16 dicembre 2019.
Avevamo solo 11 anni, forse troppo giovani per anche soltanto immaginare cosa ci sarebbe accaduto, ciò che continua fino ad ora, che ne abbiamo tredici quasi quattordici.
Era decisamente troppo freddo, anche per un giorno di Dicembre.
Il vento gelido mi spettinava i capelli mentre Valentina batteva i denti e si soffiava il naso rosso.
All'improvviso stoppai la mia canzone preferita ( cosa molto bizzarra: finn di solito lasciava sempre finire le canzoni che più amava).
"Che succede?" aveva chiesto valentina, cambiando tono.
"Guarda" le dissi mentre stavo indicando l' altalena del parco in cui ci trovavamo, solito posto dei nostri incontri.
"l'altalena si muoveva con una certa frequenza" .
"quanto tempo fa sei scesa?" chiesi di nuovo iniziando a spaventarmi.
"quando sei sceso tu." anche valentina era visibilmente spaventata: riflettei sul fatto che ero sceso da molto tempo, era impossibile che le altalene fossero ancora in movimento.
E non poteva essere il vento siccome in quella fredda giornata il veto era come sparito.
Sopra quelle altalene c'era qualcuno, era ovvio.
Iniziammo a sentire una forte tensione, tutto si era fermato. Ci mancava il respiro, le gambe cominciavano a pesare, e anche il mal di stomaco cominciava a farsi sentire. Ci giravamo intorno, continui soggetti che non riconoscevamo come umani apparivano e scomparivano.
Il sentirsi osservati aumentava di minuto in minuto rendendo la situazione ancora più opprimente.
Occhi che ci fissavano, in continuazione senza smettere mai. Guardando nelle nostre anime, forse impure o forse semplici anime di ragazzini di 11 anni.
E poi all'improvviso finì tutto. Un peso che ci si toglie dalla gola...
Decidemmo di andarcene, non per sempre però.
Forse è stato un errore non aver lasciato perdere quel posto, ma, come avevo detto io stesso ci stavamo stancando della "pallosa vita monotona".
Beh...
Ci siamo rimangiati quel pensiero...
