You & I.

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I figured it out.
I figured it out from black and white.
Seconds and hours, maybe the height to take some time.
I know how it goes...
I know how it goes from wrong to right.
Silence and sound.
The day ever hold each other tight like us.
The day ever fight like us.


Pioveva a dirotto.
La pioggia, per quanto potesse dar fastidio alla mia vista, o in generale, non mi impediva di vedere del tutto dove stessi andando. E stretta nella mia, c'era la sua mano, che stringeva forte quasi per paura di perdermi. Io facevo lo stesso, forse per lo stesso motivo.
E correvamo, sotto quella pioggia, alla ricerca di un riparo, per fermarci almeno un pò. Poco piu' avanti lo trovammo: un cancello con una piccola tettoia, c'era spazio per ripararci entrambi. 
La feci appoggiare alle sbarre di quel cancello ed io mi misi davanti. Non ero al massimo del riparo, ma non importava, almeno non a me visto che lei mise una mano dietro alla mia schiena, attirandomi piu' a sè. 
Sorrisi. 
I nostri petti si abbassavano e alzavano velocemente, per via della corsa fatta poco prima. Si toccavano, sotto quei vestiti oramai bagnati. Entrambi potevamo sentire i battiti dei nostri cuori che sembravano avere lo stesso ritmo e suono. Ma questo non perchè avevamo corso, no. Quel battito frenetico in comune avveniva ogni volta che eravamo vicini, ogni volta che ci toccavamo, ci sfioravamo, ogni volta che ci guardavamo negli occhi, come stavamo facendo in quel preciso istante.
I suoi occhi color nocciola chiaro avevano sempre un bellissimo effetto su di me... piu' che altro lei in sè. Lo avevo capitato dalla prima volta che l'avevo vista a scuola, in biblioteca.
Non ero mai entrato in biblioteca, visto che non ero un tipo a cui piaceva particolarmente leggere, ma dovetti andarci per cercare un libro per approfondire una mia ricerca di storia. Mentre cercavo tra quei grandi scaffali, avevo distolto per un attimo lo sguardo da quei libri, per guardarmi vagamente intorno. E poi la vidi. 
I capelli rossi, mossi, portati su una sola spalla che scopriva il suo collo. Anche se ero lontano, vidi quanto la sua pelle fosse morbida e liscia. Mi era venuta la strana voglia di baciarla.
Il capo chino sul libro, attenta a non deconcentrarsi da ciò che stava leggendo. Le labbra grandi, piene e maledettamente carnose; una tentazione per chiunque.
Poi aveva alzato lo sguardo e i nostri occhi si erano incontrati per la prima volta. 
Era come se fosse riuscita a rapirmi in un batter d'occhio, senza spiccar parola o fare qualcos'altro. Col suo sguardo, con i suoi occhi, mi aveva già fatto suo.
Quel nostro contatto visivo era durato poco perchè lei aveva abbassato di nuovo il capo, imbarazzata. Ero riuscito a vedere il rossore sulle sue guance e a quella scena avevo sorriso, lusingato dal fatto che fossi stato io a farla arrossire così tanto. 
Ancor col sorriso sulle labbra, mi ero avvicinato e mi ero seduto di fronte a lei, e mormorandole un «Ciao.», mi ero già reso conto che con quella mia azione volevo che quella ragazza facesse parte della mia vita.
E ora le stavo accarezzando la guancia, mantenendo il contatto visivo con lei. 
Aveva i capelli bagnati, delle piccole gocce scorrevano sul suo viso dolce e le sue labbra carnose erano premute insieme, segno che fosse imbarazzata per quel mio contatto. Lo era sempre e questo mi piaceva da morire.
Il suono di un tuono la fece sobbalzare e si rannicchiò contro di me, quasi come per trovare rifugio.
Risi, stringendola forte a me. «Qualcuno ha paura dei tuoni.» le sussurrai.
Lei mugugnò, non volendo staccarsi da me. Anzi, non fece che abbracciarmi ancor di piu' ed io feci lo stesso. Era così piccola tra le mie braccia. In quei momenti, mi convincevo sempre di piu' sul fatto che nessuna coppia si sarebbe tenuta così stretta come noi.
Le accarezzai i capelli e le baciai la fronte, sentendola sorridere contro il mio petto.
«Hey, voi due!» una signora si affacciò da una delle palazzine. «Vi conviene muovervi prima che vi prendiate una brutta influenza!» urlò.
«Per quanto mi piaccia restare abbracciato a te, ha ragione. Non voglio che tu ti ammali.» le dissi. 
Lei incurvò un pò le labbra, facendo nascere un piccolo sorriso. Era così tenera.
«Dobbiamo correre per un altro pò, sei pronta?»
Si sistemò meglio la borsa a tracolla, prese decisa, e anche con la sua solita timidezza, la mia mano e annuì.
Io feci lo stesso e proprio come prima, ci ritrovammo di nuovo a correre sotto la pioggia, mano nella mano, e anche se conoscevamo la nostra destinazione, in caso contrario non ci sarebbe importato perchè ciò che contava era che eravamo insieme. 
 

You & I. || Harry StylesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora