cinque minuti prima mi preparo come meglio credo, i jeans di stamattina, come pure la maglia nera, nessun bracciale, collana, orecchini o qualsiasi altro tipo di gioiello, capelli sciolti, come sempre. I miei capelli sono castano chiaro, lisci e lunghi, sono rare le volte in cui li lego.

Infine le mie scarpe che uso sempre, nere, con quattro strappi, non ricordo la marca, ma sembrano ci siano dei galli gialli sopra. Ormai è da un paio d'anni che ce le ho e, nonostante siano molto vecchie, le adoro, perché sono comode e mi fanno sentire a mio agio. Riguardo al trucco, invece, metto solo la matita, sia sopra che sotto.

Dopodiché scendo di corsa le scale e raggiungo il comune.

Mi siedo sulla panchina, ma non vedo nessuno. Sono le cinque e dieci, eppure Angelo non è qui.

A questo punto lo chiamo...

A- Pronto?

Dice, ma sento anche la voce di alcune ragazze.

F- Hey, non dovevi stare qui alle cinque?

Sento ancora quelle voci. Ora capisco cosa succede. Ha portato a casa alcune troiette.

A- Cosa? Ah, giusto! Ehm...scusa, non credo di poter venire.

Allora faccio la finta tonta.

F- Ah no? Cosa devi fare di più importante?

A- Ehm...servizi con mia madre...sai com'è?

F- Sì, certo. Ma lo sai che c'è? Tu sei a casa con quelle troiette che porti sempre a letto, vero??

A- Ma no! Che dici?

F- Vabbè. Grazie per il bidone. Cià.

Non gli dò il tempo di rispondere che subito gli chiudo il telefono in faccia. Però, a parte alcune nuvole, è una bella giornata, e non mi va di sprecarla standomene a casa, e poi è sabato! Decido, così, di non tornare, anche a costo di dover stare sola.

Vado ad una festa, una di quelle dove tutti si ubriacano. Di solito non ci vado, odio ubriacarmi dato che non reggo affatto l'alcool. Ma.ci vado, non ho nient'altro sa fare.

Giunta alla festa, noto una marea di gente, ubriaca e non, che *disgusto* fanno cose alquanto sconce in pubblico.

Non bevo, ma mi godo lo spettacolo dato che non ho nient'altro da fare.

D'un tratto, però, vedo avvicinarsi a me un ragazzo, non so chi sia o chi possa essere, ma sembra molto più che solo brillo.

Odio aver a che fare con questa gente.

-Hey, dolcezza!- esclama con una voce strana. Sì, ne ho la conferma, è ubriaco, ed ha ancora in mano un bicchiere di non so cosa, ma di sicuro alcoolico.

Il ragazzo continua:

-Sei stupenda! Vieni...- detto questo mi prende per un polso e mi trascina verso quella che suppongo sia la sua auto.

Cerco in tutti i modi di liberarmi, ma non ci riesco, è più forte di me.

Mi bacia. Che schifo. La sua bocca sa di alcool, che -ripeto- io odio.

Mi bacia molto violentemente e, pur volento, non riesco ancora ad allontanarmene.

Mentre mi bacia, mi trascina e poi butta nella sua vecchia e sporca auto, e da lì comincia a baciarmi il collo. Non sento niente, come non ho mai sentito niente con un bacio. Anzi a dire il vero provo qualcosa: la paura.

Paura che questa notte, a causa di questo pazzo maniaco, possa perdere la mia verginità.

Sì, non l'ho mai detto a nessuno, ma sono vergine. Beh, ho solo sedici anni, ma è comunque umiliante parlare di queste cose agli altri, e infatti non ne ho mai parlato a nessuno perché tutto il mio gruppo di amici l'aveva fatto almeno una volta.

Mi bacia il collo e, dopo l'ennesimo tentativo di ribellarmi, forse ci riesco e non perdo tempo a scappare, ma lui mi riprende, e con un coltello che ha in macchina mi taglia una parte del braccio, accanto alla spalla.

Mi toglie la maglietta e, appena sta per togliermi il reggiseno, sento qualcuno tirargli un calcio, poi prendermi in braccio e scappare da lì, prima che quel pazzo possa ancora prendermi.

Se non fosse per lui, a quest'ora sarei davvero in cattive mani.

-Tutto bene?- mi domanda, facendomi scegliere. Solo dopo aver sentito la sua voce, lo riconosco: Lorenzo??

♥Believe to impossible♥[Favij/Lorenzo Ostuni]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora