Sento un leggero calore sulla mia guancia destra, un fascio di luce caldo accompagnato dal suono armonioso delle cicale mi sveglia. Mi stiracchio nel letto, coccolandomici in esso. Mi alzo dal letto non appena sento il belare delle pecore. Affacciandomi dalla finestra vedo il sole alto in cielo, le candide nuvole e le verdi vallate su cui si innalza la città. "Buongiorno mia Signora" sento la voce di Bromia arrivare dalla porta, mi giro verso di lei sorridendole: "Buongiorno" "Vuole che le prepari la colazione?" mi chiede la mia affidata serva. "No esco subito cara Bromia, oggi c'è una così bella giornata. Preparami giusto una focaccia affinché io possa mangiarla dopo." le rispondo. Mi ringrazia e si dirige a preparare quanto le ho chiesto. Dopo essermi lavata e cambiata sono pronta ad uscire. Indosso i miei sandali, prendo la mia bisaccia e la focaccia avvolta in un fazzoletto. Esco di casa e mi dirigo verso la piazza, centro della città. Atene durante il periodo estivo è veramente eccezionale. Piena di volti sempre nuovi e caratterizzata dalla sua varietà e unicità di personaggi, colori, profumi, suoni e cibi. Nelle strade della città alcuni oratori raccontano del grande Achille o illustrano agli stranieri la grandezza dei nostri Dei con le loro mille storie. Dall'interno di alcune case, quelle più imponenti, si possono udire inni alle Muse oppure Aedi che, accompagnati da una lira, raccontano di Elena di Troia. Subito vengo rapita dai profumi delle spezie, erbe e carni che ha da offrire il mercato. Decido di prendere una manciata di fichi e qualche noce, da portare alle mie studentesse. Arrivo finalmente a destinazione. Spero siano già arrivate tutte e nessuna sia in ritardo a lezione. Entro dentro l'edificio ed attraverso il portico. Man mano che mi avvicino alla mia sala sento un rumore sempre più forte di voci. Spero fino all'ultimo che tutto quel casino non venga dalle mie ragazze e invece, con mia grande gioia, viene proprio da loro. "Saffo! Saffo! Finalmente sei arrivata!" mi urla Arignota non appena sposto la tenda "Ci hai promesso che oggi sarebbe venuto il grande Socrate a farci visita!" esclamano Megara, Tenesippa e Mica. "Lo so, lo so ragazze, ma vi ho già detto che il nostro ospite arriverà in nave durante l'ora di pranzo, di ritorno da un suo viaggio, e solo questo pomeriggio verrà qui da noi." rispondo a tutte mentre poso i miei effetti personali. Inevitabilmente le ragazze riprendono a parlare fra loro. Ristabilisco l'ordine e introduco l'argomento della giornata su cui poi discuteremo. Dopo un paio d'ore decido che i dibattiti possono concludersi e può iniziare la pausa pranzo. "Ricordate, quando il sole farà toccare all'ombra le due dovrete ritornare qui, mi raccomando di non ritardare." Dico a tutte con tono serio. "Va benissimo" mi rispondono in gran coro. Ormai è quasi tre anni che educo queste giovani ragazze a diventare donne adulte e colte. Fra me e loro si è formato un legame molto forte e intimo anche se, fra qualche anno, le dovrò salutare per sempre. I loro mariti le porteranno via, in terre lontane, rinchiuse nelle loro case, nelle quali avranno soltanto ricordi a cui pensare. Se potessi le terrei tutte qui con me, anzi le porterei tutte nella mia dimora. Immagino che, a Bromia, potrebbe far piacere avere un'altra ragazza a cui badare e soprattutto con cui parlare oltre a me. Mentre sto pensando a tutto questo, mi metto seduta in un punto della piazza centrale, gustando la mia focaccia. "Saffo!" sento una voce chiamarmi .Alzo lo sguardo e vedo il mio amico Licaone venirmi incontro. "Licaone vecchio furfante! Che fine avevi fatto?" gli chiedo abbracciandolo con grande gioia. "Ma come non lo sapevi? Sono partito per visitare la grande Roma" mi dice porgendomi un ramoscello "Tieni come ricordo, un ramoscello di alloro, che ti possa portare prosperità" lo prendo in mano e delicatamente, come se fosse fatto di argilla fresca, lo ripongo con attenzione dentro il fazzoletto della focaccia. Noto un grande via vai e gente che più del solito parla fra sé. "Ma Licaone, tu sai come mai c'è tutta questa gente agitata?" gli chiedo vedendo anche una gran folla dirigersi verso la piazza. "Ma come non lo sai? Oggi oltre all'arrivo di Socrate sono attese delle ragazze che si dice siano state al banchetto degli Dei, esse sono state scambiate per le grandi 9 Muse anche da loro!." mi dice entusiasta. "Ma cosa stai farfugliando? Chi sarebbero queste ragazze che vengono definite come le grandi Muse?" gli chiedo ancora più confusa di prima "Guarda! Guarda! Le vedi?" mi indica in mezzo alla gente. Cerco di capire cosa mi stia indicando quando dalla folla spuntano una decina di ragazze, con vesti preziose, posture eleganti e circondate da contendenti. "Licaone sono loro!?" gli chiedo, ma non faccio in tempo a sentire la sua risposta che mi prende per un braccio e mi trascina verso quelle. Riusciamo a farci spazio tra la folla, essendo vicini, finalmente riesco a vedere bene i volti delle ragazze. Licaone comincia subito a indicarmi tutte le ragazze. "La vedi quella? Ecco lei è Laide di Corinto! Vedi quella là invece? Lei è Teia! Tutti pensano sia figlia di Eros! Quella là invece è Estia!" mentre mi fa questo elenco il mio sguardo si sofferma su una particolare ragazza. "Licaone, Licaone tu che sai tutto di queste figlie degli Dei! Dimmi, chi è quella creatura?" gli dico indicandola. "Oh cara Saffo, quella è Theophania, lo stesso Zeus l'ha creata ed anche Afrodite dea di Cipro arde d'invidia per la sua bellezza.". Vengo immediatamente rapita dal suo sguardo magnetico. Indossa una veste color verde smeraldo, una coroncina di fiori, Anemoni se non sbaglio, bianche e rosse. Pian piano si avvicinano verso me e Licaone. Loro con un passo costante procedono avanti, alcune salutano la folla, altre saltellano, lei invece no. Prosegue, sulla sua strada, come se intorno a lei non ci fosse nessuno. Ecco che arrivano davanti a noi, Licaone viene salutato con una carezza da una delle ragazze, mentre io, sono ancora intenta a fissare quella Musa. All'improvviso gira lo sguardo verso la mia direzione, mi sta guardando. Divento subito rossa e giro lo sguardo da un'altra parte. Noto che, quando rigira lo sguardo verso la strada sul viso le compare un ghigno compiaciuto, compiaciuto di aver visto la mia reazione. La vedo scomparire, in mezzo alla folla, sapendo che non la incontrerò mai più. "Licaone, ma quelle di chi sono spose? Chi sono i fortunati che potranno aver famiglia divina con loro?" gli dico con un aria sconsolata "Ma di nessuno Saffo! Loro sono Etere venute da terre lontane per conoscere i grandi filosofi di Atene!" esclama Licaone. Alzo lo sguardo che finisce sulla meridiana della piazza, sono in ritardo. Saluto Licaone di fretta e corro verso il tiaso. Arrivo fortunatamente in tempo. "Ci siamo tutte ragazze?" chiedo mentre entro. "Si ci siamo tutte!" mi dicono Archianassa e Attis. Riprendiamo il nostro dialogo interrotto precedentemente. Passa un'oretta e arriva dentro alla nostra sala una serva che, avvicinandosi, mi avvisa dell'arrivo di Socrate. "Mi raccomando voi, state buone e fate vedere al nostro ospite come siete state educate." Corro giù per le scale e vedo Socrate sull'uscio della porta. "Grande Maestro! Che piacere rivederla!" gli dico porgendogli la mano e stringendola con la sua. "Cara Saffo, sono lieto di rivederti, sei cresciuta tanto dall'ultima volta vedo". Gli faccio strada verso la mia sala, sperando di non sentire le ragazze schiamazzare per l'emozione. Arriviamo alla porta e silenzio. Socrate entra, saluta tutte per poi posizionarsi in un punto della stanza aspettandomi. "Prego Socrate puoi metterti nel posto che più ti soddisfa.". Si siede di fianco a me, con davanti tutte le fanciulle pronte a intrattenere un dialogo con lui.
È ormai già calato il sole da un pò. Socrate ha appena finito un suo meraviglioso discorso sul tema della giustizia. Le ragazze stanno tornando a casa soddisfatte e ancora emozionate per aver incontrato il grande Maestro. Hanno fatto molti interventi e Socrate è sempre stato disponibile a rispondere a tutte le domande. "Saffo, è stato davvero un piacere essere stato invitato da te a partecipare qui, insieme alle tue giovani fanciulle. Lascia che ti ripaghi. Stasera Agatone farà un banchetto e sono invitati molti miei compagni fra cui grandi oratori e pensatori. Vieni con me, così potrai farti conoscere." mi dice. Rimango abbastanza presa alla sprovvista da questo suo invito. Stasera non ho impegni e credo non ci siano problemi per Bromia se mi assento per una sera. Accetto volentieri l'invito. " Bene, allora cominciamo ad avviarci, ci staranno aspettando". "Va bene, lasciami però prima, caro Socrate, mandare un servo ad avvisare la mia Bromia che stasera farò tardi, e non mi dovrà aspettare." Chiamo un servo e gli ordino di andare subito ad avvisare nella mia dimora, promettendogli come ricompensa i fichi presi questa mattina. Ci avviamo verso la casa di Agatone. Socrate è di poche parole, durante tutto il tragitto non ci siamo scambiati parola. Una volta davanti alla casa incontriamo Aristodemo. "Socrate! Grande Zeus da quanto tempo! E chi è quella giovane fanciulla che porti al tuo fianco?". "Aristodemo che ci fai qui? Chi ti ha invitato?" "Nessuno ma sapendo della tua presenza, non posso non essere presente." "Mi fa onore sentirti dire ciò, ma si sa i buoni vanno ai banchetti dei buoni per loro spontanea volontà! Lei invece è colei che porta il nome della grande poetessa, Saffo!" esclama Socrate indicandomi "È un piacere conoscerla grande Aristodemo" gli dico mentre entriamo in casa. Veniamo subito accolti dalle serve che, pulendoci i piedi, ci avvisano che il banchetto è già cominciato da pochi minuti. Per mia fortuna Agatone non mi è estraneo, anzi, questa è la seconda volta che ci ritroviamo insieme ad un banchetto. Arriviamo dentro la sala, la tavola è bandita e tutti gli ospiti stanno già degustando le calde pietanze. "Guarda chi si vede! Saffo e Aristodemo! Che piacere vedere anche voi qui, venite, venite, accomodatevi pure c'è posto anche per voi!" ci accoglie così Agatone già leggermente brillo.
Finito il momento commensale ci spostiamo in un'altra sala per poter degustare vino e dialogare. "Agatone, allora ci sono anche loro? Le famose fanciulle figlie degli onnipotenti Dei?" chiede Pausania a gran voce. "Ma certo! Sono arrivate proprio oggi per assecondare i nostri piacere durante le prossime sere!" gli risponde Agatone facendoci strada. Non staranno mica parlando di quelle Etere che ho visto oggi insieme a Licaone? Quelle acclamate da tutti?
Agatone sposta la tenda e mi ritrovo questo scenario.
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Ёραμαι
RomanceStoria di un'amore nato nell'antica Grecia fra un'esponente intellettuale e un'etera