XXIII

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Mi sveglio, allungo la mano verso il comodino e prendo il telefono per vedere l'orario, sono le 4 di pomeriggio, fa estremamente caldo, mi alzo per aprire la finestra e vedo tutti i ragazzi in piscina

dato che mi sto sciogliendo, indosso il mio bikini bianco, accompagnato da un pareo nero, occhiali da sole, crema abbronzante e mi dirigo in giardino

il primo a notarmi, come sempre oramai è Kevin che mi fischia

-buongiorno principessa- tutti rivolgono lo sguardo verso di me

-delicatissimo come sempre- mi piego per sistemare l'asciugamano sulla brandina e mi ci stendo sopra togliendo quel pezzo di stoffa trasparente che non lasciava niente all'immaginazione

chiudo gli occhi e mi rilasso, mentre sento farfugliare da sotto

-ragazzi di che sta- nemmeno il tempo di finire, che un paio di mani mi sollevano dalla sdraio e mi lanciano in acqua, provocandomi dei brividi assurdi

-ora mi dite chi sono stati i coglioni- tolgo i capelli bagnati dagli occhi, bloccano la mia visuale, Carlos, Alessandro e Liam mi guardano alzando le spalle, alzo lo sguardo e vedo, peppe e Kevin trattenersi dalle risate

-siete degli stronzi, ora ho freddo-

-hai freddo? va bene, allora ti riscaldo io- Kevin si butta in acqua e mi raggiunge, cingendomi i fianchi e cominciandomi a fare il solletico, mi dimeno come la matta e rido con le lacrime agli occhi

-GIUSEPPE-

questa vista non può che darmi fastidio, Kevin gli è praticamente saltato addosso ed ora hanno i corpi vicini

tutti non fanno altro che dirmi, che si vogliono fare Rossella, con me cascano male, malissimo aggiungerei.

-ROSSELLA

vedo gli occhi di Giuseppe rabbuiarsi per un attimo

-ti giuro che se non la finisci, piscio qua- Kevin si blocca e salta all'indietro

-fai schifo-

-tu il doppio di me zuccherino- tutti scoppiano a ridere, peppe accenna giusto un sorriso prima di entrare in casa

-torno subito- esco dalla piscina, prendo l'asciugamano e me lo avvolgo intorno al corpo, entro in casa al piano terra non c'è traccia di Giuseppe, salgo al secondo e mi dirigo direttamente in camera sua, e con mia non sorpresa lo trovo seduto sul letto col cellulare in mano

-va tutto bene?- mi guarda

-che ci fai qui? non ti ho dato il permesso di entrare- incrocio le braccia al petto

-non mi interessa il tuo permesso- i suoi occhi si riducono in due fessure, si alza e mi viene in contro

-ti sei cacciata in un bel guaio- indietreggio fino a far toccare la mia schiena col muro freddo, lui è vicino

-ciccio svegliati, non siamo dentro cinquanta sfumature di grigio, né tanto meno tu sei Christian Grey- questa affermazione più la mia faccia annoiata, hanno acceso un fuoco all'interno dei suoi occhi

-ne sei sicura?- mi afferra i polsi e mi fa girare di scatto, ora la mia faccia è spalmata sul muro insieme al seno, ormai l'asciugamano è finito in terra

-si- mi piace sfidare, è un mio must

sento che avvicina la sua bocca sull'orecchio, percepisco il suo fiato caldo

-so che effetto ti faccio- ah pure sbruffone è adesso?

le sue labbra si poggiano delicatamente sul collo, arrivano alla spalla, scendono sulla schiena, mi vengono i brividi

-visto?- tiene i miei polsi solo con una mano, e con l'altra disegna cerchi sul fianco

mi rigira con il mio viso di fronte a sé, vuole giocare? bene

libero le mie mani, una finisce dietro la sua nuca, l'altra scende lungo l'addome, leggo l'eccitazione nei suoi occhi, le mie dita sfiorano il suo punto, trattiene il respiro, sento che sto ottenendo la reazione che voglio, gli sta diventando duro, faccio su e giù, mentre i miei occhi sono fissi nei suoi, avvicino la mia bocca al suo orecchio

-e che effetto ti faccio?- sussurro, per poi girarmi e andare fuori da quella dannata camera.

Ritorno al piano di sotto e vedo i ragazzi sistemare gli zaini

-ma come? ve ne andate di già?-

-vedi che noi siamo qui da prima di pranzo, sei tu che ti sei svegliata alle quattro- Liam ha parlato

-hai perfettamente ragione Liamuccio, non pensavo fossi così intelligente- ovviamente Kevin, tutti ridono

-salutaci il tuo fratellino-Kevin mi fa l'occhiolino ed esce dalla porta seguito a ruota dagli altri

ha fatto l'occhiolino, strano, fin troppo strano, direi sospetto

-sono andati via?- mando giù quel poco di saliva che mi è rimasta, creando più rumore del previsto

-si? quindi significa che siamo soli, e possiamo riprendere da dove hai interrotto-

-no grazie- vado in bagno e mi libero del costume per farmi una doccia, mentre regolo la temperatura, sento delle labbra posarsi sulla spalla

non mi dite che non ho chiuso la porta del bagno, sono fottuta, letteralmente in tutti i sensi possibili e immaginabili

-che fai qui?-

-volevo lavarmi-

-potevi farlo dopo, non con me qui- mi giro verso di lui, è nudo dinanzi a me, in tutta la sua bellezza, il suo torace è percorso da tante goccioline d'acqua

-vai via, per favore, ok?-

-perché dovrei? ti ho già vista nuda- a quest'affermazione mi sento avvampare

-Giusè, non voglio problemi, sono fidanzata-

-prima non sembravi esserlo-

-stavo solo giocando, dimentica tutto quello che è successo tra noi, ok? perché se deve comportare a questo, davvero, non voglio casini-

non dice nulla, va solamente via, ed è la cosa migliore per entrambi.

il mio fottutissimo fratellastro Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora