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Cleo Horan

Non avevo dormito per più di ventiquattro ore, da quando ero corsa fuori da quella stanza privata, ed era probabilmente una pessima idea continuare così. Ma il mio cervello non voleva spegnersi, cazzo.

Ero stata molto fortunata quando non mi ero imbattuta in nessuno mentre mi dirigevo fuori da quel corridoio, fermandomi solo per ringraziare Alice e far finta che fosse tutto sotto controllo mentre speravo che Harry stesse morendo dissanguato in quella stanza.

Alice ora così ignara di cosa stesse realmente succedendo, mi sorrise solo e mi disse che sarebbe stata felice di aiutarmi ogni volta che ne avessi avuto bisogno.

Beh, non l'avrebbe pensata così una volta che avrebbe scoperto il corpo morto che mi ero lasciata alle spalle, anche se non ero responsabile per questa morte.

Sapeva che fossi lì per incontrare Mark ma non c'era una coincidenza per la quale lui morisse, ma era già parte del mio piano. Tristemente, nessuno l'avrebbe creduta o tantomeno ascoltata, perché Alice era quella che mi aveva fatta entrare. Quindi non c'era il pericolo che lei potesse dire ai suoi capi di me senza farsi licenziare o uccidere. Non conoscevano il mio nome o qualunque cosa che mi riguardava.

Sì, di solito pianificavo le cose attentamente... a meno che un certo figlio di puttana dagli occhi verdi decidesse di interferire. Ero già preparata, ecco perché ero riuscita a uscirne viva quella notte... ma sapevo che ci saremmo incontrati di nuovo e la prossima volta non sarebbe stato per caso.

Harry era troppo arrogante per lasciar perdere e, beh, l'avevo fottutamente pugnalato. Sarei incazzata se mi avesse pugnalata e la prenderei come una motivazione. Il taglio fresco sulla mia gola, unito ai lividi viola che stavano scomparendo sul mio collo, erano un promemoria costante che mi aveva quasi uccisa.

Ma di nuovo, avevo vinto. Harry sembrava esitante intorno a me, nonostante la tensione soffocante e l'adrenalina che ci consumava ogni qualvolta che fossimo soli. Era debole e stupido, come ogni altro uomo.

Non abbastanza stupido da provare a fare qualunque cosa che potesse infrangere la tregua tra le nostre famiglie, specialmente ora che aveva letteralmente ucciso Mark. Ancora non sapevo perché aveva continuato a chiedermi qual era il mio lavoro o perché gli avesse rotto il collo senza pensarci due volte... qualcosa non mi tornava in tutta questa situazione.

Due anni senza vedere Harry e ora avevamo già provato ad ucciderci due volte? Stavano accadendo così tante coincidenze, e questa volta lo stavo facendo avvicinare abbastanza per imparare cose sul suo conto che non avrei mai pensato di imparare.

Il bastardo era forte, non era un segreto ma era lento e praticamente inutile senza un'arma da fuoco. Infatti, sarei stata fottuta se Harry avesse avuto veramente un'arma entrambe le volte che l'avevo visto.

Mi avrebbe cercata ora? Mi avrebbe seguita?

Non ne avevo la più pallida idea, sapevo solo che avrei continuato a fare quello che dovevo fare perché non avrebbe più influenzato la mia vita fino a quando non avrei finito di uccidere gli ultimi tre obbiettivi. E poi Harry sarebbe stato il prossimo sulla lista... seguito da suo padre.

Cazzo, non riuscivo a smettere di pensare alla nostra rissa o a come mi avesse sorpresa in quella stanza... vederlo nel locale mi aveva scioccata molto, mi aveva rovinato l'intera serata.

Letteralmente.

Mi giravo e rigiravo nel letto, l'oscurità attorno a me era la benvenuta e decisi di fermarmi ad Eroda un po' per poter parlare con mia madre e chiederle se le persone stessero parlando di Mark o roba del genere.

𝐓𝐄𝐌𝐏𝐓𝐑𝐄𝐒𝐒 | [h.s]  Italian translation Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora