Interludio IV

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«Carissimo Alex,

So che mi avrai già escluso dalla tua vita, e che scriverti questa lettera in un momento del genere potrebbe non essere così confortevole per te, ma ho urgente bisogno di contattarti.

Vorrei che tu sapessi che non sono malvagio come potresti pensare, io sono una persona come tutte. Avevo un sogno, e l'ho realizzato: quello di poter controllare ogni aspetto del nostro mondo e riportare ordine e giustizia. Non intendiamo distruggere nulla; vogliamo solo creare un nuovo ecosistema, un pianeta perfetto sotto la guida di persone sane e responsabili.»

Qui mi venne quasi da ridere. Seriamente, mio padre ha scritto una cretinata del genere?

«Al giorno d'oggi governare uno stato, un paese o una nazione è molto complicato, e si commettono errori enormi. Vogliamo che tutto questo non esista più. Perché dover obbedire a tante piccole forme di governo, separate da zona a zona, anziché a una sola persona o a poche? Sono convinto che ciò aiuterà tutti, evitando situazioni di sconforto e malvivenza. Non ci saranno più né ricchi né poveri, ma un mondo dove ognuno avrà pari opportunità per ripartire da zero sotto la nostra guida. I soldi rovinano la vita a tutti, e questa è l'unica soluzione per eliminarli dalle nostre esigenze. Gli esseri umani dovranno lottare per sopravvivere, proprio come una volta, come agli albori dei tempi. Non esistevano negozi, case, città o qualsiasi altra cosa, solo noi e la natura, il nostro vissuto e le persone care. Torneremo tutti a vivere così... o almeno, loro torneranno. Sono sicuro che gli farà bene, agli uomini là fuori, che tormentano le persone e si vantano del loro capitale. Mi fa venire i brividi solo a pensarci.»

Non sa quanto me li faccia venire a me leggendo ciò che ha scritto.

«Tutto ciò che siamo dentro verrà fuori. Non conteranno più né la bellezza né l'aspetto estetico, né tanto meno i soldi e i propri possedimenti. Andranno avanti solo i più forti, come è giusto che sia. L'unica eccezione saremo io e quella donna che ormai conosci più che bene. Noi faremo da giudici per l'eternità, o finché non avremo un successore... magari uno come te. Ma non importa; ciò che conta veramente è che tu stia bene. Ti lascio tutto il tempo che vuoi, in pace, per poterti godere questa nuova vita.
Ah e, quasi mi dimenticavo... mi sei mancato. Un giorno vorrei parlarti di me, da uomo a uomo, o meglio, da padre a figlio, come non abbiamo mai fatto prima d'ora. Non credo che tu ti possa ricordare anche solo minimamente il mio volto, ma sappi che io ricordo benissimo il tuo. Gli occhi di color verde rame di mio figlio... come potrei mai dimenticarli? Quel suo sorriso, il suo naso a patatina.»

A queste parole non riuscii a trattenermi, dovevo rispondergli immediatamente, anche se mi rendo conto di aver esagerato. Presi carta e penna e iniziai. Trascrivo tutto qui:

«Carissimo 'padre', se così ti posso chiamare.
Mi sorprende che tu ricordi così bene di me: dei miei occhi color verde rame, del mio nasino, del mio sorrisino... lo stesso sorrisino di quel bambino che hai abbandonato, lasciato da solo con la sua povera madre, esausta di te e del tuo comportamento inaccettabile. Lo stesso sorrisino di colui che hai mandato a far dissezionare, trattandolo come una lurida cavia da laboratorio per i tuoi insulsi progetti. Volevi solamente creare un mondo migliore, vero? Questo è veramente ciò che volevi farmi credere. Pensi che possa accettare una tale assurdità? Stai facendo soffrire miliardi di persone, cazzo. Tu sei pazzo! Tu sei un folle, un cialtrone, un essere demoniaco! Altro che padre... non hai la minima idea di come io sia o di cosa tu abbia fatto.

Ho visto persone piangere fino a prosciugarsi l'anima dalla disperazione, naufragare nelle loro lacrime... lacrime inutili. Persone che hanno perso anche quelle uniche persone su cui contavano. Ho visto di tutto ormai, persone morte o lasciate a morire, di cui non frega niente a nessuno. Mi sento in colpa per te, dato che tu non lo dimostri minimamente. Quel maledetto potere ti ha annebbiato il cervello. Non credo tu possa ancora ragionare come una persona normale, ma questa non è una scusa, perché per nessun motivo al mondo potrei mai perdonarti.

Sai, caro 'genitore', quel bambino che continui a nominare ha ormai superato i 18 anni. Sì, hai capito bene, più di 18 anni di continua sofferenza. Colui che dovrebbe ricominciare da zero sei solo tu, quel folle essere che sei diventato. Ora ho la mia vita, e tu hai la tua, non sei più in alcun modo mio padre, sappilo. Ho cancellato dalla mia mente qualsiasi cosa che possa ricordarmi di te, lasciando solo le parti peggiori.

Se mai verrò da te, sarà per sputarti in quella faccia da cazzo e farti arrestare... anzi, ormai solo ammazzare. Gran parte dei detenuti nel mondo ha colto l'occasione per evadere o sono morti ancor prima di riuscirci... ed è tutta colpa tua. L'unica cosa che posso fare, se proprio devo, è farti fuori, e lo farò volentieri. Non sei più mio padre, ricordatelo, non ho problemi a farlo. E preparati, perché quel giorno arriverà molto presto. Lì, allora, sarà davvero l'inizio di una nuova era. Un'era in cui si ritornerà a stare bene, ossia a prima della tua esistenza, e tu non potrai fare nulla per impedirmelo. Nulla, hai capito?
A presto.

~ Alex»

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