E Baciami

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"E allora baciami" rispose solo Simone, non aspettando altro che sentire le labbra dell'altro sulle sue. Ma Manuel lo sorprese e disse "no".

Simone ci volle un attimo per processare. "Come? Perché no tu hai-" iniziò a chiedere Simone, in panico. Non capiva perché di quel rifiuto.

"Simo voglio fare le cose per bene. Quindi, prima, vuoi essere il  mio ragazzo e sopportarmi quando avrò le mie crisi di paura e paranoia?" disse Manuel, guardandolo negli occhi.

Simone annuì, incapace di spicciare parola. "Simo... Le parole, te voglio sentì"

"Si" rispose allora il più piccolo, che venne trascinato in un abbraccio dal riccio. Poi si trovarono nuovamente vicini, ma ancora più vicini di prima, con le labbra e le ciglia che si sfioravano, e Manuel non riuscì più ad aspettare.

"Posso baciarti?" chiese innocente Manuel, e Simone sussurrò un "si", sapendo che l'altro non si sarebbe fatto bastare un cenno con la testa.

Manuel gli prese piano il viso tra le mani, facendo scontrare delicatamente i loro nasi, e gli sorrise un'ultima volta prima di toccare dolcemente le sue labbra con le proprie, unendole in un bacio  casto pieno di amore represso.

E continuarono così per quelle che sembrarono ore, ma che in realtà erano solo dieci minuti, con quei baci dolci, solo con le labbra, e delle volte sorridevano così tanto che i loro sorrisi rendevano impossibile il bacio, ma a nessuno dei due interessava, perché ora erano lì, insieme, e avevano tutta la vita davanti per baciarsi bene,magari più appassionatamente, ma per ora si facevano bastare quei baci guastati dai sorrisi e le mani che scorrevano delicati sulla faccia, il collo e tra i capelli, muovendosi con una dolcezza che si sarebbe potuta usare maneggiando qualcosa di raro, prezioso ed estremamente fragile.

E per Manuel, Simone lo era. Simone era fragile, raro e prezioso e lui avrebbe fatto di tutto per preservarlo al meglio.

"Manu ma...perché non me l'hai detto prima?" chiese Simone, dopo un po', staccatosi dalle labbra del maggiore.

"Eh ero confuso e c'avevo paura..."  disse Manuel, però subito continuò "Però non è una giustifica il modo di merda in cui ti ho trattato prima dell'incidente... O per le cazzate che t'ho detto nel garage, non le pensavo... Mi dispiace, sai?"

"Lo so, perché in quella paura ci sono passato anche io, e non avevo nessuno con cui parlarne. Tu avresti avuti me. Perché hai preferito affrontare tutto da solo?" chiese Simone. Non voleva urtare Manuel, ma aveva bisogno di risposte, di sapere,anche se lo aveva già perdonato.

"Simó, co tutti sti perché... Tu non puoi proprio non fa domande eh?" rise Manuel, facendo sistemare Simone con la testa sulle sue gambe mentre lui si metteva semisteso, appoggiato alla testiera del letto, cosicché potesse accarezzargli i capelli e giocarci, perché aveva scoperto che i capelli di Simone erano una grandissima fonte di rilassamento per lui.

"No Simó è perché non sono abituato ad avere qualcuno che tenga davvero a me, cioè c'è mi madre ma non è che je posso di 'Ma Simone m' ha baciato in mezzo agli animali morti e m'è piaciuto e poi c'ho scopato e m'è piaciuto ancora de più e però poi l'ho trattato di merda perché non capisco la mia sessualità' altrimenti la traumatizzo. E poi boh tu sei arrivato nella mia vita come un tornado e mi hai scombussolato e ho avuto paura perché hai mandato le poche convinzioni della mia vita a puttane e avrei dovuto dirtelo lo so, mi dispiace. Però adesso ho trovato il coraggio di parlartene e da ora non ti nasconderó nulla te lo prometto. " disse poi, serio, mentre continuava a giocare con i ricci meno definiti di Simone, che aveva ascoltato le parole di Manuel come se ne andasse nella sua vita.

Poi, di getto, lo abbracció forte e gli diede un bacio, come a ringraziarlo quasi di quelle parole perché non sapeva cosa dire.

Si era innamorato di Manuel pensando di non avere alcuna chance con lui, invece si trovavano sul suo letto, come suo ragazzo, e non poteva davvero essere più felice di così. Andava, finalmente, tutto bene.

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